Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Con l’offerta pubblica di scambio lanciata a sorpresa lunedì sera su Ubi Banca, Intesa Sanpaolo lancia la sfida europea. L’aggregazione darebbe vita al sesto gruppo bancario per proventi operativi netti (21 miliardi) e al terzo istituto per capitalizzazione di borsa (48 miliardi) del Vecchio Continente. «Oggi per noi un’operazione transfrontaliera non crea sufficiente valore, ha sinergie più complesse da realizzare», ha spiegato il ceo di Intesa, Carlo Messina, «i consolidamenti domestici sono più facilmente concretizzabili» e l’operazione con Ubi «creerà un campione» italiano ed europeo da oltre 1.100 miliardi di attivi. Per ovviare ai problemi antitrust Intesa ha raggiunto un accordo con Bper per cedere un ramo di 400-500 filiali, mentre UnipolSai, azionista della banca emiliana, rileverà le compagnie di bancassicurazione di Ubi, limitatamente al ramo d’azienda ceduto.
I primi effetti collaterali dell’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi si sono manifestati sui titoli delle società che, come si legge nei comunicati legati all’operazione, «avranno un ruolo attivo nell’ambito dell’ops, ossia Bper e Unipol. Nel primo caso Piazza Affari ha reagito male all’accordo sottoscritto dalla Banca Popolare dell’Emilia-Romagna con Intesa Sanpaolo. Il deal prevede che, in caso di perfezionamento dell’offerta su Ubi, l’istituto guidato da Alessandro Vandelli acquisirà un ramo d’azienda composto da circa 1,2 milioni di clienti distribuiti su 400/500 filiali bancarie, ubicate in prevalenza nel Nord del Paese, porterà gli attivi da 80 a 100 miliardi e a supporto dell’operazione varerà un aumento di capitale in opzione stimato «in via prudenziale fino a un massimo di 1 miliardo».

 

  • Zurich Italia mira a 1 mln polizze non autosufficienza
Entro l’anno Zurich Italia vuole vendere 1 milione di polizze con coperture long term care (ltc) dedicate alla non autosufficienza. Il piano di crescita è stato illustrato ieri dalla compagnia guidata in Italia da Alessandro Castellano e prevede l’offerta di un prodotto dedicato ai gruppi d’acquisto, sottoscrivibile al costo di 10 euro al mese. «Un prezzo inferiore al 90% rispetto alle tradizionali long term care individuali», spiega Dario Moltrasio, ad di Zurich Investments life. I numeri sono a favore della crescita del settore con il costo della non autosufficienza che è molto elevato e lo Stato che non riesce a farsene carico interamente: 4 milioni di persone in Italia sono non autosufficienti a causa di infortuni, malattie e invecchiamento e si stima che, nel 2030, i soli anziani non autosufficienti saranno di più di 5 milioni. L’offerta di Zurich Italia, Zurich for care si rivolge solo ai gruppi d’acquisto. «Puntiamo a gruppi di almeno mille persone e la coperura si attiva quando aderisce almeno il 10%. In questo modo il costo delle polizze Ltc diventa sostenibile e con un premio di 10 euro l’anno è riconosciuta una rendita di mille euro al mese al venir meno di quattro delle sei attività che si svolgono nella vita quotidiana», aggiunge Moltrasio, perché nei gruppi i rischi sono prevalentemente selezionati in termini di età, sicurezza sul lavoro e controlli sanitari. Oggi appena il 3% della popolazione è assicurata contro la non autosufficienza.

«Cattolica e la sua rete agenziale vivono in una sorta di simbiosi. Gli agenti rappresentano l’architrave della nostra rete distributiva e noi potremo avere successo solamente se la nostra rete saprà servire il cliente nella sua globalità»: lo ha detto il direttore generale di Cattolica assicurazioni, Carlo Ferraresi, durante la prima convention nazionale degli agenti e subagenti svoltasi a Verona. «I nostri agenti, collaboratori e dipendenti sanno di avere una responsabilità ulteriore, quella di mettere la persona al centro della nostra attività. Questa capacità di interpretare eticamente il business è uno dei tratti distintivi della nostra offerta e richiama il significato profondo di lavorare per un’impresa che si definisce Cattolica».
Il successo sostenibile, al posto dell’utile o del dividendo, deve essere il primo obiettivo strategico delle società quotate. Il 31 gennaio u.s. è stato approvato il nuovo Codice di Corporate Governance, predisposto dall’omonimo Comitato, costituito da Associazioni di Impresa, Borsa italiana e Assogestioni con lo scopo di promuovere il buon governo societario delle aziende quotate. L’adesione avverrà su base volontaria a partire dal 2021 e la nuova regolamentazione sostituisce il vecchio «codice di autodisciplina». Già dalla denominazione, emerge che principale interlocutore sia l’organo di amministrazione della società, a cui sono diretti i «principi», che definiscono gli obiettivi di una buona governance e le «raccomandazioni» , che indicano i comportamenti adeguati a realizzare gli obiettivi. Una delle novità più importanti è costituita dall’affermazione – all’articolo 1 – del principio secondo cui: «l’organo di amministrazione guida la società perseguendone il successo sostenibile».
  • Teatro alla Scala, Allianz entra nel consiglio
Allianz prende il posto di Mapei nel cda del Teatro alla Scala di Milano. L’assemblea dei fondatori ha votato all’unanimità a favore dell’ingresso dell’a.d. di Allianz Italia, Giacomo Campora, che subentra a Giorgio Squinzi, scomparso nel maggio 2019. Entrano anche Maite Carpio Bulgari, per il ministero dei beni culturali, e Nazzareno Carusi per la Regione Lombardia. Il consiglio è composto inoltre da Giovanni Bazoli (Cariplo), Claudio Descalzi (Eni), Alberto Meomartini (Camera di commercio di Milano), Francesco Micheli (ministero dei beni culturali) e Aldo Poli (Fondazione Banca Monte Lombardia), oltre che dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
  • Intesa Sp, campioni con Ubi
Oggi un matrimonio all’estero non creerebbe valore per Intesa Sanpaolo, che ha preferito muoversi all’interno dei confini nazionali per creare un campione bancario europeo. La scelta è ricaduta su Ubi, considerata migliore sul mercato e più affine alla Ca’ de Sass. È questo il messaggio lanciato da Carlo Messina, a.d. di Intesa Sanpaolo, commentando l’offerta pubblica di scambio volontaria lanciata sulla totalità delle azioni Ubi. Ca’ de Sass offrirà 17 azioni Intesa ogni dieci azioni di Ubi portate in adesione. Il premio è del 27,6% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Ubi alla chiusura del 14 febbraio. La proposta valorizza Ubi 4,9 miliardi di euro. Quanto al piano di integrazione, l’a.d. di Intesa ha precisato che il marchio Ubi scomparirà, come sono scomparsi tutti gli altri, «ma non è il caso di drammatizzare: l’importante sono le persone e la loro valorizzazione». Nessun dettaglio sulle controllate di Ubi nel risparmio gestito, ma solo una linea di indirizzo: «Tutto ciò che è private banking è strategico».
  • Fondi, il patrimonio tocca il record di 2.306 mld 
Nell’ultimo trimestre del 2019 l’industria del risparmio gestito ha registrato 17,7 miliardi di euro di sottoscrizioni nette, di cui 7,3 mld raccolti dalle gestioni collettive e 10,3 mld nelle gestioni di portafoglio: lo ha reso noto Assogestioni, precisando che da inizio 2019 il sistema ha totalizzato flussi in ingresso per 76,7 miliardi. Il patrimonio gestito ha raggiunto un nuovo massimo storico a 2.306 miliardi. Nelle gestioni collettive sono investiti 1.135 miliardi, pari al 49% del totale, mentre il resto è impiegato nelle gestioni di portafoglio (1.171 mld). I fondi aperti hanno messo a segno 5,1 miliardi di raccolta nel quarto trimestre.

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  • Il blitz di Intesa su Ubi per diventare maxibanca “Saremo quarti in Europa”
Intesa ci riprova. Dopo il “colpaccio” di quasi tre anni fa, quando per un euro simbolico comperò le due banche venete, ora l’istituto guidato da Carlo Messina tenta l’ulteriore salto, con l’offerta sulla totalità delle azioni Ubi. Stavolta ha messo sul piatto quasi 4,9 miliardi di euro, con l’obiettivo di creare un campione europeo ma senza puntare a future operazioni di aggregazione transfrontaliere, considerate poco convenienti al momento. La Borsa ieri gli ha dato ragione, facendo crescere il titolo del 2,36%. Ubi invece è salita del 23,55%, in conseguenza del premio offerto da Intesa nel rapporto di scambio. Il tutto, ha sottolineato più volte Messina, con un rischio di esecuzione molto basso, senza macelleria sociale (le 5.000 uscite saranno volontarie e verranno accompagnate da 2.500 assunzioni di giovani) e senza costi per gli azionisti. Grazie all’avviamento negativo che si genera, infatti, l’abbattimento drastico dei crediti in difficoltà (4 miliardi ceduti nel 2021) e gli oneri di integrazione non peseranno sul conto economico. A regime, ci saranno sinergie per 730 milioni. La tempistica dell’operazione prevede il lancio dell’offerta a luglio, con l’obiettivo del delisting e della fusione.
  • L’asse inedito con Mediobanca cambia gli equilibri della finanza
L’operazione lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi presenta, rispetto al passato, alcune novità dal punto di vista dell’equilibrio dei poteri in campo che vale la pena rimarcare. Innanzitutto stupisce il non coinvolgimento nell’operazione dell’eminenza grigia di Intesa Sanpaolo, il presidente emerito Giovanni Bazoli; in secondo luogo colpisce l’inedita alleanza tra la banca guidata da Carlo Messina e il suo advisor nell’operazione, cioé la Mediobanca di Alberto Nagel. Quello che per molti anni non è stato possibile, cioé l’avvicinamento tra la finanza cattolica e la finanza laica, è riuscito per la prima volta ieri a Messina e Nagel. In tutte le partite finanziarie italiane, Intesa e Mediobanca si erano sempre trovate su fronti opposti.
L’ultimo caso che si ricorda è il tentativo di Intesa di portare un affondo su Generali, tentativo in realtà mai ufficializzato ma solo ventilato. Tanto bastò a far salire sulle barricate gli uomini di Piazzetta Cuccia a difesa del fortino assicurativo contro l’invadenza della banca di sistema. Con un terzo protagonista interessato, la Unipol di Carlo Cimbri, che in questa operazione fornisce una sponda importante attraverso la partecipata Bper. In molti sostengono che Messina si sia rivolto a Nagel come advisor proprio per creare un ponte con Cimbri e Bper, visti i buoni rapporti che Mediobanca ha con Unipol dai tempi della conquista della Fonsai dei Ligresti. Solo il tempo ci dirà se la convergenza di interessi tra i tre uomini forti della finanza italiana si trasformerà in un’alleanza duratura.
  • Rc auto familiare e bonus verde oggi fiducia sul Milleproroghe
Dalle concessioni autostradali al bonus verde, dal rinvio del rinnovo dei vertici delle Authority alla prosecuzione dello stato di emergenza per Genova. Il decreto Milleproroghe, che si appresta oggi a ricevere la fiducia alla Camera per poi passare al Senato, nel tragitto parlamentare è salito da 43 articoli e 166 commi a 434 commi (dell’articolo unico del maximendamento). Il decreto regola i monopattini elettrici, dà la possibilità ai medici di rimanere al lavoro fino a 70 anni e non andare in pensione. Arriva il sostegno al reddito per i lavoratori ex Ilva. Il decreto traccia la via per la revoca delle concessioni, prevedendo che il servizio venga affidato temporaneamente all’Anas e definendo cosa spetta al concessionario e cosa allo Stato in termini di penali e risarcimenti. Sempre in tema di autostrade, previsto anche lo slittamento da gennaio fino al 31 luglio dell’aumento dei pedaggi. Nel testo trova poi posto la proroga nel 2020 della detrazione al 36 per cento per le spese per la riqualificazione dei giardini e terrazzi. Arriva anche la Rc auto formato famiglia: sarà possibile assicurarsi con la classe di merito del componente più “virtuoso”.

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  • «Con l’operazione Intesa Sanpaolo-Ubi un campione più forte in Europa»
«Se gli azionisti di Ubi ci diranno di sì parteciperanno alla costruzione di un vero campione di scala europea. Per utili, il terzo gruppo dell’eurozona». È chiara la via tracciata da Carlo Messina, il capo della prima banca italiana, Intesa Sanpaolo, il manager che vuole rimettere in moto il sistema piegato dagli anni di crisi. Il suo progetto — annunciato lunedì notte a sorpresa — è acquisire attraverso un’offerta pubblica di scambio Ubi, quarta banca italiana. Il piano in gestazione da un mese risponde alla chiamata Bce sulle aggregazioni. E presso la Vigilanza guidata da Andrea Enria l’operazione sarebbe stata accolta bene. Dice Messina: «Siamo i primi a lanciare il processo di consolidamento europeo e siamo anche i primi a prendere una decisione difficile. Credo che sia motivo d’orgoglio per questo Paese un’azienda capace di muoversi prima degli altri e in un momento in cui di decisioni non se ne prendono molte». La percezione del rischio Italia «è totalmente esagerato», sostiene. «Lo spread non rappresenta la forza delle famiglie e delle imprese italiane».
  • Il grande riassetto con l’aiuto di Unipol e Bper
Il fronte emiliano della grande operazione bancaria tra le lombarde Intesa Sanpaolo e Ubi Banca vede muoversi in tandem la modenese Bper e il suo primo socio al 20%, la bolognese Unipol. Senza la sponda emiliana che ha risolto a Intesa Sanpaolo un problema serio di antitrust, forse l’Offerta di scambio (ops) avrebbe incontrato un impedimento decisivo. Invece sia per la banca guidata da Alessandro Vandelli sia per l’assicurazione guidata da Carlo Cimbri si tratta di una svolta. Bper prenderà 400-500 filiali ex Ubi che Intesa Sanpaolo dovrà cedere, con 1,2 milioni di clienti e impieghi per 20-23 miliardi. Unipol a sua volta rileverà le compagnie assicurative di Ubi relative al ramo d’azienda ceduto a Bper, pagato il 55% del patrimonio. Per finanziare l’operazione la banca modenese ha varato un aumento di capitale, già pre-garantito da Mediobanca, fino a 1 miliardo di euro e che Unipol ha già detto che coprirà pro-quota (circa 160 milioni). Altro socio pesante è la Fondazione Cr Sardegna (10%), che valuterà il da farsi.
  • Zurich Italia, la salute garantita da un gruppo di acquisto
«Sharing is caring». La compagnia assicurativa Zurich Italia propone al mercato italiano un modello assicurativo innovativo, Zurich4Care, basato sulla mutualità generata dalla condivisione. L’idea è quella di adattare il principio del gruppo di acquisto al mondo assicurativo. La soluzione che Zurich Italia offre nella piattaforma Zurich4Care è una copertura Ltc (Long Term Care) sottoscrivibile al costo di 10 euro al mese a fronte di un costo di circa 700 euro delle tradizionali Ltc individuali, non prevede una visita medica preventiva e garantisce una rendita vitalizia mensile di 1.000 euro in caso di sopraggiunta non autosufficienza, causata da invecchiamento, infortunio o malattia. È una piattaforma digitale per gruppi colleghi (con almeno 1000 dipendenti) o persone appartenenti ad associazioni di categoria. Deve aderire almeno il 10% del gruppo ed è estendibile ai familiari. «Abbiamo obiettivi ambiziosi — ha aggiunto Moltrasio —, puntiamo con Zurich4Care a raggiungere un milione di persone nel 2020».
  • Generali punta su ThreeSixty
ThreeSixty Investments, partnership tra Generali e un team guidato da Giordano Lombardo, ha ricevuto il via libera della Banca d’Italia a operare come società di gestione del risparmio. ThreeSixty offrirà soluzioni di investimento multi-asset. Generali sostiene l’iniziativa con un investimento strategico di 1 miliardo.

  • Il piano Intesa-Ubi per creare un gigante da 1.100 miliardi
Un’offerta studiata nei minimi dettagli a partire da Natale scorso che ha visto un’accelerazione negli ultimi giorni. E che è destinata a cambiare la geografia del credito in Italia, rafforzando il ruolo di Intesa Sanpaolo: si prospetta la creazione del terzo gruppo in Europa per capitalizzazione (48 miliardi) dietro Bnp Paribas e Santander, il settimo gruppo per ricavi operativi netti, con circa 21 miliardi complessivi. E quanto a masse gestite, sul tavolo c’è un colosso da 1.100 miliardi di euro di attivi. Ca’ de Sass sorprende il mercato con un progetto che prevede l’offerta volontaria di scambio carta contro carta su Ubi, terza realtà italiana per capitalizzazione e quarta per attivi. L’offerta varata nella serata di lunedì, non ostile ma neanche concordata, valorizza Ubi 4,9 miliardi, ovvero il 28% in più rispetto ai valori di venerdì 14 febbraio. E subito il mercato ha apprezzato la proposta, facendo allineare il prezzo dell’ex popolare a quello dell’offerta, con un balzo del 23,55%. Buona anche la performance di Intesa, in progresso del 2,3%.
  • Da Unipol 160 milioni, si aggiungono due accordi
Con una lettera al consiglio di amministrazione di Bper, consegnata ai membri del cda pochi istanti prima che il board votasse sì all’operazione, Unipol e il vertice della holding assicurativa hanno espresso pieno supporto alla maxi operazione di acquisto che, sulla carta, dovrebbe andare a ridisegnare la mappa del credito in Italia. In altre parole: Unipol farà la propria parte. E lo farà sostenendo finanziariamente l’istituto e subentrando, su circa un terzo degli sportelli di Ubi, agli accordi di bancassurance che oggi la banca ha in essere con Cattolica e Aviva. Quanto al sostegno in denari, la holding assicurativa si sarebbe già impegnata a sottoscrivere per la quota che le compete l’aumento di capitale di Bper, funzionale a sostenere l’acquisto del ramo d’azienda bancario, fatto di 400-500 filiali Ubi. Ieri il ceo dell’istituto, Alessandro Vandelli, ha sottolineato che la richiesta di mezzi freschi potrebbe essere compresa tra i 750 e gli 800 milioni. Per Unipol, dunque, si tratterebbe di mettere sul piatto fino a 160 milioni, considerato che la società detiene il 20% di Bper.
  • Per i Pir 3.0 una falsa partenza A gennaio raccolta ancora in rosso
I Pir non hanno smentito le previsioni, ma rischiano di deludere le aspettative. Gennaio, che avrebbe dovuto essere il mese della ripartenza dei Pir 3.0, non ha dato grandi segnali di vita in termini di nuove sottoscrizioni, mentre il 2019 si è chiuso con un saldo negativo per un miliardo. Nonostante la maggioranza delle società si sia adeguata alle modifiche normative previste dalla legge di bilancio 2020 (che ha tolto il vincolo di investire sul venture capital ma ne ha aggiunto uno di destinare più risorse alle piccole aziende), la raccolta dei piani individuali di risparmio resta negativa nel primo mese dell’anno di 116 milioni (stime elaborate dall’Osservatorio Pir di Plus24 su dati forniti dalle società). I prodotti nuovi sono pochissimi e, evidentemente, quelli già esistenti non sono ancora stati proposti con grande enfasi. E a poco sono servite le performance ottenute nel 2019 per attirare l’attenzione della clientela sul segmento dei piani individuali di risparmio. Nulla di nuovo, dunque, almeno per il momento. Da un’analisi preliminare sull’andamento dei principali gruppi attivi sui Pir a gennaio, nessuno ha archiviato gennaio con i conti in attivo. Tra le società al vertice della graduatoria per patrimonio gestito sui piani di risparmio, domina il segno meno. Per Mediolanum il saldo è negativo per 22,7 milioni, per Amundi il rosso è di 26 e per Eurizon di 19,7 milioni. Più contenuto il deficit di Arca (-3 milioni), di Fideuram (-9,35 milioni) e di Pramerica (-4,6 milioni).
  • Zurich, sconto sulla polizza ai gruppi di acquisto
La sharing economy fa il suo debutto anche nelle polizze. L’unione fa la forza. Il detto vale più che mai nel settore assicurativo dove, grazie ai benefici della mutualità, è possibile ottenere tariffe vantaggiose. Il modello di business del gruppo di acquisto viene introdotto in Italia da Zurich che assicura dalla non autosufficienza, gruppi o comunità (composte da almeno mille individui) tramite la polizza Zurich Care Autonomia. Si tratta di una soluzione individuale, con un nuovo modello di sottoscrizione, senza visita medica, che permette di condividere la copertura e di stipulare un unico contratto insieme a colleghi o consociati (coinvolgendo anche il nucleo familiare). Il tutto ottenendo un risparmio stimato, da Zurich, nel 90% rispetto alle soluzioni tradizionali che si trovano sul mercato. Pagando 10 euro al mese, per esempio, è possibile assicurarsi una rendita di mille euro mensili in caso di perdita dell’autonomia. Un problema non da poco per le famiglie che sono chiamate a intervenire con costi che vanno da 1300 a 4mila euro al mese a seconda che si opti per la badante o per una struttura ad hoc.
  • Ok a ThreeSixty  per lanciare la Sgr
ThreeSixty Investments ha ricevuto l’autorizzazione normativa a operare come SGR dalla Banca d’Italia. La nuova società, una partnership strategica tra il Gruppo Generali e un team di professionisti degli investimenti guidato da Giordano Lombardo, si specializzerà in strategie di investimento multi-asset.