Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Fineco chiude un 2019 da record, vede rosa per l’anno in corso e punta ancora sull’Inghilterra. La banca guidata dall’amministratore delegato e dg Alessandro Foti, che nel Regno Unito offre già un servizio di conto corrente multicurrency, ha notificato alle autorità inglesi l’intenzione di aprire una branch commerciale. «È un Paese competitivo ma anche molto ricettivo per chi ha offerte qualità-prezzo convenienti come Fineco», dice, spiegando che la banca non lavorerà tramite reti di vendita ma con piattaforme. La nuova branch servirà per offrire nuovi servizi, per esempio nel settore previdenziale. Nelle prossime settimane Fineco inizierà anche una campagna marketing nel Regno Unito, concentrandosi all’inizio sull’offerta di brokerage. Per quanto riguarda i numeri del 2019 l’utile netto si è attestato a 288,4 milioni, in aumento del 19,5% anno su anno, con un dividendo proposto è di 0,32 euro (+5,6%).
Banca Mediolanum festeggia il miglior bilancio di sempre annunciando per il 2019 un utile netto di 565 milioni, +121% rispetto al 2018. Il margine di contribuzione e del margine operativo sono cresciuti del 20% (a 1,084 miliardi) e del 50% (a 430,9). Il contributo della Spagna all`utile netto è stato di 34 milioni (con quasi 6 miliardi di masse gestite e amministrate oltre mille family banker). Il cda proporrà un saldo dividendo di 0,34 euro per azione, che si aggiunge all`acconto distribuito a novembre di 0,21 euro (totale 0,55 per azione, +38%). Il totale delle masse gestite e amministrate del gruppo (altro record) è salito a 84,716 miliardi, +14% rispetto alla fine del 2018 «grazie al positivo contributo della raccolta netta e all`ottimo andamento dei mercati». La raccolta netta totale è stata positiva per 4,064 miliardi mentre la raccolta netta gestita ha raggiunto 2,952 miliardi. Gli impieghi alla clientela retail del gruppo si sono attestati a 10,354 miliardi (+16% rispetto a fine 2018).
Eurizon apre agli investimenti alternativi. L’asset manager di Intesa Sanpaolo ha presentato ieri una nuova sgr focalizzata su imprese, infrastrutture e immobiliare. Eurizon Capital Real Asset, questo il nome della società, potrà contare su un organico di 15 persone e sarà guidata dall’amministratore delegato Silvana Chilelli. Si tratta di una joint venture tra Eurizon (51%) e Intesa Sanpaolo Vita (49%). Da quest’ultima la sgr ha ricevuto in delega di gestione di un patrimonio di 3,4 miliardi composto da investimenti per il 40% in imprese (private equity e debt), per il 35% in infrastrutture e per il 25% in immobiliare. Eurizon Capital Real Asset istituirà e gestirà mandati e fondi di investimento alternativi (Fia) destinati alla divisione Insurance, agli investitori istituzionali, ai family office e alla clientela privata della divisione private banking di Intesa.

L’emergenza Coronavirus rischia di dimezzare l’export agroalimentare italiano in Cina e di rallentare la corsa del food made in Italy nel mercato asiatico che nel periodo 2010-2018 è stata del +129%.
Qualora il tempo di rientro dell’epidemia fosse di sei mesi, come è stato, nel 2002, per la Sars, questo comporterebbe, in sostanza, un rallentamento dei commerci del 50%.
In questo caso si realizzerebbero perdite per l’export agroalimentare italiano in Cina di circa 200 milioni di euro, se si considera che il relativo fatturato annuo è di circa 450 milioni di euro a fronte di importazioni dalla Cina di oltre 600 milioni di euro.
  • Eurizon fa il record a 335 mld
Eurizon ha chiuso il 2019 con un utile netto consolidato di 518,5 milioni di euro, in crescita dell’11,5% rispetto all’anno precedente. Il margine da commissioni è salito del 14% a 799 milioni e il patrimonio gestito ha toccato il livello record di 335,5 miliardi (+11%). Il cost-income è migliorato dal 21 al 18,7%. Sul fronte della raccolta, i numeri confermano la ripresa avviata dal secondo trimestre, con un trend in costante rafforzamento. I flussi netti da inizio anno hanno superano i 10 miliardi di euro, grazie anche alla nuova società Eurizon capital real asset (Ecra), che apporta 3,4 miliardi ricevuti in delega di gestione da Intesa Sanpaolo vita. Al netto di questa operazione straordinaria Eurizon si conferma ai vertici in termini di raccolta nell’industria italiana del risparmio gestito, con un dato complessivo pari a 6,6 miliardi.
  • Credem, investimenti sotto la lente
Presidiare in modo continuativo la qualità delle performance e l’assunzione di rischio, sia ex ante sia ex post, dei portafogli costituiti da oltre 6,6 miliardi di euro in gestione diretta e in delega e più di 40 portafogli modello in consulenza: sono le principali attività della nuova funzione Investment quality creata all’interno di Euromobiliare advisory sim, la società di intermediazione mobiliare del gruppo Credem. La nuova funzione, a pieno regime da pochi mesi, agisce da raccordo tra il risk management del gruppo e i gestori, fornendo chiavi di lettura al gestore stesso sulle scelte di investimento e monitorando in modo coordinato gli interventi. «Questa impostazione», ha dichiarato Gianmarco Zanetti, direttore generale di Euromobiliare advisory sim, «permette a tutti gli attori del processo di investimento di essere parte attiva e coinvolta nel raggiungimento dei risultati e nel controllo dei rischi». E questo «pur nella consapevolezza che la costruzione dei portafogli prevede la gestione di diverse complessità, che devono essere supportate dalla presenza di importanti competenze interne».
  • Fineco, l’utile sale a 269 mln
FinecoBank ha archiviato il 2019 con un utile netto rettificato per le poste non ricorrenti di 268,8 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto all’anno precedente. L’utile netto si è posizionato a 288,4 milioni (+19,5%), incluso un beneficio fiscale derivante dal Patent Box stimato a circa 22 milioni. I ricavi sono saliti del 4,7% a 657,8 milioni. In aumento anche i costi operativi a 249,6 milioni (+2,2%) e il risultato di gestione a 408,2 mln (+6,2%). Il cost-income si è attestato al 37,9%. Il dividendo proposto ammonta a 0,32 euro, in miglioramento del 5,6%. Intanto Fineco ha notificato ai regolatori britannici l’intenzione di aprire una filiale commerciale in Gran Bretagna.
  • Utile Mediolanum ai massimi storici
L’esercizio 2019 si è concluso per Banca Mediolanum con il migliore risultato di sempre: l’utile netto è ammontato a 565 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto all’anno precedente (+121%). In miglioramento anche il margine di contribuzione (+20% a 1,084 miliardi) e il margine operativo (+50% a 430,9 milioni). Il contributo della Spagna all’utile è stato di 34 milioni. Agli azionisti verrà proposto un saldo di dividendo pari a 0,34 euro per azione. Considerando l’acconto distribuito a novembre, la cedola complessiva ammonta a 0,55 euro (+38%). Le masse gestite e amministrate sono salite alla cifra record di 84,716 miliardi, in aumento del 14%. Il Cet1 si è posizionato al 19,5%. L’a.d. Massimo Doris ha spiegato che per il 2020 Banca Mediolanum si aspetta una raccolta netta di 5 miliardi di euro. Per la cessione della controllata tedesca Bankhaus August Lenz è in corso una trattativa che dovrebbe chiudersi entro giugno.

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  • Non si nasce più
Nel 2019, dice l’istituto di statistica, le nascite sono state 435mila, le morti 647mila. Un divario enorme. Se pensiamo che dieci anni fa ogni 100 persone decedute nascevano 96 bambini, mentre oggi ogni 100 morti i bebè sono soltanto 67, dunque 33 in meno, è evidente lo «smottamento demografico » del nostro Paese, come lo ha definito Save the children. Un’erosione di futuro talmente grave che lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affermato che con la denatalità, «il tessuto del nostro Paese s’indebolisce ». Anzi è in gioco «l’esistenza» stessa dell’Italia.
  • Bilanci d’oro per il risparmio gestito La Borsa spinge volumi e commissioni
Anni di tassi e rendimenti ai minimi, e l’incoraggiamento dell’annata azionaria migliore del decennio, pare stiano convincendo gli italiani a investire i proverbiali risparmi. L’incremento del 28,3% dell’indice di Piazza Affari ha così regalato ai grandi gruppi del risparmio gestito – Eurizon, Mediolanum, Finecobank ieri, e lunedì Banca Generali – un 2019 da incorniciare: chiuso con margini e utili in rialzo a due cifre, e con dividendi in ascesa. La relazione tra le aziende del settore e l’andamento dei listini è duplice: guadagnano di più sulle commissioni di gestione perché le masse crescono, sia organicamente, sia per l’effetto “comportamentale” che vede più gente comprare azioni mentre la Borsa sale (il manuale consiglierebbe il contrario). E guadagnano di più nelle commissioni di performance pagate dai clienti per il positivo andamento dei loro dossier.

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  • In Italia mai così pochi figli. Meglio al Nord, record a Bolzano
Sono nati appena 435 mila bambini in Italia nel 2019, segnala l’Istat nel suo rapporto demografico annuale (1,29 in media per donna, con Nord e Nord est sopra la media: ad esempio Lombardia 1,36 e Veneto 1,32), ovvero quasi 5 mila in meno rispetto al 2018 che già aveva segnato il nostro record negativo nazionale. Non solo: se ci aggiungiamo il saldo dei nati e dei morti (meno 212 mila), vediamo che alla fine la popolazione italiana nell’ultimo anno è diminuita «soltanto» di 116 mila unità grazie agli immigrati (più 143 mila). In controtendenza con i dati nazionali, il Nord dell’Italia e in particolare il Nord-Est. Infatti sono nati più bambini lo scorso anno in Lombardia (il 3,4 per mille in più) e ancora migliore è la crescita nelle province di Bolzano (+5) e di Trento (+3,6), e pure in Emilia-Romagna (+2,8 per mille). Ma poi bisogna sommare il crollo demografico del Molise e della Basilicata (meno 1 per cento in un anno) o di Regioni come la Sardegna, con il suo 5,3 per mille, ed ecco che i conti precipitano rapidamente nel rosso più profondo. Al primo gennaio di quest’anno la popolazione era di 60 milioni 317 mila individui, e 120 mila residenti si sono anche cancellati dalle anagrafi per andare a vivere all’estero. Si indebolisce, e certamente invecchia il nostro Paese. Siamo infatti il Paese più vecchio del mondo dopo il Giappone, con una speranza di vita che è arrivata a 85,3 anni per le donne e a 81 anni per gli uomini, mentre di contro il tasso di natalità è tra i più bassi del mondo, 1,29 figli per donna.
  • Profitti record per Mediolanum
È il «miglior risultato di sempre», quello approvato ieri da Mediolanum. L’esercizio 2019 chiude con 565 milioni di utili netti, +121%, con «significativo incremento» del margine di contribuzione (+20%) e del margine operativo (+50%), grazie al «rafforzamento dei ricavi ricorrenti». In questo contesto la svalutazione di 97 milioni della quota del 3,28% in Mediobanca incide sull’utile ma contribuisce anche ad abbassare l’impatto fiscale sulla banca guidata da Massimo Doris, figlio di Ennio, fondatore e presidente. Le masse totali sono salite del 14% a 84,7 miliardi. E per il 2020 Doris stima ulteriori 5 miliardi in più. Con il saldo dividendo deciso ieri di 0,34 euro la cedola annua (con l’acconto di 0,21 euro di novembre) arriva a 0,55 euro (di cui 0,13 di extra-dividendo), con un dividend yield del 6,5%. Sul 2020 Doris stima una cedola sopra 0,42 euro.
  • Fineco in crescita nel 2019
Finecobank ha chiuso il 2019 con un utile netto di 288,4 milioni +19,5% grazie al beneficio del «patent box». Al netto della misura fiscale l’utile sale del 10% a 268,8 milioni. I ricavi della banca guidata da Alessandro Foti sono saliti del 4,7% a 657,8 milioni. La cedola è di 0,32 euro. Circa la strategia, Fineco punta sulla crescita organica, più che su operazioni straordinarie, nonostante i rumor periodici su un coinvolgimento nel risiko del risparmio gestito: «Non siamo stati contattati o approcciati da nessuno», ha detto Foti.

  • Rc auto familiare verso il rinvio E c’è il rischio rincari
Lunedì scorso sono stati depositati alla Camera emendamenti bipartisan per spostare in avanti nel tempo fino a quattro mesi l’entrata in vigore della riforma, che consentirà di estendere la classe di merito più favorevole a tutto il nucleo familiare in occasione di rinnovo di una polizza (e non solo per i nuovi contratti) e per tutte le categorie di veicoli (inclusi camion e trattori). Il problema è che il veicolo normativo, sul quale il settore assicurativo punta per guadagnare sufficiente tempo ad attrezzarsi alla novità, è anche al centro dello scontro politico (soprattutto tra Italia Viva e Pd) sulla prescrizione. Tanto è vero che i tempi per l’approdo in Aula del decreto sono slittati da oggi a venerdì. Nei giorni scorsi l’Ivass, l’autorità di vigilanze del settore, ha pubblicato il regolamento attuativo della norma, ha condotto una consultazione-lampo di 10 giorni per potere emanare il provvedimento e consentire il varo della riforma lunedì. Le compagnie, in ogni caso, chiedono tempo per adeguarsi alle prescrizioni del regolamento. Il rischio è trovarsi costretti a chiudere contratti senza avere bene chiaro il contesto tecnico e interpretativo delle riforma. Si può fare, certo, ma eventuali problemi poi sarebbero scaricati sul consumatore. Una soluzione potrebbe essere il rinvio dell’entrata in vigore del regolamento Ivass, ad esempio al primo marzo, per consentire al contempo la conversione del Milleproroghe e l’entrata in vigore della proroga ex lege. L’orientamento di Ivass, però, è quello di emanare il regolamento entro venerdì prossimo.
  • Eurizon, masse a 355 miliardi Debutta la Sgr sui real asset
Con un utile netto consolidato di 518,5 milioni, in crescita dell’11,5% sul 2018, Eurizon Capital (gruppo Intesa Sanpaolo) archivia il 2019 con uno dei risultati migliori di sempre in termine di masse, raggiungendo il record di 335,5 miliardi (+11% anno su anno). Nel quarto trimestre Eurizon risulta prima in Italia per raccolta sia a livello complessivo, con 8,1 miliardi, sia sui fondi aperti, con 4,2 miliardi. Il cost/income ratio si attesta al 18,7%, passato dal 21% del 2018. Il margine da commissioni si è attestato a 799 milioni (+14% anno su anno).
  • Il dividendo di Fineco sale del 5,6% a 0,32 euro
Miglior risultato di sempre e dividendo in aumento. Non basta a FinecoBank proseguire con la consueta regolarità la marcia verso la creazione di utili e la remunerazione dei soci per convincere il mercato, che ieri ha accolto il titolo (che per la verità veniva da una striscia consecutiva di 5 rialzi e da un complessivo +11%) con vendite che hanno provocato un ribasso del 5,61 per cento. Eppure nell’anno in cui è avvenuto il distacco con l’azionista storico di controllo UniCredit la banca diretta multicanale è stata capace di realizzare un utile netto ricorrente pari a 268,8 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto all’esercizio precedente, che sale addirittura a 288,4 milioni se si include la voce non ricorrente legata al beneficio fiscale derivante dal Patent Box e stimato in circa 22 milioni: dati che permettono al Cda di proporre la distribuzione di una cedola pari a 32 cent per azione (+5,6%).
  • Mediolanum raddoppia i profitti a 565 milioni
Banca Mediolanum ha archiviato il 2019 con i conti in deciso rialzo. Ecco le cifre. L’utile netto è salito a 565 milioni con un recupero del 121% rispetto ai 256 milioni dell’anno precedente, mentre il margine di contribuzione e il margine operativo hanno registrato rispettivamente una rivalutazione del 20 e del 50 per cento. Un progresso favorito soprattutto dal rafforzamento dei ricavi e dalla politica di contenimento dei costi. Ma a spingere verso l’alto i conti di Banca Mediolanum ha contribuito anche il buon andamento dei mercati azionari nel 2019. Grazie al rafforzamento dei listini le commissioni di performance si sono portate a quota 425 milioni rispetto ai 156 del 2018 (un anno da dimenticare per i gestori e non solo).
  • Cattolica, legali in campo su modifiche allo statuto
«Il cda ha il potere e dovere di impugnare, ove ne ricorrano i presupposti, la delibera che accogliesse la proposta» di modifica dello statuto di Cattolica. È questa una delle conclusioni a cui giunge il parere del professor Piergaetano Marchetti, uno dei quattro legali incaricati dal cda di Cattolica nelle scorse settimane per valutare l’ammissibilità delle modifiche allo statuto che verranno esaminate nell’assemblea straordinaria della compagnia veronese del prossimo 7 marzo. Tra queste ci sono norme che vogliono inserire l’età massima di 75 anni e la permanenza massima in cda di nove anni sugli ultimi 15: cosa che determinerebbe la decadenza immediata e senza giusta causa di alcuni consiglieri, tra cui il presidente Paolo Bedoni. Al proposito, sottolinea Marchetti, «la delibera che anziché proporre la revoca di amministratori giunga allo stesso risultato modificando i presupposti per la nomina e la permanenza in carica di amministratori è abusiva e come tale annullabile”. Anche secondo il professor Mario Cera alcune modifiche statutarie «non sono nell’interesse della società e degli azionisti tutti e altresì illegittime perché non trasparenti e di incerta o impossibile applicazione». Per lo studio Tremonti le modifiche statutarie che fanno decadere i quattro consiglieri sono illegittime tanto nella sostanza quando nella forma.
  • Se partecipa ai lavori il committente paga per l’infortunio
L’obbligo contrattuale assunto dall’azienda appaltante di fornire all’appaltatore e al subappaltatore energia elettrica, gas e ossigeno, in mancanza di apparecchi sufficienti per l’areazione dei locali e il rifornimento di ossigeno la espone al rischio interferenziale previsto dall’articolo 7 del Dlgs 626/1994 – poi confluito nell’articolo 26 del Dlgs 81/2008 (il Testo unico sulla salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro) – la cui gestione grava sul committente. Il principio è stato richiamato dalla Corte di cassazione, IV sezione penale, nella sentenza 5113/2020 deposita il 7 febbraio in cui è stata chiamata a decidere su un ricorso presentato dal committente e dal datore di lavoro di un’impresa appaltatrice, chiamati a rispondere e condannati in primo e secondo grado per l’infortunio mortale di un lavoratore dipendente dell’azienda esecutrice dei lavori di saldatura all’interno di una nave in costruzione a seguito di un incendio nel doppio fondo di quest’ultima. L’infortunio era avvenuto per la presenza di ossigeno e scintille causate dalla smerigliatura effettuata per eliminare le vernici e tagliare la parete dello scafo.

  • Covéa avvia una riflessione sulla governance
La mutua assicuratrice Covéa, impegnata in un progetto di acquisizione del riassicuratore bermudiano PartnerRe, vuole dare al regolatore garanzie sulla sua governance. Riunitosi ieri “in sessione ordinaria”, il Consiglio di Amministrazione della SGAM Covéa, organo politico del gruppo, ha deciso di creare due gruppi di lavoro sulla governance, uno all’interno del Consiglio di Amministrazione della SGAM Covéa e il secondo all’interno del Consiglio di Amministrazione della Covéa Coopérations, la struttura finanziaria e operativa. La missione di questi due gruppi di lavoro sarà quella di esaminare l’organizzazione del Gruppo e le funzioni di gestione, in particolare se sia o meno necessario separare le funzioni di Presidente e di Amministratore Delegato, entrambe attualmente ricoperte da Thierry Derez. La separazione delle funzioni è una delle raccomandazioni (non un obbligo) della direttiva Solvency II. Secondo una fonte interna, Thierry Derez non parteciperà a nessuno di questi gruppi di lavoro. L’operazione di crescita esterna del mutuo gruppo solleva la questione della capacità di Covéa di integrare un gruppo molto internazionale, con un alto profilo di rischio e una cultura anglosassone.