Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Con l’uscita di Unicredit dal capitale e il venir meno del potenziale conflitto di interessi, Mediobanca è pronta a cambiare lo statuto per eliminare gli anacronismi e allinearsi alle prassi del mercato. Come anticipato sabato 1° febbraio da MF-Milano Finanza, questo è il messaggio lanciato ieri dal ceo Alberto Nagel nel corso della presentazione dei risultati di bilancio. «Col venire meno di importanti elementi di conflitto di interesse mi aspetto che il board faccia un percorso per rendere lo statuto più in linea con la prassi di mercato», ha spiegato il banchiere, lasciando intendere che la governance di Mediobanca è in parte figlio dell’epoca che si è appena chiusa.
Ha visto schierate molte delle big del settore il nuovo Fondo Infrastrutture Italia lanciato dall’Ania con una capacità di partenza di 320 milioni di euro. Si tratta di un fondo d’investimento alternativo riservato chiuso con un obiettivo di raccolta attorno ai 500 milioni, come riferito da MF-Milano Finanza lo scorso luglio, gestito da F2i Sgr. Secondo quanto trapela, il veicolo è stato sottoscritto da sette compagnie, tracui Intesa SanPaolo Vita, Poste Vita, Reale Mutua, Cattolica, Allianz, Axa e Generali.
  • L’utile del Credem supera i 200 milioni
Il Credem ha chiuso il 2019 riportando un utile netto in crescita del 7,8% a 201,3 milioni di euro e un margine d’intermediazione in progresso del 4,1% a 1,2 miliardi. I costi operativi sono calati del 2,6% a 720 milioni, mentre il cost-income è migliorato dal 63,9 al 59,7%. Il risultato operativo è migliorato del 10,4% a 402,9 milioni, con rote e roe rispettivamente pari al 9 e al 7,6%. Sul fronte della qualità del credito, le rettifiche nette di valore sui crediti sono aumentate del 3,9% a 63,5 milioni. Il rapporto tra crediti problematici lordi e impieghi si comprime ulteriormente al 3,76%. L’istituto emiliano ha inoltre visto crescere la raccolta da clientela del 9,7% a 71,591 miliardi, così come gli impieghi sono aumentati del 4,7% a 26,684 miliardi. Infine il Cet 1 è al 13,5%.
  • Incidente Fs, probabile l’errore umano
Potrebbe essere stato un problema a uno scambio, in posizione non consona, ad aver causato il deragliamento del treno Frecciarossa Av 9595 Milano-Salerno ieri mattina sulla linea alta velocità vicino a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) causando due morti e 31 feriti. Questa una delle ipotesi al vaglio del Procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, che al tempo stesso ha escluso «qualsiasi riferimento a un’attività volontaria; l’ipotesi di attentato è destituita di ogni fondamento». Il treno era il primo del mattino, partito dalla stazione Centrale di Milano alle 5.10, e al momento dell’incidente andava a 290 km/h, la massima velocità prevista. A bordo c’erano 28 passeggeri oltre al personale di Trenitalia. Questo è il primo incidente mortale avvenuto sulla linea ad alta velocità in 15 anni.

  • Mediobanca, sale l’utile
Mediobanca ha archiviato il primo semestre dell’esercizio 2019-2020, chiuso a fine dicembre, con un utile netto di 467,6 milioni di euro, in crescita del 3,8% su base annua. I ricavi sono saliti del 4% a 1,325 miliardi. In miglioramento del 3% a 722 milioni il margine d’interesse, grazie soprattutto alla buona dinamica dei volumi e alla tenuta dei margini nel credito al consumo. Le commissioni sono aumentate del 5% a 329 milioni e il cost-income si è mantenuto sotto il 45%. Gli impieghi alla clientela sono cresciuti del 4,2% a 46,3 miliardi di euro, con apporti positivi da tutti i settori. La percentuale di attività deteriorate sugli impieghi è rimasta invariata al 3,9% lordo (1,8% netto), con un indice di copertura sceso dal 54,8 al 53,9%. Le sofferenze rappresentano lo 0,17% degli impieghi. Quanto ai requisiti patrimoniali, Mediobanca ha raggiunto un Cet1 stabile al 14,1%, superiore di oltre 550 punti base ai minimi regolamentari richiesti
  • Credem, l’utile cresce a 201 mln
Profitti in crescita per Credem, che nel 2019 ha registrato un utile netto consolidato di 201,3 milioni di euro, in crescita del 7,8% su base annua. Il margine di intermediazione è salito del 4,1% a 1,205 miliardi. I costi operativi sono calati del 2,6% a 720 milioni, mentre il cost-income è migliorato dal 63,9 al 59,7%. Il risultato operativo è cresciuto del 10,4% a 402,9 milioni. Sul fronte della qualità del credito, le rettifiche nette di valore sui crediti sono aumentate del 3,9% a 63,5 milioni. L’istituto emiliano ha visto crescere la raccolta complessiva da clientela del 9,7% a 71,591 miliardi di euro, così come gli impieghi che sono aumentati del 4,7% a 26,684 mld. Quanto ai requisiti patrimoniali, il Cet1 (calcolato su CredemHolding) si è posizionato al 13,5%: un livello che la banca definisce «ai massimi livelli dei sistema». Dal canto suo, CredemHolding (che controlla Credem) ha archivia il 2019 con un utile consolidato di 154,6 milioni, in crescita del 9,6%.

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  • Il fonogramma col via libera “Errore umano”
All’altezza di Ospedaletto Lodigiano, in un tratto in cui alle rotaie dell’Alta velocità si affiancano alcuni binari di servizio, il locomotore giace in un groviglio di lamiere e polvere con il muso rivolto nella direzione opposta al senso di marcia. Il resto del convoglio è fuori dal tracciato. Percorrendo a ritroso le rotaie per circa trecento metri si trova l’imputato numero uno di questo disastro che è costato la vita a Cicciù e Di Cuonzo: uno scambio ferroviario nella posizione sbagliata. Il procuratore di Lodi Domenico Chiaro, pur con tutta la cautela imposta dal caso ed escludendo per certo soltanto le ipotesi dell’attentato e del gesto volontario, lascia intendere che è su quel deviatoio d’acciaio che si concentra l’indagine del Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer. Stando a quanto si apprende da Rfi, il lavoro di manutenzione era ordinario e programmato e i sensori disposti lungo la rete non avevano segnalato alcun guasto. I tecnici dovevano soltanto sostituire un pezzo del deviatoio, così come prevede il protocollo di sicurezza sull’usura dei materiali. Su quel binario non ci sono telecamere di sorveglianza, ma il Frecciarossa 1000 ha un circuito interno video prezioso per ricostruire la dinamica dell’incidente. La procura di Lodi, che indaga per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni multiple, per adesso non ha iscritto nessuno nel registro degli indagati.
  • Il crollo a Cava de’ Tirreni Muore schiacciato sotto un pino secolare
Era uno degli alberi più antichi di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. Un pino secolare che, ieri mattina, non ha retto alla forza dirompente del vento e si è spezzato su viale Crispi, uccidendo un oculista 61enne, Gioacchino Mollo. Il medico stava facendo una passeggiata con il suo labrador quando è rimasto schiacciato dall’albero piantato nella villa comunale. Si è salvato, invece, il cane che portava al guinzaglio. Ed è stato anche attraverso il suo microchip – intestato alla moglie del 61enne – che è stato possibile identificare la vittima. Ma la tragedia avrebbe potuto essere ancora più seria. L’albero, infatti, ha piegato la recinzione in ferro del giardino comunale, danneggiando un’auto che era stata parcheggiata pochi minuti prima. Il sindaco Vincenzo Servalli ha precisato che su quell’albero erano stati fatti controlli e “dai risultati consegnati il 23 dicembre 2019, è risultato tra quelli da non abbattere”.
  • Stagista ferito durante l’alternanza scuola-lavoro
Aveva un momento di pausa, nella sua giornata di alternanza scuola-lavoro, e voleva rendersi utile: ha aperto un cancello chiuso da anni per ripulirlo ma gli è crollato addosso e lo ha schiacciato. Il giovane di 17 anni, studente dell’agenzia di formazione professionale di Verzuolo, è rimasto ferito ieri mentre lavorava nella società Emmeti di Genola, nel Cuneese. I dipendenti se ne sono accorti quando non l’hanno visto arrivare per la pausa pranzo. Trasportato all’ospedale Molinette di Torino, le sue condizioni non sarebbero gravi. Indagano carabinieri e Spresal, per ora non risultano inadempienze: lo studente era assicurato.
  • Nagel fa un assist a Del Vecchio “Nuova governance a Mediobanca”
Dovrebbe finire così. Mediobanca cancellerà dal suo statuto la prescrizione — alquanto bizantina ma legata al mondo dei “debitori di riferimento”, quando tre grandi banche commerciali ne blindavano l’azionariato — per cui l’amministratore delegato e il dg vanno scelti tra dirigenti assunti da almeno tre anni. A ottobre, al rinnovo del cda, i nuovi “azionisti di riferimento”, ossia i fondi comuni padroni del 40% circa delle quote, voteranno coesi la lista di consiglieri proposta dal cda uscente, compreso l’ad Alberto Nagel — e salvo sorprese pure il presidente Renato Pagliaro — che non hanno mai chiesto un euro ai soci e anzi da anni li remunerano ai massimi tra le banche italiane. Leonardo Del Vecchio, da settembre nuovo primo azionista con il 9,9% e ancora incline ad avvicinarsi al 20% entro l’assemblea (ma solo dopo che avrà chiesto e ottenuto l’ok della Bce vigilante) farà buon viso a questo gioco: per preservare l’investimento, già in plusvalenza per qualche centinaio di milioni, e perché così si vuole a Francoforte e a Roma, a presidio della stabilità del primo polo finanziario nostrano (Mediobanca è la prima forza delle Assicurazioni Generali con il 13%). Stabilità che il patron di Luxottica ha molto a cuore, specie se declinata in rima con “italianità”: concetto che negli incontri di queste settimane con Nagel, con l’ad di Generali Philippe Donnet e con i rappresentanti delle istituzioni l’imprenditore avrebbe espresso ripetutamente.

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  • «Uno scambio aperto per errore»
Lo scambio lasciato «aperto» verso un binario morto. Un errato via libera alla circolazione comunicato alla centrale operativa e l’ok al tracciato per il Frecciarossa. È in questa incredibile catena di errori e coincidenze che si nasconde la causa del deragliamento dell’Etr 9595 e del disastro lungo l’Alta velocità. Per gli investigatori a innescare lo «svio» dai binari è stato l’errato posizionamento del «deviatoio numero 05». Lo scambio, infatti, doveva essere in posizione «chiusa». In pratica rivolto in modo da consentire il passaggio del treno senza deviazioni lungo il suo itinerario. Anche perché si tratta di uno scambio che porta a un binario senza uscita, usato solo per consentire ai mezzi di manutenzione di entrare e uscire dalla linea. Invece gli investigatori del Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer lo hanno trovato «aperto», in una posizione attiva per deviare la corsa del convoglio verso sinistra e quindi in direzione del deposito dei mezzi di manutenzione. Una circostanza che non si sarebbe mai potuta verificare in condizioni normali, visto che la rete è protetta da un sistema di sensori e segnalamento indispensabile per avere il via libera al movimento dei treni superveloci.
  • Europ Assistance si riorganizza
Nuova organizzazione per Europ Assistance: vengono affiancate alle strutture esistenti l’offerta Auto, affidata a Gennaro Bisesti, e l’offerta Travel&Personal, affidata a Mauro Cucci.

  • Coronavirus, l’Italia rischia 13 milioni di turisti in meno
Dalla moratoria sulle imposte agli ammortizzatori per le imprese più esposte. Il Governo prova ad ascoltare il grido di allarme delle imprese del turismo, le più colpite finora dall’allarme coronavirus, e studia le prime contromisure da inserire in un provvedimento ad hoc da adottare nelle prossime settimane appena si conosceranno meglio i danni provocati dalle cancellazioni di viaggi e prenotazioni. Ieri il ministro per i Beni culturali e il Turismo Dario Franceschini con la sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi ha incontrato le imprese del settore e dopo aver raccolto le loro indicazioni ha portato il dossier sul tavolo del consiglio dei ministri dove si è cominciato a ragionare di possibili interventi.«Il governo è intervenuto con efficacia e tempestività a salvaguardia della sicurezza nazionale – ha detto Franceschini – ora vogliamo affrontare le problematiche che sta vivendo un settore strategico per l’economia nazionale quale è il turismo».
  • Cattolica rivede al ribasso i target stimati per il 2020
Cattolica taglia le stime sui conti 2020 rispetto al piano industriale 2018-2020 e prevede un utile in calo nel 2019 a causa di alcune poste straordinarie. Il cda della compagnia veronese, riunitosi ieri, ha anche anche approvato il Piano Rolling 2020-2022 alla luce del nuovo contesto. Per quest’anno infatti, si stima un risultato operativo tra 350 e 375 milioni di euro dalla precedente forchetta di 375-400 milioni comunicata al mercato in occasione del piano 2018-2020. Eppure a inizio novembre, Carlo Ferraresi, fresco di nomina al vertice della compagnia a valle dell’uscita dell’ad Alberto Minali, aveva ribadito che pur operando «in un contesto a elevata competitività», si continuava «a lavorare alacremente per rispettare gli obiettivi del piano industriale». Il board ha poi preso atto delle prime risultanze dell’esercizio 2019 da poco concluso. I premi totali della raccolta diretta dovrebbero raggiungere i 6,9 miliardi di euro (+20%), di cui 2,2 miliardi nel Danni e 4,8 nel Vita. Il risultato operativo 2019 dovrebbe assestarsi a circa 300 milioni di euro, valore marginalmente superiore al precedente esercizio (292 milioni di euro). L’utile netto di gruppo 2019 è però previsto in calo rispetto al 2018 a causa di alcune poste negative straordinarie non pianificate .
  • Fideuram tocca i 906 milioni
Utile netto consolidato al nuovo massimo storico di 906 milioni per Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking: +9% sul 2018, quasi interamente composto da commissioni ricorrenti e margine di interesse. Il totale delle masse amministrate al nuovo primato di 242,7 miliardi, +14% sul 2018 grazie a una raccolta netta di 10,9 miliardi (+7%) e mercati finanziari positivi. Il numero complessivo dei private banker è pari a 5.834 unità, con un portafoglio medio di circa 42 milioni (in crescita rispetto ai 36 milioni del 2018).
  • Mediobanca ripensa la governance: l’ad potrà essere esterno (dal 2023)
Mediobanca riapre il cantiere della governance. Presumibilmente alla prossima assemblea di fine ottobre, quando dovrà essere rinnovato anche il consiglio di amministrazione, verrà proposta la modifica statutaria per cancellare la disposizione che vincola la scelta dell’ad tra i dirigenti del gruppo con anzianità aziendale superiore ai tre anni. Non ce ne sarà più bisogno per garantire l’autonomia di Mediobanca, dal momento che non esiste più la situazione che aveva suggerito l’introduzione di questa disposizione, inserita nello statuto quando UniCredit si era unito con Capitalia per garantire l’autonomia della banca d’affari a fronte di possibili conflitti d’interesse con un azionista di peso attivo parzialmente nello stesso campo.
  • Al via con F2i il fondo per le infrastrutture
Al via il fondo per le infrastrutture firmato dall’Ania. Si tratta di un fondo di investimento alternativo riservato chiuso, con un obiettivo di raccolta di circa 500 milioni di euro, che verrà gestito da F2i sgr. Per F2i si tratta del quarto fondo in gestione che prelude al lancio di un quinto fondo, che arriverà nel corso del 2020 e che proietterà la realtà a ridosso dei 6 miliardi di capitali affidati in gestione. Riguardo al fondo Ania, ieri è stato completato il primo closing per oltre 320 milioni di euro mentre un secondo closing è previsto nel corso del 2020. L’obiettivo del fondo è, come comunicato dalla società, «di investire in infrastrutture in Italia, in strumenti azionari non quotati, selezionati ispirandosi a principi ESG, in coerenza con il ruolo strategico che la sostenibilità riveste per Ania e per le imprese investitrici». «Questa operazione testimonia – ha commentato la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina – la crescente attenzione delle imprese di assicurazione per la realizzazione di investimenti infrastrutturali che contribuiscano ad aumentare la competitività del nostro paese.
  • Alcol alla guida: scatta il blocco al motore
Ci 25mila morti sulle strade europee ogni anno, il 25% dovute alla guida in stato di ebbrezza. L’etilometro blocca-motore, che impedisce al veicolo di partire, è stato introdotto in alcuni Stati Ue e i risultati di questa tecnologia sono stati al centro di un incontro promosso dalla Fondazione Ania e dall’European Transport Safety Council. «Proponiamo di rendere obbligatori per i recidivi i sistemi ‘alcohol lock’», ha spiegato Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania.
  • Pensione, la quota volontaria conta sempre
Una dipendente dell’Inps aveva ottenuto, in primo e secondo grado, il pagamento della prestazione pensionistica, in deroga ai requisiti vigenti al momento della richiesta della pensione. In particolare, l’interessata – negli Anni Ottanta – era stata autorizzata a versare volontariamente contributi, al fine di dare copertura a periodi di interruzione della prestazione lavorativa dovuti ad aspettativa per motivi famigliari. Tale autorizzazione, secondo la lavoratrice, le avrebbe consentito di accedere alla pensione con i vecchi requisiti (57 anni di età con 35 anni di contributi), invece di quelli più penalizzanti, introdotti successivamente.