Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Dall’alto di 50 miliardi di patrimonio gestito, Enpam, Inarcassa e Cassa Forense mettono a fattor comune le partecipazioni nelle società quotate in borsa. Le Casse dei medici, degli architetti e degli avvocati ieri hanno annunciato la nascita di Assodire, «Associazione degli investitori responsabili», si legge in una nota, aperta anche alla partecipazione di altri enti privatizzati. L’associazione è pensata per far sentire più forte a Piazza Affari la voce di questi investitori istituzionali, che potranno così votare in maniera unitaria nelle assemblee ma anche attuare forme di partecipazione più attiva alla vita delle società, cercando anche di indirizzarle i più possibile verso criteri di gestione Esg, dunque sostenibili.
Il faro delle autorità di vigilanza resta puntato su Cattolica Assicurazioni in vista dell’assemblea che il 7 marzo prossimo sarà chiamata a votare importanti modifiche alla governance della compagnia presieduta da Paolo Bedoni. Ieri, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l’ex amministratore delegato Alberto Minali, defenestrato alla fine dello scorso ottobre, è stato chiamato di nuovo negli uffici della Consob. Non solo; il clima si sta scaldando in vista dell’appuntamento di marzo, con i soci dissidenti che nei giorni scorsi hanno richiamato di nuovo l’attenzione delle autorità di controllo, non solo Consob ma anche Ivass.
Motivo del contendere sono gli incontri che la compagnia ha programmato per i prossimi giorni con i soci e poi a cascata con gli agenti della rete.

Quest’anno co.co.co., professionisti senza cassa e altri lavoratori parasubordinati iscritti alla gestione separata devono guadagnare compensi mensili non inferiori a 1.329,42 euro, per 12 mesi, se vogliono avere accreditato un anno intero di contributi per la pensione. Il dato deriva dall’aggiornamento del minimale di accredito contributivo, salito a 15.953 euro annui (15.878 nell’anno 2019). Lo spiega l’Inps, tra l’altro, nella circolare n. 12 di ieri in cui riassume, inoltre, il quadro delle aliquote contributive per l’anno 2019 (immutato rispetto all’anno scorso) della gestione separata.
Nel 2019 i medici sono andati al pronto soccorso, in media, quattro volte al giorno. Lo hanno fatto, però, non per curare ma per farsi curare. Infatti, l’anno scorso i dipendenti del servizio sanitario nazionale hanno subito 1.388 aggressioni, circa quattro al giorno. Se si considerano operatori sanitari e sociali, il numero delle violenze sale a 1850. È il risultato di un’elaborazione dei dati disaggregati forniti dall’Inail fatta da Domenico Della Porta, referente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) per l’Inail, e presentata a Venezia, nel corso del convegno dedicato a «La violenza sugli operatori sanitari». Considerando operatori sanitari e sociali, il 71% delle vittime è donna.
  • Moneyfarm, asset sopra il miliardo
Moneyfarm, società di gestione del risparmio con approccio digitale, ha visto a fine gennaio gli asset in gestione superare il miliardo di euro. Il 2019 si è chiuso con masse raddoppiate rispetto all’anno precedente (484 milioni 2018) e un’accelerazione nelle prime settimane del 2020, che ha portato a raggiungere e superare la soglia del miliardo. Per quanto riguarda i portafogli gestiti, nel 2019 la performance media realizzata è stata superiore al 12% con picchi di oltre il 19% per la linea più aggressiva. La società gestisce il patrimonio di 43 mila investitori a un ritmo di crescita che è sempre stato a doppia cifra anno su anno e che ha visto, negli ultimi tre anni, le masse gestite più che triplicate (+221%) e la base clienti più che raddoppiata (+114%). Analizzando l’età media dei clienti (42 anni a livello globale, 45 in Italia, 40 nel Regno Unito e 42 in Germania) emerge che la fascia che cresce maggiormente è quella che compresa tra 40 e 50 anni: si tratta di persone che hanno un’esperienza pregressa nel mondo degli investimenti e cercano un’alternativa più efficiente alla distribuzione tradizionale

  • Germania la più esposta Timori sulla catena del valore
La Germania, con il suo Pil dipendente dall’export e in particolare con la sua industria automobilistica, è oggi più esposta all’interscambio commerciale con la Cina colpita dal coronavirus che con la Cina partner commerciale ai tempi nel 2003 dell’epidemia Sars. Ed è di ieri la notizia che, stando ai calcoli in anteprima dell’Ifo Institut, la Germania ha chiuso il 2019 con un surplus record delle partite correnti, dominato dal commercio con l’estero, superiore a quello del 2018 e pari a 262 miliardi di euro (293 miliardi di dollari), ancora una volta il più grande surplus al mondo: confermando così la forte esposizione dell’industria tedesca verso le esportazioni, dove la Cina è stato il primo partner commerciale (export + import) già nel 2018.
  • L’auto tracolla ancora, ibride raddoppiate
Un risultato negativo, a conferma del momento di stagnazione per il mercato italiano dell’auto, che riparte in sordina a gennaio con 155.528 autovetture immatricolate, il 5,9% in meno rispetto al 2019. Sul risultato ha pesato il calendario, con un giorno lavorativo in meno, e forse anche le scelte commerciali fatte da molti operatori nel mese di dicembre, per spingere i modelli a più alte emissioni.

 

  • Ad Agrusti il titolo di commendatore
Raffaele Agrusti, amministratore delegato e direttore generale di Itas Assicurazioni, è stato insignito da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’onorificenza di commendatore sulla base delle «benemerenze acquisite verso la nazione nel campo dell’economia».
  • Moneyfarm, masse gestite oltre 1 miliardo
Moneyfarm, società di gestione del risparmio con approccio digitale, ha superato a fine gennaio il traguardo del miliardo di euro di asset in gestione. Lo scorso anno si è chiuso con masse raddoppiate rispetto al 2018 (976 milioni a fine anno contro i 484 milioni di 12 mesi prima). La performance media annua realizzata dai portafogli gestiti è stata di oltre il 12 per cento con picchi di oltre il 19 per cento per la linea più «aggressiva».
  • Autostrade, gestore non responsabile per animali selvatici
Se la rete di recinzione dell’autostrada è integra, il gestore non ha responsabilità per i danni causati da animali che entrano sulla carreggiata e vengono investiti dai veicoli in transito. Lo dice sul piano civile una recente sentenza del giudice di pace di Roma. Ma una parte cospicua della giurisprudenza precedente ha stabilito il contrario. La sentenza di Roma (Quinta sezione civile, giudice Emanuela Artone) è la n. 32557, depositata il 2 dicembre 2019. Vi si accoglie la tesi del difensore di Aspi (Claudio Sciarra), che prospettava il caso fortuito, sufficiente secondo l’articolo 2051 del Codice civile (responsabilità per le cose in custodia) a interrompere il nesso di causalità fra evento e danno. Oltre alla corresponsabilità del guidatore per non aver ridotto la velocità alla vista di un capriolo che attraversava due volte la carreggiata, il giudice fa rilevare come sia stato provato che la rete di recinzione era integra. Un orientamento non scontato: ad esempio, la sentenza 1139/2017 del giudice di pace di Tivoli ipotizza che l’animale possa essere entrato in autostrada in un punto lontano dal luogo dell’incidente e in cui non era stato dimostrato che la rete fosse stata ispezionata.
  • Il rifiuto della trasfusione non taglia il risarcimento ai parenti della vittima
La Cassazione esclude in ambito civile il taglio del risarcimento danni da incidente stradale se la vittima muore perché rifiuta trasfusioni per convincimento religioso. Lo stabilisce la sentenza 515/2020, depositata il 15 gennaio. Il principio è limitato a un caso particolare e non ha riflessi penali (si veda l’articolo sotto), ma è argomentato con spunti interessanti. La vittima era stata ricoverata in gravissime condizioni in un ospedale di Roma, dove veniva sottoposto ad intervento chirurgico d’urgenza ma non alla terapia emotrasfusionale prescritta, perché al momento dell’incidente aveva con sé una dichiarazione dalla quale emergeva la sua volontà di non essere emotrasfuso per motivi religiosi. Dopo il suo decesso, i congiunti facevano causa alla compagnia che assicurava il responsabile civile dell’incidente, per ottenere il risarcimento dei danni subiti