Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Multipower Reale Dinamica è una polizza assicurativa a vita intera di tipo multiramo. Il contratto prevede che a fronte del pagamento di un premio unico venga liquidata ai beneficiari designati una prestazione predefinita in caso di decesso dell’assicurato, in qualsiasi momento questo avvenga. È inoltre possibile per il contraente richiedere la liquidazione della prestazione maturata prima del decesso dell’assicurato, attraverso un riscatto anticipato Multipower Reale Dinamica prevede che l’investimento dei premi in parte nella gestione separata Reale Uno e in parte nella componente unit linked sottostante. Di riflesso, al momento della sottoscrizione, il contraente sceglie di ripartire il premio unico iniziale in una percentuale variabile tra il 5% e il 70% nella gestione separata, e la parte restante, in base alle percentuali di allocazione stabilite nel modulo di proposta, nei fondi interni Reale Linea Bilanciata Attiva e Reale Linea Mercato Globale. La soluzione presa in esame si basa sulla combinazione d’investimento 50% investito nella gestione separata e 50% convogliato a favore della linea Bilanciata Attiva.
Il prodotto Vittoria Investimeglio Doppia Evoluzione un’assicurazione multiramo a vita intera, a premio unico con possibilità di versamenti aggiuntivi. Le prestazioni sono collegate alla gestione separata Vittoria Obiettivo Crescita e al fondo interno Vittoria Azionario Europa Classe A. Il Contratto prevede che, alla sottoscrizione, il contraente scelga tra una delle due possibili linee di investimento ovvero la Linea di Investimento Libera e la Linea di Investimento Ribilanciata. Nel primo caso il contraente può investire il premio o i versamenti aggiuntivi scegliendo tra le percentuali di allocazione desiderate nel fondo interno e nella gestione separata. Sono comunque previste una percentuale minima e massima di investimento per ognuna delle due componenti finanziarie, cioè per la gestione separata vale il range 10%-70% e per il fondo interno il range 30%-90%. Nel caso in cui vengano effettuati versamenti aggiuntivi è data facoltà al contraente di indicare la ripartizione percentuale desiderata, sempre nei limiti sopra indicati.
Giovedì 6 febbraio Alberto Nagel presenterà la semestrale di Mediobanca, un appuntamento a cui il mercato guarderà con particolare interesse. Non solo per accertare ancora una volta i risultati di una strategia che vede nella diversificazione il suo riconosciuto punto di forza, ma soprattutto perché il ceo potrebbe fornire elementi sull’evoluzione della corporate governance in un periodo di profondi cambiamenti nella compagine societaria. Con Leonardo Del Vecchio inchiodato al 9,9%, Unicredit fuori dai giochi e Vincent Bolloré più enigmatico di una sfinge, i soci storici di Mediobanca non nascondono la preoccupazione per il futuro. In tal senso vanno lette le parole di Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo Mediolanum, che ha ventilato la cessione del suo 3,28% in caso di drastici mutamenti nella governance. «Se il quadro cambia, vogliamo essere liberi di vendere», ha spiegato dopo l’annuncio della riclassificazione della quota come non più strategica.
Sono tanti i mercati in cui Generali vuole crescere ed è pronta a investire: dal Sudamerica all’Asia passando per Spagna, Svizzera, Portogallo e pure Grecia. Parola di Jaime Anchustegui, dal 2018 a capo delle attività internazionali di Generali e che alcuni di quei mercati li ha sperimentati in prima linea. Nei suoi 26 anni nel gruppo Generali è stato ceo della compagnia in Spagna, ha lavorato in Messico, Perù e Brasile. Ora questi Paesi li coordina tutti sotto il cappello dell’Internazionale, che raccoglie i mercati europei (escluse Est Europa, Francia, Italia e Germania), l’intera l’Asia e il Sudamerica. Aree che complessivamente, con 8,3 miliardi, nel 2018 hanno rappresentato il 13% dei premi del gruppo Generali e il 14% del risultato operativo, ma dove il gruppo vuole spingere forte, conoscendo le enormi potenzialità di crescita in questi Paesi e forte delle risorse a disposizione.
Per un Portogallo che fa una mezza marcia indietro sulle agevolazioni ai pensionati stranieri, tanti altri Paesi continuano invece a volerli attrarre all’interno dei loro confini. Da tempo infatti i cittadini stranieri over 65 anni sono diventati sempre più ambiti dai governi, che se li contendono a suon di esenzioni fiscali: servono ad attrarre capitali e ridare un po’ di linfa quindi l’economia, ma anche a evitare il rischio spopolamento in alcune zone. Non a caso proprio il Portogallo già nel 2009, all’indomani dunque dello scoppio della crisi economica, ha varato il regime tax free per i pensionati esteri che spostavano la residenza nel Paese lusitano. A dieci anni di distanza però ci sta ripensando: nella legge di Bilancio per il 2020 il Partito Socialista (al governo) ha inserito la proposta di portare al 10% la tassazione per i pensionati stranieri con status di «residenti non abituali».
E’ ripartito il cantiere pensioni con l’avvio del nuovo tavolo di concertazione 2.0 tra governo e sindacati. L’obiettivo esplicitato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e condiviso dalle parti sociali è quello di approdare a un assetto per quanto possibile stabile, con un orizzonte temporale almeno decennale. In un Paese come il nostro in cui la frequenza delle riforme previdenziali è intensissima l’intento sembra sicuramente lodevole. Numerosi sono i temi in agenda dal come evolvere in maniera strutturale rispetto a quota 100 al termine del periodo di sperimentazione (si vorrebbe inserire la nuova soluzione che si individuerà nel Def e poi nella prossima legge di Bilancio), al come dotare il contributivo di una pensione di garanzia per i giovani, al come posizionarsi in prospettiva su opzione donna e Ape sociale che la recente legge di Bilancio ha prorogato di un anno, ai lavori gravosi e quelli di cura, alla rivalutazione delle pensioni.
In pensione godendosi le spiagge di Budoni o del Golfo di Orosei anziché le rive dell’Atlantico ad Algarve. Guardava al Portogallo la norma italiana per invogliare i pensionati a trasferirsi al Sud contribuendo così a dare nuova vita a paesini a rischio spopolamento. E proprio ora che a Lisbona il nuovo governo guidato da Antonio Costa sta pensando una parziale marcia indietro sulla detassazione totale per dieci anni imponendo un’aliquota al 10%, la versione nazionale introdotta con la legge di Bilancio 2018 potrebbe recuperare quell’appeal che la scelta di introdurre di un’imposta sostitutiva al 7% per cinque anni sui redditi prodotti all’estero (le aveva in parte tolto rispetto alle condizioni offerte da altri Paesi. «Difficile che qualcuno si sposti in Italia quando ci sono nazioni, come la Germania, dove le tasse sulle pensioni sono al 3%», commenta, a colloquio con MF-Milano Finanza, Alberto Brambilla, presidente di Itinerari previdenziali.

 

Con la nomina di De Meo in Renault e di Guerra in Lvmh crescono gli italiani alla guida di colossi mondiali. Come Greco in Zurich, Caforio in Bristol-Myers e Belloni, anch’egli alla corte di Arnault
  • Cattolica sceglie Google Cloud
Cattolica Assicurazioni avrà Google Cloud come partner tecnologico per intraprendere il processo di trasformazione digitale. La collaborazione tra la compagnia assicurativa veronese e l’azienda di Mountain View è finalizzata a supportare il progetto di trasformazione di Cattolica in una «data driven company», come previsto dal piano industriale 2018-2020 del gruppo. L’infrastruttura tecnologica mira a migliorare l’analisi in real-time di dati strutturati e non strutturati, beneficiando di una gestione del dato conforme alle più evolute normative in tema di privacy. La trasformazione tecnologica è accompagnata da un simultaneo cambiamento della struttura organizzativa, che ha visto la creazione di una nuova area di insurance analytics. A questo proposito il personale di Cattolica ha lavorato fianco a fianco con gli esperti di Google Cloud sull’analisi, lo sviluppo e l’applicazione di modelli di machine learning. In poche settimane Cattolica ha attivato il «data scientist lab», nel quale figure professionali It e business lavorano insieme, unendo le competenze e utilizzando strumenti comuni.

Per i servizi bancari, finanziari e assicurativi è prorogato di diritto l’attuale regime di mutuo riconoscimento delle autorizzazioni e del sistema di vigilanza (il cosiddetto regime di passaporto) ed è assicurata la continuità operativa e dei rapporti tra infrastrutture dei mercati finanziari di trading e post trading, intermediari e clienti da e verso il Regno Unito, nonché la tutela di depositanti e investitori. A precisarlo è il ministero dell’economia, ricordando che l’accordo di recesso del Regno Unito dall’Unione europea prevede un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2020 (salvo un’eventuale proroga) durante il quale la normativa comunitaria continuerà ad applicarsi nel Regno Unito e al Regno Unito come se quest’ultimo fosse ancora uno stato membro.
Industria mineraria e servizi finanziari fuori dalla riforma internazionale delle regole Ocse sulla tassazione digitale. Ieri la comunità internazionale ha riaffermato il suo impegno per raggiungere un accordo definitivo sulla tassazione dell’economia digitale entro la fine del 2020, secondo quanto dichiarato dalla lettera d’intenti pubblicata ieri dall’Inclusive Framework del Beps, il programma contro il trasferimento degli utili e l’erosione della base imponibile dell’Ocse, che raggruppa 137 paesi.

  • Il turismo rischia di pagare il conto più salato
Da «anno record» del turismo cinese a probabile «anno incubo». Nel 2020 a Cina sarebbe dovuto diventare il Paese con più turisti al mondo. E l’Italia – la meta finora più scelta dai tour mandarini in Europa (5,3 milioni le presenze nel 2018)- si era già attrezzata per accoglierne il più possibile: un paio di settimane fa, prima dello scoppio dell’allarme coronavirus, i due Governi celebravano a Roma e a Pechino l’anno del turismo e della cultura Italia-Cina. Ora, dopo la decisione di chiudere lo spazio aereo ai voli provenienti dalla Cina, si dovranno rivedere le stime che prevedevano di superare i 4 milioni di arrivi e i 700 milioni di incassi dai turisti cinesi. Grazie anche alla frequenza dei voli verso la Cina appena raddoppiati (da 56 a settimana a 108) con ben 164 slot aperti, il numero più alto tra i Paesi Ue.
  • Previdenza integrativa, le adesioni superano 9 milioni
Una buona annata dei mercati finanziari ha premiato i rendimenti delle forme pensionistiche complementari. Nel 2019 i corsi azionari positivi e l’altalena dei rendimenti obbligazionari hanno fatto chiudere con performance molto interessanti praticamente tutte le tipologie del comparto monitorato da Covip. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i fondi negoziali hanno guadagnato il 7,2%; l’8,3% e il 12,2%, rispettivamente, i fondi aperti e i PIP di ramo III. I dati sono stati diffusi ieri dalla Commissione presieduta da Mario Padula. Per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in buona parte dal flusso cedolare incassato, il risultato è stato pari all’1,7%.

  • «Attenzione a come vendete i prodotti sostenibili»
«I consulenti finanziari hanno davanti una doppia sfida: devono acquisire competenze nell’ambito della sostenibilità per poter spiegare in modo semplice ai risparmiatori perché è importante investire in prodotti finanziari sostenibili. La seconda sfida è di parlare ad adulti e anziani che detengono in Italia la ricchezza e che, non tutti per la verità, hanno meno sensibilità dei giovani verso tali temi». Enrico Giovannini, ex ministro del Lavoro ed ex presidente Istat, è portavoce dell’Asvis, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile, economista e docente di statistica economica all’università di Roma Tor Vergata. Da anni insiste sui temi Esg (ambiente, sociale e governance). Ora finalmente sembra sia iniziato il cambio di paradigma pure in Italia e soprattutto nel mondo finanziario.
  • Il modello “fee only” è ancora appannaggio di pochi advisor
Il mondo delle reti e del private banking è ancora molto lontano dalla consulenza a pagamento, secondo il modello anglosassone del fee only. Ovvero quell’attività che, sempre all’interno di un servizio d’investimento vigilato, viene prestata al cliente dietro compenso di una commissione omnicomprensiva. Il modello retributivo delle reti appare oggi infatti ancora fortemente ancorato ai prodotti che il singolo consulente “piazza” sul mercato e sui quali le società percepiscono le retrocessioni dalle case prodotto. Stiamo parlando della consulenza evoluta fornita a fronte di un contratto dedicato e soggetta al pagamento di commissioni. Come quella che presta Fideuram antesignana in tal senso con Consulenza evoluta Sei, e attualmente prestata a circa 67mila clienti (38,1 miliardi di masse). Nel 2018 anche Banca Generali e Credem hanno lanciato la consulenza evoluta con un sistema di “commissione on top”.
  • Rima stonata tra prudenza e previdenza
La prudenza è rischiosa. Se porta risultati bassi diventa inefficiente rispetto allo scopo per cui si mette in gioco il nostro denaro. Lo confermano le centinaia di studi sull’investimento in azioni nel lungo periodo che vengono pubblicati periodicamente. Ma anche senza volersi esporre più di tanto all’equity, il discorso non cambia. Prendiamo in esame la destinazione del proprio trattamento di fine rapporto alla propria azienda o allo Stato (in caso si lavori in una società con oltre 50 dipendenti) con lo scopo di usare il capitale ricavato per i propri obiettivi. Una scelta erronea, almeno a confronto con altre decisioni, se finalizzata alla costituzione di un capitale consistente e disponibile nel frattempo. Prendete invece un fondo pensione: consente una maggiore agilità nelle anticipazioni del capitale conferito e una tassazione più bassa. Ragioni sufficienti per non avere molti dubbi sulla scelta. Ma c’è il tema del rischio: e la rima psicologica tra i concetti di “pensione” e “prudenza” porta solo un terzo di italiani a preferire di destinare il Tfr alla previdenza complementare.
  • Brexit, gli impatti per i risparmiatori
A due anni e mezzo dal referendum sulla Brexit, ci si chiede cosa cambia davvero per i consumatori italiani ed europei a partire da oggi, primo giorno in cui si consuma ufficialmente il divorzio tra Regno Unito e Ue. Per ora nulla: oggi parte il periodo di transizione che si concluderà a dicembre, durante il quale verranno negoziati i rapporti futuri tra il Paese uscente e l’Unione europea, dai quali dipenderanno in gran parte gli effetti concreti della Brexit per i cittadini.
  • Remunerazione dei manager, entra il metro della sostenibilità
La proporzionalità è la chiave di volta del nuovo codice di autodisciplina delle società quotate. Un codice, in uscita in questi giorni, profondamente rivisto, non solo per dare una forte impronta di sostenibilità all’intera governance delle imprese (fino ad influenzare pesentemente le remunerazioni variabili dei manager), ma anche per dare delle indicazioni di governance su misura per le società più piccole e per quelle caratterizzate da una situazione di controllo concentrato
  • Quelle crescenti attenzioni alle polizze sanitarie
Un recente studio di Deloitte sulle prospettive del sistema sanitario italiano ha appurato che solo un italiano su cinque ha sottoscritto una polizza assicurativa salute (rami infortuni e malattia). Ovvero il 20%, una percentuale in crescita anche se ancora emerge un’elevata diffidenza da parte delle famiglie italiani a coprirsi dai rischi sanitari. In particolare circa il 50% di coloro che non hanno una polizza salute non sono intenzionati all’acquisto, principalmente a causa dei costi troppo elevati (44%) o perché non ne avvertono l’esigenza (30%). Viceversa, la soddisfazione presso coloro che hanno già sottoscritto una polizza assicurativa salute appare pienamente positiva, in quanto il 76% dei clienti attuali consiglierebbe la sottoscrizione ad amici e parenti.