di Francesco Ninfole
Nel primo intervento pubblico da membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea Fabio Panetta si è soffermato soprattutto sul futuro dell’Unione monetaria. L’occasione è stata la premiazione come Alumnus Luiss 2019 ieri a Roma. Rispondendo alle domande degli studenti Panetta ha osservato che l’integrazione nell’area euro «si sta facendo a tratti. La parte iniziale dell’Unione monetaria si è caratterizzata per una fase di crescita e tassi bassi e ci siamo un po’ illusi che tutto potesse funzionare bene. La crisi ci ha rimessi di fronte alla possibilità di shock asimmetrici, ha determinato molte tensioni e ha riavviato il processo istituzionale per il completamento dell’Unione monetaria».
L’ex direttore generale della Banca d’Italia ha poi rilevato che «purtroppo spesso i passi in avanti si fanno dopo una crisi. Un progetto di unificazione monetaria richiede un tempo molto lungo. Credo che la nuova Commissione Ue abbia una nuova spinta europeista, superiore a quella precedente che forse era un po’ stanca».
L’Unione Europea, ha aggiunto, «non è un progetto economico, nasce come progetto politico lungimirante» dalla «visione nel futuro di alcune persone che hanno visto i rischi di una contrapposizione forte» tra Stati che tante volte in passato sfociava nella guerra.
Un aspetto che sarà centrale per l’Europa nei prossimi anni sarà il cambiamento climatico. In questo ambito il ruolo guida spetterà però alla politica, non alle banche centrali. Per Panetta è «abbastanza evidente un deterioramento ambientale che può mettere in pericolo la stabilità se non la sopravvivenza» delle economie moderne. La Commissione Europea, ha osservato, «ha messo al centro del programma la questione ambientale. Le banche centrali non sono in prima linea su questa questione, che va affrontata dai governi con strumenti fiscali come la carbon tax. Ma questo non vuol dire che le banche centrali non possano fare nulla», ha proseguito. «Si può innanzitutto, come fatto dalla Banca d’Italia, rivedere la composizione del portafoglio titoli in base a criteri Esg (Environment, Social e Governance, ndr». E poi «la Bce ha annunciato un impegno molto importante nel valutare i rischi ambientali. Sicuramente se ne parlerà nella revisione della strategia. Inoltre nelle valutazioni della Vigilanza bancaria verrà tenuta in considerazione la capacità delle banche di affrontare i rischi ambientali».

A parte i riferimenti al cambiamento climatico, Panetta non è entrato nei dettagli della revisione della strategia della Bce: «Il presidente Christine Lagarde ha intenzione di rivedere le modalità con le quali la politica monetaria è stata condotta in questi anni. A cosa porterà? Lo vedremo alla fine dell’analisi, alla fine di quest’anno». Sulla modifica dell’obiettivo di inflazione il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha già messo alcuni paletti. Sul bitcoin invece Panetta ha ribadito: «Non riesco a capire che cosa ci possa essere di attraente. Non è un sostituto della moneta. Lo Stato e la Bce danno credibilità a quelli che altrimenti sarebbero solo pezzi di carta, se arrivasse un privato che promette dei soldi non vi fidereste. Dietro ai bitcoin non c’è nulla; in questo senso è una scommessa e il risultato di un calo di fiducia verso alcune istituzioni con la crisi finanziaria». (riproduzione riservata)

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