Il 2019 si chiude in rosso per Monte dei Paschi di Siena, che venerdì 7 febbraio ha archiviato l’ultimo esercizio fiscale registrando una perdita di 1,033 miliardi di euro a fronte dell’utile di 278,6 milioni conseguito l’anno precedente, mancando così gli obiettivi reddituali previsti dal piano di ristrutturazione ma centrando i anticipo di 2 anni quelli relativi ai crediti deteriorati. A pesare sul risultato della banca senese è stata soprattutto la revisione del valore delle imposte differite (Dta), che ha impattato negativamente per 1,2 miliardi di euro senza tuttavia avere effetto sulla solidità patrimoniale e sull’operatività della banca. Nonostante i vincoli imposti dal piano di ristrutturazione, il risultato operativo dell’istituto è infatti salito del 3,3% a 323 milioni di euro mentre i profitti ante imposte sono stati di 53 milioni contro una perdita di 109 milioni registrata nel 2018.

Nei 12 mesi i ricavi del gruppo sono scesi del 2% a 3,22 miliardi di euro, mentre i costi si sono ridotti del 2,6% a 2,29 miliardi e le rettifiche per deterioramento di attività del 2,2% a 611 milioni. Sulla contrazione delle entrate hanno inciso soprattutto il calo del margine di interesse, sceso del 13,9% 1,501 miliardi, e quello delle commissioni nette, ridottesi del 4,8% a 1,45 miliardi, anche sei due dati sono stati in parte compensati da un aumento dei ricavi della gestione finanziaria, saliti a 353 milioni. Positiva anche la raccolta, che nel complesso è cresciuta di 9 miliardi di euro toccando i 196 miliardi grazie anche ad un’ottima performance della componente diretta commerciale, in aumento di 3,6 miliardi, con un contributo significativo del comparto bancassurance.

Sul fronte delle sofferenze, i crediti deteriorati lordi sono scesi a 12 miliardi di euro mentre il gross npe ratio si è attestato al 12,4% (17,3% nel 2018), superando appunto l’obiettivo di piano del 12,9% al 2021. Confermata anche la solidità patrimoniale, con un common equity tier 1 ratio si al 14,7% dal 13,7% ed il total capital ratio pari a 16,7%, contro il precedente 15,2%. «Il 2019 ha visto molti passi avanti sul fronte del consolidamento dei risultati commerciali della banca» ha detto il ceo, Marco Morelli, ribadendo l’ottimo lavoro rispetto «agli impegni presi nel piano industriale condiviso con la Commissione Ue» in riferimento ad un deconsolidamento dello stock di npl intorno ai 9 miliardi su cui la stessa Commissione e il Mef stanno trattando. (riproduzione riservata)

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