IL VOSTRO QUESITO

Cliente storico (persona molto benestante) subisce furto per circa 60.000 (preziosi e argenteria). Inizialmente la compagnia riferisce che non potendo il cliente dimostrare la proprietà dei beni sottratti (nessuna documentazione fotografica, nessuno scontrino … trattandosi principalmente di regali o beni ereditati; l’unica prova attestante la proprietà la testimonianza della domestica soprattutto sull’argenteria che d’abitudine) intende fare offerta a stralcio 1500 contenuto e 1500 preziosi Dopo circa 6 mesi di estenuanti trattative riusciamo a trovare un accordo e la Compagnia liquida 25.000 €.
Il cliente riferisce che altra primaria compagnia, di recente, ad un suo caro amico ha liquidato 43.000 € in assenza di fatture/foto/scontrini … (furto totale stimato in € 60.000; capitale assicurato € 43.000) peraltro con celeri tempistiche (1 mese).
Domanda: in simili circostanze, ovvero in assenza di documenti fiscali e/o prove attestanti la proprietà dei beni, è corretto che la compagnia non effettui una quantificazione mettendo in discussione la reale proprietà dei beni e quindi la “buona fede” del cliente?

L’ESPERTO RISPONDE

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