Gli analisti del Moody’s Investors Service ritengono che l’epidemia di Coronavirus in corso rappresenti solo una minaccia limitata per il settore assicurativo cinese, e che le perturbazioni possano derivare principalmente da un impatto economico più ampio.

Lo studio ha rilevato che Hubei, la provincia al centro dell’epidemia, rappresentava solo il 4% circa dei premi assicurativi nazionali vita e danni sottoscritti nel 2019.

“Anche il mix dei premi del settore rimane dominato da prodotti di tipo risparmio, con l’assicurazione malattia che alla fine del 2019 rappresentava il 22,8% dei premi vita totali”, ha dichiarato Frank Yuen, Vice Presidente e Senior Analyst di Moody’s.

Mentre gli assicuratori potrebbero affrontare un balzo in avanti per quanto riguarda i sinistri medici di bassa gravità, Moody’s ritiene che i grandi sinistri saranno probabilmente limitati dalla copertura da parte dei fondi pubblici di assicurazione medica della Cina, dato che il governo centrale ha detto che coprirà le spese per gli individui infetti e i casi sospetti.
Inoltre, alcuni assicuratori hanno anche sottoscritto una riassicurazione contro il rischio pandemico, che dovrebbe coprire una parte significativa dei costi degli assicuratori.

L’agenzia di rating AM Best ha riferito la scorsa settimana che i riassicuratori dovranno probabilmente affrontare livelli di rischio più elevati legati al coronavirus a causa della loro maggiore esposizione ai rischi di mortalità e morbilità.

Tuttavia, Moody’s ha avvertito che gli assicuratori cinesi potrebbero trovarsi ad affrontare perdite dovute all’interruzione di attività da parte delle aziende cinesi.

“L’impatto più immediato e significativo dell’epidemia di coronavirus sugli assicuratori cinesi deriverà dalla conseguente perturbazione della loro attività più ampia e dall’impatto negativo sui portafogli di investimento a causa delle persistenti preoccupazioni per un potenziale ulteriore rallentamento dell’economia”, ha spiegato Yuen.
Al di fuori della Cina continentale, le restrizioni di viaggio dalla Cina continentale verso Hong Kong e altri paesi potrebbero limitare anche la domanda assicurativa transfrontaliera, che ha rappresentato un importante fattore di crescita per diversi assicuratori pan-asiatici e con sede a Hong Kong.
Ma a più lungo termine, è possibile che l’attuale epidemia possa aumentare la consapevolezza dell’assicurazione sanitaria e la domanda in Cina.

Il coronavirus ha infettato più di 20.000 persone da quando è stato identificato per la prima volta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 31 dicembre.
La stragrande maggioranza dei casi si trova in Cina, in particolare nella città di Wuhan, dove si pensa che il virus abbia avuto origine, con 427 persone che si ritiene siano state uccise.
Al momento non sono stati registrati decessi al di fuori della Cina, ma il virus si è diffuso in almeno 29 Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Australia, Giappone, Canada e Corea del Sud, suscitando il timore di una crisi globale.

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