Attraverso un avvocato, i mediatori creditizi e assicurativi si sono fatti avanti per denunciare le pressioni e le pratiche illegali delle banche  nel mercato delle assicurazioni sui prestiti.
Un gruppo di intermediari  francesi – mediatori creditizi e assicurativi – “costretti a tacere” e non volendo essere identificati a causa della loro totale dipendenza dalle banche, hanno fatto ricorso ad un avvocato per denunciare le pratiche anticoncorrenziali delle banche al Ministro dell’Economia.
L’obiettivo: che egli si imponga per porre fine alle pratiche commerciali non solo “contrarie agli interessi dei consumatori”, ma anche “alla legge in vigore” secondo una lettera inviata il 29 gennaio a Bruno Le Maire da Laurent Denis, avvocato di diritto bancario specializzato nella difesa degli intermediari.
In questa missiva che L’Argus ha potuto consultare, l’avvocato descrive “violazioni della libera concorrenza nel mercato dell’assicurazione dei prestiti” e “pratiche commerciali illegali” che “non sono soggette ad alcuna sanzione”. “Questo stato di totale impunità deve finire, senza altre alternative”, scrive Laurent Denis.

L’avvocato descrive un mercato dell’assicurazione dei prestiti per l’88% nelle mani delle banche, che vendono i loro prodotti “fino a due volte più cari”, il che “materializza una clamorosa anomalia di mercato” spiegata dalla “massiccia industrializzazione delle pratiche commerciali che ostacolano la libera scelta dell’assicurazione dei prestiti, nonché dalla recentissima generalizzazione delle pratiche contrattuali che ostacolano il libero esercizio dell’intermediazione creditizia e assicurativa”.

In particolare, si fa riferimento a clausole di accordi bancari, sottoscritti con intermediari, che prevedono un compenso più elevato per chi presenta pratiche relative ad assicurazioni collettive più di nove volte su dieci. L’esempio fornito è quello della banca Charente-Périgord del Crédit Agricole.
Un altro esempio è rappresentato dai nuovi accordi di partenariato che “non esitano a proibire ai broker creditizi di offrire un’assicurazione del mutuatario quando concedono prestiti”, il che è “contrario alla libera scelta dell’assicurazione del mutuatario”. “Tutte le Caisses d’épargne e tutte le Banques populaires” imporrebbero ora una clausola secondo la quale “l’ambito dell’intervento del broker si limita alla ricerca di una soluzione di finanziamento relativa ai prestiti destinati a finanziare i beni acquisiti dai clienti del broker, escludendo l’ambito delle polizze assicurative del mutuatario (…) che il mutuatario potrebbe vedersi offerte come parte di tale finanziamento”. “La maggior parte degli istituti di credito francesi impone clausole identiche o equivalenti”, aggiunge la lettera. Una “restrizione legale senza altra ragione che l’imposizione di un principio di concorrenza sleale”.

L’avvocato chiede al Ministero di “porre fine a questi disordini” attraverso controlli efficaci, istruzioni alle autorità amministrative di perseguire e sanzionare, un meccanismo legale per la mobilità dell’assicurazione dei mutuatari (equivalente a quello sulla mobilità bancaria), e una richiesta all’ACPR di emettere una raccomandazione sul rapporto tra banche e intermediari del credito.
Tuttavia, senza un mandato da parte dei broker, non è possibile alcun incarico. 
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