di Massimo Galli

Crédit Agricole ha messo a segno profitti superiori alle attese nel quarto trimestre, grazie all’incremento dei ricavi e ad alcune operazioni straordinarie. L’utile netto è balzato del 65% su base annua a 1,66 miliardi di euro, attestandosi oltre le previsioni del consenso degli analisti a 1,46 mld. Il fatturato è salito del 5,5% a 5,12 miliardi. L’utile sottostante (al netto di alcune componenti straordinarie) è salito del 22,1% a 1,986 miliardi.
I risultati includono una serie di operazioni non ricorrenti, quali il significativo recupero dell’accantonamento relativo alla vendita della banca greca Emporiki e una svalutazione all’avviamento da 611 milioni del business retail francese. Queste attività hanno avuto un impatto positivo per 343 milioni. Il cda ha proposto un dividendo di 70 centesimi ad azione, in crescita dell’1,4%.
Nell’intero esercizio l’istituto francese ha realizzato un utile netto sottostante pari a 7,191 miliardi di euro, in miglioramento del 5% rispetto al 2018. I ricavi sottostanti sono cresciuti del 3% a 33,79 miliardi. Il Cet1 si è posizionato al 15,9%
In Italia la Banque Verte, guidata da Giampiero Maioli, ha realizzato nell’intero 2019 un risultato netto aggregato di 846 milioni di euro, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente, di cui 645 mln di pertinenza del gruppo Agricole (+12%).
Il gruppo è composto, oltre che da Crédit Agricole Italia, dalle società di Corporate e investment banking (Cacib), credito al consumo (Agos, Fca Bank), leasing e factoring (Crédit Agricole Leasing e Crédit Agricole Eurofactor), asset management e asset services (Amundi Italia, Caceis), assicurazioni (Crédit Agricole Vita, Crédit Agricole Assicurazioni, Crédit Agricole Creditor Insurance) e wealth management (Ca Indosuez Wealth Italy e Ca Indosuez Fiduciaria).
Dal canto suo, Crédit Agricole Italia ha registrato un utile netto di 314 milioni (+15%) e ricavi pari a 1,953 miliardi (+1%). Alla borsa di Parigi il titolo Crédit Agricole ha chiuso in calo dell’1,17% a 13,49 euro.
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