E’ stato presentato a Roma il II Rapporto sul welfare aziendale in Italia, realizzato da Fondazione Censis e dal provider Eudaimon, in collaborazione con Credem, Edison, Michelin e Snam.

Il documento contiene un’indagine che ha coinvolto oltre 7.000 lavoratori che beneficiano di prestazioni di welfare aziendale.

Dai dati emerge che l’80% di questi ha espresso una valutazione positiva in merito all’utilità di queste prestazioni e al loro impatto in materia di benessere personale, familiare e lavorativo. Tra le prestazioni più importanti, al primo posto si trovano quelle riguardanti la tutela della salute, la prevenzione e l’assistenza (42,5%), seguono i servizi di supporto per la famiglia (servizi per i figli e per i familiari anziani) (37,8%), le misure di integrazione del potere d’acquisto (34,5%), i servizi per il tempo libero (wellness e viaggi) (27,3%), i servizi per gestire meglio il proprio tempo (26,5%). Infine, vi sono gli interventi relativi alla consulenza e al supporto per lo smart working (23,3%).

Rispetto all’indagine dello scorso anno, aumenta di 8 punti percentuali (70%) la quota dei lavoratori che accoglierebbe favorevolmente la possibilità di scambiare un incremento retributivo con servizi di welfare in azienda. Inoltre, se nella rilevazione precedente si sottolineava come i lavoratori che non sapessero dare una definizione al fenomeno erano all’incirca il 24% del campione, in quella di quest’anno la percentuale sale addirittura al 41% (+17 punti percentuali). Persiste quindi un forte gap di conoscenza che, potenzialmente, può avere un grave impatto sullo sviluppo futuro del welfare aziendale.