Un potenziale accordo di fusione tra il riassicuratore francese SCOR e PartnerRe avrebbe senso strategico per entrambe le aziende e potrebbe produrre un’entità combinata che si collocherebbe tra i primi tre riassicuratori globali, secondo gli analisti di AlphaValue.

I rumors di un matrimonio tra le due entità riassicurative  circola da quando SCOR ha respinto l’anno scorso un’offerta pubblica di acquisto da parte di Covéa per 8,2 miliardi di euro con la motivazione che sarebbe “fondamentalmente incompatibile con la strategia di indipendenza di SCOR”.
Covéa ha recentemente ritirato la sua offerta e SCOR ha successivamente avviato azioni penali contro l’assicuratore e il suo CEO, Thierry Derez, rivelando che il suo comitato strategico aveva discusso uno scenario di possibile combinazione con PartnerRe già nel luglio 2018.

SCOR ha subito pressioni da parte degli investitori per aumentare il valore delle sue azioni (attualmente €38 per azione) più vicino al livello offerto da Covéa (€43), e gli analisti di aziende come Berenberg hanno precedentemente suggerito che un accordo di fusione con PartnerRe sarebbe un modo semplice per aumentare rapidamente il valore.
Tuttavia, secondo AlphaValue SCOR e PartnerRe hanno anche linee di business altamente complementari e significative sinergie di costo e capitale.

Ad esempio, la linea di punta di PartnerRe è dominata dal segmento property and casualty (50% dei premi lordi) e potrebbe essere interessante per SCOR, che punta a un tasso di crescita del 3-8% nel 2016-19 per il suo segmento P&C (attualmente 40% dei premi lordi).

Gli analisti hanno osservato che è inoltre giustificata l’attenzione rivolta al settore P&C, in quanto SCOR non può contare a tempo indeterminato sulla sua posizione di leader nel mercato riassicurativo vita statunitense e sui suoi rapporti di lungo termine con le cedenti.
Un’operazione di fusione funzionerebbe bene anche dal punto di vista geografico, poiché PartnerRe ha esperienza nel mercato francese e ha le sue sedi principali a Hamilton, Dublino, Stamford, Toronto, Parigi, Singapore e Zurigo.
Queste sedi integrerebbero i principali hub di SCOR a New York-Charlotte-Kansas City per le Americhe, Parigi-Londra-Colonia-Zurigo per l’Europa e Singapore per l’Asia.

AlphaValue ha osservato che i premi lordi combinati di un’entità SCOR-PartnerRe ammonterebbero a 15,72 miliardi di euro sulla base dei dati del 2018, il che la collocherebbe ben al di sopra dei ricavi di Hannover Re e la posizionerebbe potenzialmente tra i primi tre riassicuratori globali.

Un’operazione di questo tipo sarebbe vantaggiosa anche per PartnerRe, che attualmente soffre di un elevato combined ratio del 114,7% per le sue attività P&C, rispetto al 93,6% di SCOR.

Pertanto, mentre gli utili dell’entità risultante dalla fusione potrebbero sembrare deludenti per i primi due anni, un combined ratio all’interno della fascia del 95-97% sarebbe un obiettivo ragionevole in seguito, hanno suggerito gli analisti.
Per Exor, la holding italiana che detiene il 100% di PartnerRe, l’operazione consentirebbe anche di stabilizzare il reddito da dividendi.

Tuttavia il ceo Denis Kessler ha ribadito ancora una volta che la compagnia non ha mai avviato trattative con PartnerRe regarding riguardo ad una possibile fusione. Il comitato strategico di SCOR ha discusso ipotizzando lo scenario di una possibile operazione di fusione nel luglio 2018 ma ha la cosa è rimasta “teoria”.

Fonte: Reinsurance News