logo_mf

L’incubo dei mutui subprime torna a fare capolino sull’economia statunitense e il primo indicatore arriva dal mondo dell’automobile. Secondo quanto ha reso noto il bollettino della Fed di New York oltre 7 milioni di americani hanno un livello di morosità di almeno 90 giorni alla data del 31 dicembre 2018. Inoltre il bollettino trimestrale ha anche mostrato che 89 milioni di persone negli Usa hanno una forma di finanziamento per l’acquisto della propria auto. e che nel 2018 i prestiti per le quattro ruote sono cresciuti di 53 miliardi di dollari rispetto al 2017 toccando la cifra di 1.270 miliardi, un livello mai raggiunto prima.
È oramai ampiamente riconosciuto il ruolo centrale che il settore del private banking riveste nella gestione dei grandi patrimoni. Un’industria che ha raggiunto un importante grado di maturità, come dimostrato dalla costante crescita della penetrazione del servizio tra le famiglie italiane più facoltose (800 miliardi di euro gestiti, pari a circa un terzo di tutta la ricchezza finanziaria investibile delle famiglie), ma anche un’industria che oggi può compiere un ulteriore passo in avanti, abbinando alla consulenza per la gestione dei patrimoni il supporto attivo alle strategie di crescita delle piccole e medie imprese, facendo leva su un forte rapporto fiduciario costruito nel tempo con i propri clienti-imprenditori, oggi il 20% della clientela complessiva.

L’intelligenza artificiale funzionale a combinare dati e informazioni è sempre più al centro delle strategie di marketing delle aziende: rende infatti possibile aumentare la personalizzazione delle campagne, fa crescere la fiducia e il coinvolgimento dei consumatori, senza contare l’impatto sulla produzione.
A dirlo sono i marketing leader ascoltati da Salesforce, colosso americano specializzato in cloud computing, che ha contattato oltre 4 mila professionisti da ogni angolo del mondo redigendo la quinta edizione dello State of marketing report. Risultato, si tratti di banche, retail o automotive, l’utilizzo dell’AI (artificial intelligence) a fini strategici è aumentato dal 2017 del 44%, anche se solo il 30% degli intervistati si dice soddisfatto della propria capacità di mediare tra personalizzazione e privacy.
Spinta sul fronte dell’asset management, del wealth e private banking per aumentare la redditività. Obiettivo efficienza, con la razionalizzazione dei costi e della rete, e un’attenzione maniacale alla riduzione del costo del credito. Avanti nell’attività di de-risking. In pratica, una razionalizzazione profonda della macchina operativa per il contenimento dei costi, con un occhio alla bancassurance e un balzo nella consulenza evoluta per il mondo delle imprese, con una task force per accompagnare le pmi in borsa. Sul lato retail, invece, il lavoro è concentrato sullo sviluppo del credito al consumo e sulla cessione del quinto, con la digitalizzazione sullo sfondo. Sono i punti principali del piano 2019-2021 che Bper si appresta a presentare alla comunità finanziaria domani a Milano.

  • Verso un intervento d’urgenza per salvare la Cassa giornalisti
Il governo potrebbe intervenire sull’Inpgi, l’istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani con un provvedimento contenuto nel decreto legge 4/2019 ora in fase di conversione in legge e, quindi, in tempi stretti (si veda l’articolo a pagina 8).
Lo ha dichiarato ieri il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, nel corso di una tavola rotonda dedicata al ruolo delle Casse di previdenza dei professionisti, tenutasi nell’ambito della due giorni organizzata al Palazzo ducale di Genova dai consulenti del lavoro dedicato al tema delle infrastrutture, «il cui blocco – ha evidenziato la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, Marina Calderone – dal 2008 al 2017 ha comportato per l’Italia la perdita di 539mila posti di lavoro». In questo contesto, la scelta di Genova da parte dei consulenti è tutt’altro che casuale: basti pensare che il crollo del Ponte Morandi ha determinato per le imprese danni segnalati per 422 milioni. Pesanti anche le ricadute sul fronte dell’occupazione, con una contrazione della domanda di lavoro in provincia di Genova pari al 18,9% (7. 172 attivazioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2017) se si tiene conto dei soli mesi che vanno da settembre a dicembre 2018, per salire al 22,5% (10.060 attivazioni in meno) se si considera anche il mese di agosto.