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Nell’intervento pubblicato nella rubrica Contrarian il 1° di febbraio, intitolato Attenzione ai ritocchi improvvisi del decreto Legge Carige , il presidente di Assopopolari Corrado Sforza Fogliani, nell’illustrare una serie di considerazioni sulle recenti prospettive di riforma del sistema bancario, rivolge alcuni riferimenti alla categoria professionale dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede che necessitano di alcuni chiarimenti. Anzitutto laddove si afferma una presunta discriminazione dei dipendenti bancari rispetto ai consulenti finanziari agenti, per quanto riguarda la remunerazione e gli eventuali conflitti di interesse.
Il board di Generali spinge per un rinnovo all’insegna della continuità in vista dell’assemblea del 7 maggio. Nel parere sulla composizione dimensione del nuovo consiglio gli amministratori suggeriscono infatti ai soci di riproporre «un numero adeguato degli amministratori oggi in carica» per agevolare «l’attuazione del piano strategico». Una raccomandazione che arriva in un periodo di incertezza sul nuovo assetto di vertice di Generali.
La rivoluzione indotta dai pagamenti istantanei via mobile è un tema caro a Cassa di Risparmio di Bolzano, che ieri ha organizzato un convegno sul rapporto tra fintech, insurtech e banche tradizionali. Per l’occasione il ceo Nicola Calabrò ha dapprima rivendicato il primato di Sparkasse nell’offrire «servizi innovativi come quelli di Satispay, Apple Pay e Samsung Pay» e poi ha inaugurato LDV20, un laboratorio di innovazione in ambito bancario concepito per contribuire allo sviluppo della banca sfruttando le opportunità offerte dal Fintech e la necessità di orientarsi maggiormente verso l’attività di consulenza.

Il cda di Generali raccomanda ai soci di garantire continuità nella composizione del futuro board e di confermare l’attuale numero di consiglieri in 13: è quanto si legge nel parere di orientamento agli azionisti su dimensione e composizione dell’organo per il triennio 2019-2021, approvato dal cda del Leone in vista della prossima assemblea. «Il livello di esperienze e di competenze professionali che si riscontra nella composizione del consiglio oggi in carica appare adeguato rispetto alla strategia e all’attività della società e del gruppo: la sua continuità appare pertanto importante per l’impegno richiesto per l’attuazione del nuovo piano strategico, approvato nel corso del presente mandato». Il consiglio presieduto da Gabriele Galateri raccomanda «di preservare l’attuale rapporto tra amministratori esecutivi e non esecutivi, confermando un sistema di deleghe operative imperniato su un unico amministratore delegato e di assicurare la distribuzione della seniority degli amministratori, valutando l’opportunità di continuare a mantenere la presenza di un numero adeguato degli amministratori oggi in carica, in particolare nella prospettiva dell’attuazione del piano strategico 2019-21».

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  • Generali, il cda in uscita si promuove ” Al nostro interno il giusto equilibrio”
Cambiare il minimo, quasi niente, magari inserendo qualche profilo con specifiche competenze in ambito di information technology e Esg (Environment, Social, Governance) vista la crescente importanza delle tematiche della sostenibilità ambientale. Sono queste le considerazioni – e le raccomandazioni – cui è arrivato il consiglio di amministrazione di Generali, nel parere non vincolante chiesto dal Codice di autodisciplina per il rinnovo del cda, che verrà votato nella prossima assemblea del 7 maggio. Il Leone di Trieste, secondo il cda uscente, ha un numero di consiglieri congrui – 13 – un giusto equilibrio di diverse componenti ( esecutiva, non esecutiva, indipendente) una corretta varietà di competenze e un sistema di deleghe operative imperniato su un unico amministratore delegato, modello che funziona bene. Dunque, la linea della continuità: anche « valutando l’opportunità di continuare a mantenere la presenza di un numero adeguato degli amministratori oggi in carica » nella prospettiva dell’attuazione del piano strategico 2019- 2021. Quindi l’amministratore delegato Philippe Donnet ( scontato) ma anche il presidente Gabriele Galateri, al quale ( nonostante continuino a girare anche nomi alternativi) sembra dedicato il passaggio in cui si parla di confermare « il valore riveniente dalla diversificazione anagrafica dei consiglieri».

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  • Quota 100, le richieste dal Sud e dagli statali
Sorpresa: la maggior parte delle domande per «quota 100» arriva dalle regioni del Sud. A trainare la corsa del Mezzogiorno soprattutto le richieste di pensionamento anticipato dei dipendenti pubblici. E così la misura fortemente voluta dalla Lega — per favorire in particolare l’uscita dal lavoro degli operai del Nord — sta invece prendendo un indirizzo diverso. A ieri risultavano presentate all’Inps 60.704 richieste di pensione con «quota 100» (sono necessari almeno 62 anni d’età e 38 di contributi). Di queste 25.403, cioè il 41,8% del totale viene dalle regioni del Mezzogiorno. Al secondo posto il Nord con 21.877 domande (il 36% del totale) e al terzo il Centro con 13.424 (22,1%). È vero che la regione prima in classifica è la Lombardia, con 6.816 richieste, ma è tallonata dalla Sicilia con 6.637 domande. Al terzo posto c’è il Lazio (6.563), anche per la forte presenza di statali, ma al quarto e quinto troviamo di nuovo due regioni del Mezzogiorno: la Campania con 5.874 richieste e la Puglia con 4.685.

  • Il consiglio Generali a favore di Galateri: «Serve continuità»
Il comitato nomine e il consiglio di amministrazione delle Generali, riuniti in sequenza martedì e mercoledì scorso, si sono espressi sostanzialmente per un rinnovo del board . L’auspicio del consiglio uscente, messo nero su bianco nel documento previsto dal codice di autodisciplina e pubblicato ieri in tarda serata insieme all’autovalutazione del board, non è vincolante poiché lo statuto di Generali non prevede che la lista dei nuovi amministratori sia proposta dal cda in scadenza, compito che spetta invece agli azionisti. Tuttavia, considerato che tutti i principali soci della compagnia sono rappresentati in cda – da Mediobanca a Caltagirone, da Del Vecchio a De Agostini – l’augurio di un certa «continuità» lascia in qualche modo presagire il favore dei soci alla conferma alla presidenza di Gabriele Galateri di Genola, oltre a quella già scontata del ceo Philippe Donnet. «Il livello di esperienze e di competenze professionali che si riscontra nella composizione del consiglio oggi in carica appare adeguato rispetto alla strategia e all’attività della società e del gruppo: la sua continuità appare pertanto importante per l’impegno richiesto per l’attuazione del nuovo piano strategico, approvato nel corso del presente mandato», è scritto nel documento.
  • Assicurazioni e Pir, derivati di copertura nella quota libera
Anche per le polizze assicurative che investono in Oicr o in fondi interni che siano comunque Pir compliant è possibile includere i derivati di copertura nell’ambito della quota libera del 30 per cento. È questo l’importante chiarimento dell’agenzia delle Entrate, a seguito di un interpello di un’impresa assicurativa non ancora pubblicato.
L’investimento può avvenire in forma diretta o, più di consueto, indiretta mediante la sottoscrizione di un Oicr Pir compliant. Ai sensi, tuttavia, del comma 101 della legge 232/2016 si può costituire il piano anche mediante una polizza vita o di capitalizzazione, ricorrendo quindi all’intermediario assicurativo anziché alla classica Sgr.
La disciplina è stata affrontata in maniera molto dettagliata dalla circolare 3/E/18, della quale giova evidenziare un paio di passaggi utili alla comprensione dell’interpello in questione. Il paragrafo 7.2 ha chiarito che, per stabilire la natura Pir compliant del contratto assicurativo, i vincoli di cui ai commi 102 e 103 (rispettivamente la quota obbligatoria del 70 per cento di investimenti qualificati e i limiti del 10 per cento alla concentrazione) vanno verificati in relazione agli investimenti sottostanti.

Se le attività americane hanno pesato sull’utile netto del gigante francese dell’assicurazione, non è mancata la performance operativa nel 2018. L’integrazione di XL Group è una delle priorità e non esclude acquisizioni mirate nel settore sanitario. Intervista al numero uno Thomas Buberl
L’assicuratore sta rafforzando la politica dei dividendi e sta lavorando per rilanciare la sua partnership con La Banque Postale.
I bilanci annuali di CNP Assurances e di La Poste, entrambi pubblicati giovedì, confermano tempestivamente il progetto di fusione delle due società pubbliche nell’ambito della Caisse des Dépôts. Nel 2018, La Poste ha registrato un calo più marcato dei volumi postali e un calo del 6,3% degli utili, che si sono attestati a 789 milioni di euro. Parallelamente, l’utile netto di CNP Assurances è aumentato del 6,4% a 1,4 miliardi di euro. Grazie allo slancio delle partnership internazionali, i ricavi dell’assicuratore hanno raggiunto i 32,4 miliardi di euro nell’anno (+0,7%).