Dopo un 2018 in frenata, i titoli del gestito hanno iniziato l’anno in forte rialzo grazie alla ripresa dei mercati, che ha spinto raccolta e rendimenti dei fondi comuni. Chi ne ha approfittato di più. Il dividendo 2018 di 1,25 euro che Banca Generali distribuirà la prossima primavera rappresenta un rendimento del 6%. Quello di Banca Mediolanum (0,4 euro) il 7%. Mentre Azimut rende l’8,5% sulla base di una cedola stimata di 1 euro. Nonostante il tutt’altro che brillante andamento dei listini dello scorso anno, le quotate dell’asset management che finora hanno pubblicato i dati mostrano una buona tenuta dei conti 2018 e hanno mantenuto le promesse di dividendo. Nel frattempo i rendimenti dei fondi e delle gestioni sono in recupero.
Per la prossima settimana sono attesi i decreti attuativi che introdurranno l’obbligo per i Piani Individuali di Risparmio di investire almeno il 3,5% su Aim & C. La parola a Centemero, capogruppo della Lega alla Commissione Finanza alla Camera e relatore dell’emendamento sui Pir, che ha anticipato a ClassCnbc e MF-Milano Finanza come potrebbero essere superati gli ultimi ostacoli.
Le assicurazioni sono pronte a buttarsi a capofitto nelle polizze contro i danni digitali. Un settore che già oggi vale 4,5 miliardi di dollari ma che entro il 2020 sembra destinato a livitare fino a 10 miliardi. Le stime arrivano da Swiss Re, compagnia svizzera di riassicurazione, convinta che il solo segmento delle polizze individuali sulla cyber security, oggi ancora in fase embrionale, potrebbe arrivare a valere più di 3 miliardi di dollari entro il 2025.
La propensione ad assicurarsi è già oggi è piuttosto diffusa pure tra i privati, spiegano da Swiss Re mostrando i risultativi un sondaggio realizzato tra 2mila utenti: quasi due persone su tre sono disponibili a sottoscrivere una polizza contro i danni digitali e la questione riguarda anche le aziende, grandi e piccole, e pure le istituzioni. A gennaio a finire sotto attacco è stato il mondo politico tedesco: dati personali, numeri di cellulare, chat private sono stati rubati e pubblicati via twitter. L’attacco hacker più grave della storia della Germania cha ha coinvolto pure la cancelliera Angela Merkel e il presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier.
L’innovazione sta entrando con una forza dirompente anche nel mondo del benessere e della salute e l’industria assicurativa è chiamata in prima linea a rivedere i propri modelli di business per adattarsi al nuovo contesto. Un argomento di cui si è discusso lo scorso 15 febbraio a Milano nel corso del secondo annual meeting innovation organizzato dall’Ania. «L’innovazione ci obbliga a un confronto con scenari fino a pochi anni fa inimmaginabili», spiega il presidente di Aula, Maria Bianca Farina, aggiungendo che la missione dellindustria «non riguarda più soltanto il tema centrale delle cure ma a questo si sommano aspetti divenuti decisivi e imprescindibili, come la prevenzione, l’assistenza e il benessere».
Nel welfare aziendale la previdenza continua ad avere un ruolo centrale. Come è anche emerso dal secondo Rapporto Censis Eudaimon sul welfare aziendale. Non è un caso che le ultime Leggi di Bilancio ne hanno incrementato il favor fiscale. Quali sono i principali risultati che emergono dal Rapporto Censis Eudaimon? Rispetto al biennio precedente, si sottolinea, è possibile evidenziare alcuni trend evolutivi nella contrattazione, e in particolare tra i principali benefit al centro delle negoziazioni tra azienda e lavoratori. Si conferma la centralità di previdenza complementare (+5% rispetto al 2015-2016) e assistenza sanitaria integrativa. Sempre più rilevanza assumono le misure di sostegno al reddito (cost-saving) a favore della persona e dei propri familiari. In particolare, si segnalano un aumento di benefit come il carrello della spesa (+12% rispetto al 2015-2016), il rimborso delle spese scolastiche (+13% rispetto al biennio precedente), i trasporti (+3% rispetto al 2015-2016), le borse di studio per figli (+2%); si amplia l’area di servizi generici, fringe benefits (+12% rispetto al 2015-2016) che comprendono un insieme ampio e articolato di servizi di sostegno al reddito che se da un lato ampliano l’offerta di servizi a sostegno dei lavoratori, dall’altro rischiano di aumentare l’eterogeneità e la frammentazione, accentuando il rischio di downgrading del settore, e relativa perdita di capacità del sistema di offrire risposte strutturali all’erosione delle tradizioni coperture pubbliche.

Utile netto di 7,46 miliardi nel 2018. Il dividendo cresce a 9 euro
In Italia i premi salgono a 16,1 mld euro
Warren Buffett non ha ancora sciolto le riserve sulla possibilità di chiedere una poltrona nel cda di Cattolica assicurazioni in occasione dell’assemblea degli azionisti che si svolgerà in aprile, quando è previsto il rinnovo del board. «Non so se chiederanno un consigliere, perché loro sono molto attenti alla governance», ha spiegato l’a.d. della compagnia veronese, Alberto Minali. «Credo che lo sapremo nelle prossime settimane, per capire se vorranno entrare in cda con un consigliere o creare una specie di patto di sindacato».
Stretta antiriciclaggio per le assicurazioni. Previste misure rafforzate di adeguata verifica della clientela in presenza di specifici «alert», come per esempio importi sproporzionati delle polizze rispetto alla situazione economica del sottoscrittore oppure prodotti acquistati da persone già oggetto di precedenti segnalazioni alla Uif. In tutti gli altri casi la compagnia assicurativa, anche attraverso i propri agenti e rete distributiva, dovrà valutare ogni «indice reputazionale» (comunque acquisito, pure via internet o dalla stampa) relativo al cliente, nonché la presenza di strutture «opache» quali fiduciarie, trust o società interposte volte a ricercare l’anonimato dei titolari effettivi. Introdotto per le compagnie l’obbligo di definire una policy di gruppo che individui, in modo analitico e motivato, le scelte da compiere per la valutazione delle operazioni, dividendo i compiti tra l’organo amministrativo (criteri generali da seguire) e alta direzione (decisioni operative).

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  • Farina (Ania) “Nella Sanità serve maggiore collaborazione pubblico- privato”
Le imprese assicuratrici puntano a una maggiore collaborazione tra il settore privato e quello pubblico nella Sanità. Lo ha detto ieri la presidente dell’Ania, l’associazione di settore, Maria Bianca Farina, parlando al secondo incontro “Innovation by Ania” organizzato alla Borsa Italiana. Farina auspica «la realizzazione di un nuovo modello sulla salute che, mantenendo al centro il servizio universale, utilizzi in modo strutturato tutte le competenze e le risorse ottimizzando l’imprescindibile rapporto pubblico-privato». Per la presidente degli assicuratori «da alcuni anni una profonda rivoluzione sta mutando radicalmente il nostro modo di vivere e rapportarci. Abbiamo visto chiaramente come è in atto un percorso virtuoso che supera la cura e passa alla prevenzione. Noi assicuratori siamo concentrati su questa sfida, vogliamo essere partner del benessere. Vedo nella tecnologia, ben utilizzata e guidata dal buonsenso, un supporto enorme per il nostro futuro soprattutto nel campo della salute ». Nello stesso incontro Marco Sesana, Ceo e Country manager di Generali Italia, ha spiegato che « le stime di mercato ci dicono che la spesa sanitaria aumenterà di 25 miliardi di euro da qui al 2025». «In Italia – ha aggiunto – abbiamo una situazione diversa da quella del panorama europeo » , in quanto «la quota intermediata di spesa sanitaria è molto bassa, ma credo sia destinata ad aumentare ».

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  • Farina: nella salute un patto Stato-assicurazioni
Sophia, come vedi il tuo futuro? «Noi robot non sostituiremo gli esseri umani, li potremo aiutare a fare alcune cose e così loro potranno concentrarsi su questioni più difficili e creative. E anche a sentirsi meglio». Così ieri la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, ha introdotto i lavori del secondo meeting InnovationbyAnia dialogando con il robot umanoide Sophia, sviluppato nel 2015 dalla Hanson.
Maria Bianca Farina ha auspicato la realizzazione di un nuovo modello sulla salute, che, «mantenendo al centro il servizio universale, ottimizzi l’imprescindibile rapporto pubblico-privato. Noi compagnie ci siamo». E se, come ha indicato la ricerca Deloitte presentata nell’incontro, salute e benessere rappresentano per il 60% degli italiani il bisogno più importante e per il 74% la spesa principale, i responsabili delle imprese assicurative, Marco Sesana di Generali Italia, Patrick Cohen di Axa Italia, Alberto Minali di Cattolica, Alessandro Scarfò di Intesa Sanpaolo Assicura, Marco Vecchietti di Rbm, Luca Filippone di Reale Mutua e Alessandro Castellano di Zurich Italia, hanno illustrato investimenti e sforzi per offrire ai clienti servizi di prevenzione, assistenza e benessere. Sul tema dell’innovazione al servizio della salute, in particolare nella genomica, hanno quindi parlato Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Ospedale Bambino Gesù, e Fabio Pigozzi dell’Università Foro Italico.
  • Allianz Italia, raccolta a 16,1 miliardi
Allianz Italia ha chiuso il 2018 con una raccolta premi Vita e Danni in rialzo del 3% a 16,1 miliardi di euro e un utile operativo di 1,3 miliardi, all’interno del gruppo tedesco che a livello globale ha chiuso l’anno con 130,6 miliardi di ricavi (+3,5%), un utile operativo di 11,5 miliardi (+3,7%) e 7,5 miliardi di utile netto (+9,7%): la crescita dell’utile operativo e minori imposte hanno compensato il risultato non operativo. «Abbiamo raggiunto il maggior utile netto degli ultimi 10 anni malgrado la forte volatilità di mercato», ha detto il ceo di Allianz, Oliver Baete. Il patrimonio (Solvency II) è invariato al 229%. Proposta una cedola di 9 euro (+12,5%). In Italia «abbiamo centrato i nostri obiettivi di crescita profittevole grazie al contributo positivo di tutti i canali distributivi, inclusi la bancassurance e il canale diretto», ha commentato Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz Spa. Nel Danni la raccolta premi è stata di 4,6 miliardi (+1%) nell’anno, e di 1,4 miliardi nel quarto trimestre (+2,6%). Allianz sottolinea il recupero nell’auto grazie al canale agenti; in crescita (+6,2%) Genialloyd. Nel Vita la raccolta premi sale a 11,6 miliardi (+3,8%). «Molto positiva» la bancassurance con Unicredit: CreditRas Vita ha superato i 6 miliardi di raccolta premi (+20,8%) con +17,4% del segmento unit-linked.

 


  • Così la Mifid II asciuga la liquidità
L’operazione trasparenza, anche se non ancora conclusa, ha già prodotto alcuni effetti. Per esempio quest’anno, sul comparto obbligazionario, si è assistito a un rilevante spostamento degli scambi dal canale telefonico a quello elettronico. I volumi negoziati sulle principali piattaforme di trading in Europa sono già cresciuti del 30% circa dal gennaio scorso, quando la direttiva Mifid II è entrata in vigore.
E ulteriori cambiamenti alla struttura dei mercati possono ancora avvenire a breve, con la partenza – con il mese di settembre – del regime obbligatorio di «Internalizzazione Sistematica»; il solo fatto che si attendesse questo obbligo, ha infatti nei mesi scorsi già cambiato “geneticamente” il mercato obbligazionario europeo.

 

  • Infortuni previsti con precisione
Mondiali di Russia, 30 giugno 2018. Uruguay e Portogallo si affrontano in un ottavo di finale equilibrato, una di quelle partite che può essere risolta da un momento all’altro da un colpo di genio, una magia. Di magie, in quella partita, ne arrivano ben due: Edinson Cavani segna due gol spettacolari, portando la “Celeste” ai quarti di finale. Ma il destino è beffardo: Cavani viene sostituito a causa di un infortunio muscolare che gli impedirà di giocare contro la Francia. Orfana delle magie del “Matador” l’Uruguay concluderà prematuramente la sua avventura, spianando la strada ai transalpini verso la vittoria finale. Una domanda sorge spontanea: l’infortunio di Cavani poteva essere previsto e quindi evitato?
La prevenzione degli infortuni è il Sacro Graal dell’industria del calcio. Oltre ad avere un’influenza notevole sullo stato mentale di una squadra, gli infortuni generano un costo considerevole per le società, sia legato alla riabilitazione che al calo di prestazioni dei calciatori.

  • La domotica in polizza fatica a decollare in Italia
Se la black box ha trovato posto in molte auto italiane, lo stesso successo non si è registrato per quanto riguarda la scatola nera domestica. La domotica non fa breccia nel settore assicurativo dove, da tempo, le compagnie propongono dispositivi cosiddetti di “smart home” (sensori e apparecchi connessi per segnalare guasti o intrusioni) a chi acquista polizze casa ma l’accoglienza non è delle migliori.
Il dato è emerso nella ricerca sulla “Smart Home” dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. Complessivamente lo studio ha evidenziato che l’arrivo in Italia dei grandi Over The Top (Ott), con gli smart home speaker Google Home e Amazon Echo, ha rivoluziona il mercato della casa connessa: con 380 milioni di euro di fatturato nel 2018, in crescita del 52% rispetto al 2017.
La filiera “tradizionale” (architetti, costruttori edili, installatori) mantiene il ruolo di leadership nella Smart Home (con una quota di mercato del 50% e un incremento del 10% annuo), ma cresce molto meno rispetto agli altri canali. Sono i retailer – online e offline – a trainare, con un aumento significativo della loro quota di mercato (40%, +160%).
  • Nuove coperture per veicoli e Vita
Anche il settore assicurativo italiano si adegua al trend internazionale con nuove coperture. E nell’ultima settimana non sono mancate le novità. I4T Insurance Travel di Torino ha presentato la prima polizza che risarcisce costi e penali in caso di cancellazione del volo da parte del vettore, disponibile in esclusiva sul portale per gli agenti di viaggio. Un nuovo strumento pensato, in realtà per le agenzie che organizzano pacchetti per i propri clienti, assemblando voli e servizi a terra: si chiama I4Flight e risarcisce i costi e le penali derivanti dall’annullamento di un volo da parte del vettore prima della partenza. In agenzia, infatti, la cancellazione di un volo è sempre sinonimo di stress, perdite di tempo e, spesso, di esborsi economici notevoli. Se è vero, infatti, che la compagnia aerea è tenuta a rimborsare il volo annullato, aggiungendo in certi casi anche un indennizzo al costo del biglietto, è altrettanto vero che, tra penali e riprotezioni, i costi lievitano ben al di sopra di quanto corrisposto dal vettore. A ciò va aggiunto che la normativa imputa all’organizzatore tutti i costi legati alla riprotezione o all’annullamento del pacchetto stesso.
  • Più dura la competizione sui ricavi tra le reti quotate
Per le reti di consulenti finanziari, in particolare quelle che sono quotate in Borsa (Mediolanum, Banca Generali, Fineco e Azimut) è arrivato il momento di una pausa di riflessione.
I dati a dicembre di Assoreti segnano una contrazione delle masse, in particolare per quanto riguarda il peso del risparmio gestito che da una quota del 73,4% del dicembre 2017 scende al 71,9% del dicembre 2019.
Anche i dati di Aipb vanno nella stessa direzione: che sia l’effetto mercato sulle masse la principale causa della contrazione delle masse, oppure una minor capacità attrattiva delle rete e delle private bank, l’effetto c’è e si vedrà molto probabilmente di più proprio sulle società quotate.
  • C’è il rischio di aprire un varco per alzare i costi accessori
L’obiettivo dichiarato dalle diverse associazioni degli intermediari finanziari è di arrivare ad ottenere dall’Esma gli ultimi chiarimenti sui dubbi interpretativi ancora aperti per poter redigere l’informativa sui costi reali sostenuti dai clienti, così come previsto dalla direttiva Mifid2. Una serie di richieste con relative proposte di risoluzione che Abi, Assoreti, Assosim e Assogestioni hanno formalizzato in un documento congiunto presentato settimana scorsa alla Consob e di cui Il Sole 24 Ore ha pubblicato uno stralcio in esclusiva venerdì 8 febbraio scorso. Il tutto finalizzato – come è possibile leggere nell’intestazione del documento – all’avvio di una consultazione europea che forse arriva fuori tempo massimo.