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Risultati oltre le aspettative per Crédit Agricole, che ieri ha pubblicato i conti del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2018. Nel complesso la banca ha archiviato un anno estremamente positivo, sintetizzato da un utile netto di 6,844 miliardi di euro, in crescita del 4,7% rispetto al 2017. Sul mercato tricolore in crescita il risparmio gestito (+3%) e gli impieghi (+6%), spinti dai mutui per la casa e dai finanziamenti alle imprese. Proventi operativi record a quota 1,9 miliardi di euro

 

  • I conti Fideuram tengono malgrado i mercati pesanti
La società di private banking di Intesa ha registrato profitti per 834 mln (-4%), ridotti da alcune componenti non ricorrenti, tra le quali 25 mln per definire una controversia fiscale. Risultato a 886 mln contro 895 del 2017.

Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking ha chiuso il 2018 con un utile netto consolidato di 834 milioni di euro, in calo del 4% rispetto all’anno precedente. Il risultato rettificato per le componenti non ricorrenti, tra cui 25 milioni per una controversia fiscale, è ammontato a 886 milioni rispetto agli 895 mln del 2017. Le commissioni nette sono rimaste stabili a 1,701 miliardi, mentre quelle nette ricorrenti sono salite del 2% a 1,61 miliardi. Il margine di intermediazione si è attestato a 1,89 mld (-1%).
MutuiOnline accelera nel processo di integrazione di 65Plus, realtà attiva dal 2007 nel segmento della consulenza finanziaria per la terza età. L’operazione si è conclusa con l’acquisizione della maggioranza delle quote pari al 71,79% di 65Plus, che entra nel perimetro di consolidamento del gruppo Mol.

 

Crédit Agricole in Italia ha chiuso il 2018 con un utile netto aggregato in crescita tendenziale dell’8% a 793 milioni di euro. Il totale dei depositi e fondi clienti si è attestato a 250 miliardi e i crediti concessi alla clientela hanno superato i 67 mld di controvalore. Il gruppo transalpino, guidato in Italia dal senior country officer Giampiero Maioli, può contare su una base di 4 milioni di clienti. Per quanto riguarda le sole attività bancarie, l’ultima riga del conto economico ha evidenziato un utile netto in aumento del 10% a 274 milioni. In crescita sia gli impieghi (+6% a 46 miliardi) sia la raccolta gestita (+3,3% a 34,4 mld). Lo stock di Npl è diminuito del 37% grazie a un piano di cessioni da 1,4 mld. Il Cet 1 si è attestato all’11,2%.

  • Nomine Ivass, confermato un consigliere su due
Sì al rinnovo di Alberto Corinti, no a quello di Riccardo Cesari. È questa la mediazione raggiunta in Consiglio dei ministri per salvare l’operatività dell’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni presieduto dal direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi.
Era stato il governatore Ignazio Visco a chiedere la riconferma dei due consiglieri, scaduti a fine dicembre e in regime di prorogatio fino a oggi. Luigi Di Maio, a cui spettava il via libera sulle nomine in qualità di ministro dello Sviluppo economico, ha scelto di non fornirlo, in nome di quella «discontinuità» che ha evocato per il rinnovo di Luigi Federico Signorini come vicedirettore generale della Banca d’Italia (ancora “congelato” dai veti di M5S e Lega) e che i Cinque Stelle vorrebbero si materializzasse anche a maggio, quando terminerà il mandato dello stesso Rossi. Ma il direttorio dell’Ivass è operativo, e con esso l’Istituto, se sono in carica almeno due componenti su tre. Per questo, in assenza del parere di Di Maio, la partita è passata nelle mani del premier Giuseppe Conte, su cui in caso di stallo sarebbe ricaduta una responsabilità patrimoniale per la decadenza dell’organo collegiale dell’Ivass e una responsabilità derivante dall’interruzione di pubblico servizio, come prevede la legge del 1994 sulla proroga degli organi amministrativi degli enti pubblici.
  • Pensioni, l’anticipata contributiva fa concorrenza al riscatto laurea
Dopo l’introduzione del riscatto con importo forfettizzato avvenuto con il decreto legge 4/2019, la possibilità di valorizzare gli anni di studio a fini pensionistici sta suscitando un grande interesse tra i lavoratori. Ma anche se con la nuova opzione un anno di riscatto costa circa 5.240 euro invece di un terzo dell’ultima retribuzione annuale lorda percepita, prima di scegliere questa strada occorre fare alcune valutazioni, oltre a quelle del risparmio sul costo diretto.
Un uomo nato dagli anni ’70 in poi, che abbia iniziato gli studi universitari a 19 anni, conseguendo in corso il titolo fra i 23 e i 24 anni, e cominciando a versare i contributi a 25, arriverà prima alla pensione di vecchiaia (che attualmente richiede 67 anni di età) rispetto a quella anticipata (oggi raggiungibile con 42 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età). La differenza nell’ingresso a pensione fra le due strade disponibili (vecchiaia e anticipata) è di appena cinque o sei mesi, a causa dell’ingresso in tarda età nel mondo del lavoro.
L’importo della pensione di vecchiaia, però, dovrà essere pari almeno a 1,4 volte l’assegno sociale (nel 2019, 687 euro lordi mensili, un valore raggiungibile abbastanza facilmente con una carriera lavorativa lunga). In caso contrario si dovrà attendere altri quattro anni l’ingresso alla pensione di vecchiaia accessibili per i soli “nuovi iscritti” a 71 anni con almeno cinque anni di contribuzione effettiva, ma senza alcun valore soglia di pensione.

Le compagnie attive nel ramo malattia si sono impegnate a rendere le garanzie delle polizze più leggibili grazie ad un accordo firmato dall’Union nationale des organismes d’assurance-maladie complémentaire (Unocam) e le associazioni delle imprese FFA, Mutualité française e CTIP: entro il 2020 saranno armonizzati i termini delle principali garanzia e ci saranno esempi concreti di rimborso.

Handelsblatt

 

  • Allianz annuncia buyback per 1,5 mld di euro
Il maggiore assicuratore europeo annuncia un nuovo mega buyback di azioni proprie immediatamente prima della presentazione dei dati annuali. Gli investitori aspettavano questo passo da tempo.