Oltre all’integrazione il cda dell’istituto modenese ha esaminato la strategia. Il documento dovrebbe essere approvato il 27. Npe ratio sotto il 10% entro l’anno. Per il cost/income l’obiettivo è il 60%. Non sarà necessario nuovo capitale. Novità in vista nel management
di Luca Gualtieri

Dopo l’acquisizione di Unipol Banca, Bper è tornata al lavoro sul nuovo piano industriale che sarà la prossima scadenza per l’istituto modenese. Il documento, discusso nelle sue linee generali già nella riunione di giovedì 7 febbraio dovrebbe tornare al vaglio del consiglio di amministrazione mercoledì 27 quando sarà molto probabilmente approvato. La strategia, messa a punto con il supporto dell’advisor Boston Consulting, è stata calibrata sul nuovo perimetro del gruppo, ma non dovrebbe discostarsi dalle linee guida già emerse a fine 2018. In primo luogo ci sarà il tema del derisking, molto caro a Unipol che oggi è primo azionista con il 15,06% del capitale e potrebbe salire fino al 20%. L’amministratore delegato Carlo Cimbri vuole che la partecipata ripulisca in maniera decisa l’attivo per liberarsi dalle legacy del passato e liberare capitale. Da un lato la banca potrebbe ridurre di 1,9 miliardi di euro i non performing loans, una cifra che non comprende i processi attualmente in corso. A questo importo andrebbe poi aggiunto il miliardo di crediti che, in base all’accordo annunciato la scorsa settimana, Bper potrà vendere a UnipolReC, la bad bank creata dallo spin-off dei crediti deteriorati di Unipol Banca.

Questa doppia operazione dovrebbe consentire a Modena di portare l’npe ratio sotto il 10% già quest’anno e forse perfino di superare quest’obiettivo. Per raggiungere questi target Bper potrebbe mettere sul mercato nuovi portafogli di crediti deteriorati dopo le due cartolarizzazioni garantite (Gacs) lanciate nei mesi scorsi e non è escluso un nuovo ricorso alla garanzia pubblica. Grande attenzione andrà anche ai costi con l’obiettivo di portare il cost/income sotto il 60%, anche grazie alle sinergie generate dall’acquisizione di Unipol Banca. Non sono attese invece manovre sul capitale sia per il già elevato dei coefficienti di capitale che per l’effetto positivo dell’operazione con la Fondazione Banco di Sardegna . Secondo quanto risulta nel piano dovrebbe poi rientrare la fusione di Bper Services, la società consortile che la nuova disciplina europea sull’Iva suggerisce di integrare nella capogruppo come fatto da altre banche. Non sono invece previste cessioni di controllate e il perimetro del gruppo non subirà cambiamenti significativi.

Dopo le operazioni annunciate venerdì non sono invece attesi a breve altri deal. La messa a regime di Unipol Banca richiederà infatti tra i sei e i nove mesi ed è improbabile che Bper si muova su altre partite prima di allora. Anche perché i dossier oggi sul mercato, a partire da quello di Carige , sono lontani dai potenziali che si prefigge l’amministratore delegato Alessandro Vandelli. Semmai nei prossimi mesi, oltre all’esecuzione della strategia, Bper potrebbe concentrarsi sul rafforzamento del management. La dimensione assunta ormai dalla banca e i target impegnativi posti dal piano industriale impongono infatti un ripensamento della prima e della seconda linea, con una particolare attenzione per alcune caselle strategiche.
Nel frattempo il mercato ha mostrato apprezzamento per le ultime acquisizioni: ieri in borsa il titolo Bper ha guadagnato il 4,15% sulla scia dei giudizi positivi delle case d’affari. Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 4 a 4,5 euro, confermando la raccomandazione buy. Gli analisti evidenziano le «sorprese positive dai conti del quarto trimestre» 2018 «e dai deal» su Unipol Banca e Banco di Sardegna , «una cosa non ovvia in mercati difficili». Gli analisti di Equita invece hanno incrementato del 20% le stime di Eps 2020 «post acquisizione di Unipol Banca e delle minority di Banco di Sardegna ». Le previsioni sul 2021 salgono del 25%. Le due operazioni, nota Equita , «dovrebbero garantire accelerazione agli utili senza compromettere il profilo di rischio del gruppo». (riproduzione riservata)


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