Al vaglio dei ministeri il regolamento sulle prestazioni integrative della Fondazione
Ma per Federagenti il modello va profondamente innovato

La fondazione Enasarco ha deliberato nei giorni scorsi l’elenco delle prestazioni integrative di previdenza per l’anno 2019 fruibili dagli iscritti all’ente. Con alcune novità rispetto al passato, per consentire ad un numero maggiore di agenti di commercio e consulenti finanziari di accedere a tali prestazioni, visto che nell’anno passato solo il 60 per cento circa del budget appositamente dedicato era stato effettivamente fruito. La prima, la previsione di requisiti meno stringenti e parallelamente di tempi più lunghi per poter presentare la domanda. Le prestazioni sono state suddivise così in prestazioni per stati di bisogno economico (erogazioni straordinarie per calamità naturali e per bisogni individuali, per l’assistenza personale permanente, per ricovero in casa di riposo o per le spese funerarie) e prestazioni per lo svolgimento dell’attività di agenzia (per la formazione ed aggiornamento professionale, per l’acquisto di beni strumentali, per le donne agenti, per il sostegno alla salute, per la conciliazione dell’attività lavorativa con la vita familiare, per il sostegno allo studio), con diversi termini di accesso. La seconda novità, l’introduzione del contributo per l’acquisto, leasing o noleggio a lungo termine di veicoli Euro 6 (o equivalenti al momento della domanda) a favore degli iscritti all’ente.

Secondo i dati dell’Osservatorio Federagenti, l’agente di commercio percorre circa 60 mila km l’anno sulla strada e sono circa 50 mila le vetture che vengono annualmente acquistate dagli agenti di commercio italiani che così concorrono fortemente alle sorti dell’industria automobilistica. Ritenendo l’auto il bene strumentale per eccellenza, i membri del Cda Enasarco eletti nel 2016 in rappresentanza della Federagenti hanno sostenuto l’introduzione di questa prestazione, che ha l’ulteriore pregio di privilegiare scelte ambientali sempre più sostenibili. Ulteriore novità è rappresentata dal fatto che la Fondazione, come le altre casse, si è finalmente dotata di un regolamento delle prestazioni integrative, ora al vaglio dei ministeri vigilanti per la sua approvazione, che prevede tra le altre cose sia la possibilità di utilizzare eventuali risparmi sulle singole prestazioni assistenziali per il riconoscimento agli aventi diritto di altre per le quali è stato già raggiunto il budget annuale stanziato, sia quella di introdurre anche nuove forme di assistenza non ancora istituite. Proprio in relazione a tal ultimo aspetto, i rappresentanti della Federagenti, insieme a quelli di Fiarc, Confesercenti e Anasf, hanno proposto l’introduzione anche di altre prestazioni, quali un contributo a favore dell’agente che resti temporaneamente senza mandati per cause a lui non imputabili, la creazione di un fondo che vada a coprire i vuoti contributivi causati dal mancato versamento da parte della mandante, e il contributo per la start up dei neo agenti persone fisiche.

Proposte di cui gli uffici della Fondazione stanno approfondendo la fattibilità e la sostenibilità e che, se introdotte, rappresenterebbero sicuramente un significativo segnale di vicinanza nei confronti di una categoria che ancora soffre degli effetti della crisi economica globale e delle odierne difficoltà della nostra economia ed alla quale la stessa Fondazione ha chiesto un notevole sacrificio in questi anni. Va rammentato infatti che non solo Enasarco nel 2012 deliberò un aumento dei contributi da versare che ha portato progressivamente l’aliquota contributiva dal 13,50% al 17% a regime dal 2020, con una quota a titolo di solidarietà (che quindi non concorre alla pensione) passata dall’1% al 3%, ma previde anche di innalzare i requisiti per la pensione di vecchiaia (oggi ad esempio un agente uomo per andare in pensione deve avere almeno 67 anni compiuti di età e 20 di anzianità contributiva purché la somma tra età anagrafica ed anzianità contributiva sia almeno pari a 92).

Per la Federagenti l’odierno modello delle prestazioni integrative va comunque ripensato complessivamente, dando sempre più spazio ed importanza a quelle in grado di offrire un sostegno a chi vive momenti professionali difficili, per consentirgli di continuare l’attività e di arrivare a fine carriera con una pensione, senza accontentarsi della così detta rendita contributiva (l’art. 16 del regolamento Enasarco prevede a tal proposito che “gli iscritti alla Fondazione a far data dall’entrata in vigore del presente regolamento che abbiano 67 anni compiuti di età e almeno 5 anni compiuti di anzianità contributiva possono chiedere, a decorrere dal 2024, l’erogazione di una rendita reversibile calcolata col metodo contributivo ridotta in misura del 2% per ciascuno degli anni mancanti al raggiungimento della quota 92”) o senza dover attivare l’istituto della prosecuzione volontaria che, conti alla mano, non sempre risulta conveniente.

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