di Leonardo Comegna

Permettersi una colf quest’anno sarà un po’ più costoso, sia per quanto riguarda la retribuzione, sia sul versante contributivo. Busta paga e conto Inps lievitano infatti per effetto del costo della vita rilevato dall’Istat. Per quanto riguarda gli stipendi, gli incrementi per i domestici conviventi del livello più basso, vanno da poco più di 7 euro: passano da 629,15 a 636,20. Circa 15 euro in più coloro che assistono persone non autosufficienti. L’adeguamento seppur contenuto porterà ad un aumento di circa 55 euro all’anno per le famiglie con una colf e di circa 105 euro per la badante. Mentre l’aumento dei contributi farà sentire i suoi effetti solo a partire dal prossimo 10 aprile, in occasione della prima scadenza contributiva relativa al primo trimestre del 2019. L’incremento è abbastanza modesto: per una colf con paga oraria di 9 euro si pagheranno solo tre centesimi in più. I nuovi valori sono contenuti nella circolare Inps n.16/2019.

La busta paga. Le retribuzioni minime di colf e badanti vengono aggiornate annualmente, in base alla variazione del costo della vita. I nuovi valori vengono fissati ogni anno dalla Commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo, composta dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle associazioni dei datori di lavoro che hanno stipulato il contratto di categoria.

Le categorie. Gli importi minimi vengono stabiliti secondo le categorie previste dal contratto. Si parte quindi dai collaboratori domestici alle prime armi (liv. A) per arrivare a chi, dopo un’adeguata formazione professionale, assiste persone non autosufficienti (liv. DS). C’è poi una distinzione tra conviventi (anche part-time), non conviventi e lavoratori che assicurano assistenza o presenza notturna. Al minimo retributivo fissato per legge per lo specifico livello di inquadramento del lavoratore, vanno aggiunti gli scatti di anzianità previsti per ogni biennio di servizio svolto presso lo stesso datore di lavoro, la quota vitto e alloggio (168,30 euro al mese) se convivente e gli eventuali superminimi ovvero aumenti per merito.
La contribuzione. La retribuzione da considerare ai fini del versamento dei contributi della colf è stabilita dalla legge, che prevede tre determinate fasce di salario orario convenzionale, cui corrispondono altrettante fasce di retribuzioni effettive. Il riferimento alla retribuzione oraria, quale base per la commisurazione della contribuzione, comporta in sostanza la necessità di ricondurre all’ora tutti gli emolumenti corrisposti (compresa quindi la quota di tredicesima e le eventuali indennità di vitto o di alloggio), nel caso in cui la collaboratrice domestica ne abbia diritto. Per il calcolo dei contributi è sufficiente ricercare, nella tabella qui pubblicata, l’importo del contributo orario corrispondente alla retribuzione effettiva che viene corrisposta. Basterà poi moltiplicare tale valore per il numero delle ore di lavoro svolte entro l’ultimo sabato del trimestre solare. Per i rapporti di lavoro con orario superiore alle 24 ore settimanali (presso lo stesso datore di lavoro), è stabilita una unica retribuzione oraria convenzionale cui nel 2019 corrisponde un contributo orario di 1,04 euro; il tutto, indipendentemente dalla paga oraria effettiva.

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