di Andrea Pira
Dop Anbang è toccato ad altri tre colossi delle assicurazioni finire sotto la lente dei regolatori cinesi. Sabato scorso, all’indomani del commissariamento della terza compagnia della Repubblica popolare, la Commissione di vigilanza sul settore ha puntato il faro sul Ping An Insurance, New China Life e China Re Asset Management, accusate di aver violato le regole sugli investimenti transfrontalieri in vigore dal 2012, che permettono alle assicurazioni di investire nell’immobiliare fino a un massimo del 15% degli asset gestiti.

I tre comunicati non entrano nel dettaglio delle operazioni contestate, ma si limitano a ordinare di porre rimedio alle violazioni e di informare entro un mese l’authority in merito a come intendano muoversi. Nell’ultimo biennio contenere i rischi finanziari è diventata una priorità per la dirigenza guidata dal presidente Xi Jinping. In questo contesto, il settore assicurativo, cresciuto a ritmi molto più rapidi del pil nazionale, è stato attraversato dall’allarme bolla sulle polizze. Nel caso di Anbang, la compagnia ha finanziato la propria espansione globale grazie a pacchetti assicurativi e prodotti di risparmio con rendimenti mediamente più alti di quelli offerti dalla banche o da altri investimenti.

La decisione della China Insurance Regulatory Commission di assumerne il controllo per un anno suona quindi come ammonimento per le altre compagnie. Ping An, primo assicuratore privato della Cina per l’entità dei premi, ha investito negli ultimi cinque anni oltre 2,3 miliardi negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia, dove è uno dei principali attori nel mattone e e vanta joint venture con Tishman Speyer, Gaw Capital e Lendlease. Quanto a China Re, la società di asset management di China Reinsurance, è controllata del fondo sovrano Cic; appena lo scorso dicembre China Re ha ceduto a Blackstone una quota del 10% del colosso europeo della logistica Logicor, acquistata da Cic soltanto alcuni mesi prima per 13, 8 miliardi. (riproduzione riservata)
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