di Giacomo Ghilardi

Il gruppo Unipol già tre anni fa aveva impostato un nuovo modo di comunicare al mercato e ai clienti, introducendo tutta la parte digital e social. Poi, a fine novembre 2016, era partito il blog Changes, con due-tre post a settimana di alto profilo e dedicati a temi trasversali, dalla sostenibilità alla mobilità, passando per domotica, nuove tecnologie, blockchain o ambiente. Ora arriva pure il magazine cartaceo Changes, monografico, a cadenza semestrale (2 mila copie spedite a un target selezionato), e che debutta con un numero dedicato ai cambiamenti climatici, per poi affrontare, nelle prossime pubblicazioni, argomenti legati alla mobilità o al welfare.

Unipol, secondo gruppo assicurativo italiano e primo nel ramo danni, diventa quindi anche una media company, provando a fornire contenuti interessanti, autorevoli e non autoreferenziali (nel senso che nei contributi non si parla mai di Unipol): «Affrontiamo temi che sono tutti entrati nel dibattito sul nostro futuro, dei nostri figli. Spesso si pensa che l’assicurazione tocchi solo alcuni settori, l’auto, gli infortuni. Invece», spiega Alberto Federici, direttore corporate communication e media relations gruppo Unipol e direttore editoriale di Changes, «quasi tutte le attività hanno risvolti assicurativi». E il tema del cambiamento climatico, con le eventuali catastrofi collegate (frane, alluvioni ecc.) impatta direttamente sull’economia di un paese: si pensi ad esempio che il 90% delle piccole e medie imprese italiane colpite da una catastrofe e costrette a rimanere inattive per almeno tre mesi fallisce entro un anno.

Il primo numero di Changes ospita un editoriale di Carlo Cimbri, a.d. di Unipol, e testi, fra gli altri, di monsignor Rino Fisichella, del diplomatico italiano Grammenos Mastrojeni, di Marisa Parmigiani (responsabile sostenibilità gruppo Unipol), del presidente di Enea Federico Testa e dell’architetto Carlo Ratti.
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