Nel 2017 il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) del mercato vita in Italia è stato pari a € 27,4 mld, in diminuzione del 30,3% rispetto al 2016 e ancor di più rispetto ai due anni precedenti, quando già nei primi nove mesi dell’anno la raccolta netta si attestava sui € 35 mld.

E’ quanto riporta la statistica dell’ANIA.

Tale risultato è stato determinato dalla diminuzione del volume dei premi, dovuta in gran parte al calo dei premi di ramo I che ha annullato il contributo positivo della raccolta di ramo III, e dall’aumento del totale onere sinistri, derivato dagli importi riscattati o disinvestiti delle polizze, ma anche da nuove scadenze e rendite maturate, soprattutto di ramo III.

Analizzando gli andamenti nei singoli trimestri, si osserva come il flusso netto realizzato nel IV trimestre 2017 sia stato pari a € 8,2 mld, superiore a quello realizzato nei due trimestri precedenti, grazie soprattutto al contributo positivo del ramo III (il più alto mai registrato ad eccezione del II trimestre 2015), ma in lieve calo rispetto al I trimestre dell’anno.

Nel 2017 il volume dei premi contabilizzati è stato, dopo tre anni consecutivi di raccolta superiore ai € 100 mld, pari a € 98,6 mld, in diminuzione del 3,6% rispetto al 2016 e di oltre il 10% rispetto al 2014 e al 2015. L’84% dei premi complessivi è generato
dall’emissione di nuovi contratti o dall’introito di premi unici aggiuntivi relativi a polizze già in essere, un punto percentuale in meno rispetto al 2016 e due rispetto al 2015.

L’ammontare risulta costituito per l’81% da premi unici, in calo del 3,9% rispetto al 2016, e per il restante 19% da premi periodici. Quest’ultima quota è rappresentata per il 5% da premi di prima annualità, in calo del 20,6% rispetto al 2016 e per il 14% da premi di annualità successive (+5,5%). Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium
Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – la variazione del volume premi rispetto al 2016 passerebbe da -3,6% a -2,8%.

Nel 2017 l’ammontare complessivo delle uscite è stato pari a € 71,2 mld, il più alto degli ultimi quattro anni e in aumento del 13,2% rispetto all’anno precedente. La quota prevalente delle uscite è derivata dai riscatti e dagli altri rimborsi, pari al 62% dei pagamenti complessivi (63% nel 2016) e in aumento del 10,4% rispetto all’anno precedente; le scadenze e le rendite maturate, comprensive della variazione delle riserve per somme da pagare, hanno raggiunto un’incidenza pari al 25% delle uscite totali, un punto percentuale in più rispetto al 2016, con un incremento del 18,7%. Il restante 13%, quota stazionaria rispetto all’anno precedente, è costituito invece dagli importi dei sinistri per decesso e altri eventi attinenti alla vita umana coperti dalle polizze vita, che hanno registrato una crescita del 16,9% rispetto al 2016.

Le riserve tecniche vita alla fine dell’anno 2017 sono state pari a € 658,2 mld, in aumento del 6,0% rispetto all’anno precedente e dell’1,7% rispetto alla fine del trimestre precedente. In particolare, il 73% delle riserve complessive di fine anno deriva da impegni assunti nel ramo I, incidenza costante dalla fine del 2016 mentre il 21% è afferente a polizze di ramo III, in aumento di un punto percentuale rispetto al trimestre precedente.

Analizzando la concentrazione delle riserve tecniche tra le compagnie di assicurazione operanti in Italia alla fine del 2017, si osserva che circa la metà dell’intero ammontare (48,5%) è detenuto dalle prime cinque compagnie, mentre se si considerano anche le successive cinque imprese si arriva a sfiorare il 70%.La variazione dello stock delle riserve rispetto alla fine dell’esercizio 2016 è stata pari a € 37,3 mld, € 9,8 mld in più rispetto al saldo tecnico del settore vita; nel solo IV trimestre 2017 la crescita è stata pari a € 11,3 mld, ammontare superiore di oltre 4 miliardi rispetto a quello registrato nei due trimestri precedenti.

Analisi di dettaglio per ramo
Nell’anno 2017 il ramo I ha registrato un flusso netto positivo pari a € 16,7 mld, in netto calo rispetto al biennio precedente quando sfiorava i € 30 mld e ancor più rispetto ai € 40 mld del 2014. Tale risultato è dovuto alla raccolta premi di € 62,8 mld, di cui € 48,8 mld unici (il 78% dei premi) e € 13,9 mld annui, e alle uscite pari a € 46,1 mld, di cui il 61% è rappresentato da riscatti e altri rimborsi (€ 28,0 mld), mentre le scadenze e le
rendite maturate (€ 10,8 mld) costituiscono quasi un quarto del totale oneri.
Nel 2017 i premi contabilizzati di ramo I hanno registrato l’ammontare più basso dal 2013, con una contrazione del 14,8% rispetto all’anno precedente e ancor più rispetto al 2014 quando il volume premi raggiungeva gli € 82,6 mld; l’incidenza della nuova produzione sul singolo ramo I è pari all’82%, inferiore di tre punti percentuali rispetto a quella del 2016. Gli oneri pagati nell’intero anno 2017 sono invece aumentati del 5,5% rispetto al 2016, incremento registrato soprattutto nel II trimestre. L’onere complessivo per riscatti, scadenze, rendite e sinistri ha rappresentato nel ramo I il 9,6% delle riserve.

Relativamente al ramo III, la raccolta netta nell’anno è stata pari a € 11,4 mld, in aumento del 31,2% rispetto al 2016, ma in contrazione del 21,3% se confrontata con quella realizzata nel 2015 (€ 14,4 mld). Tale risultato è dovuto all’incremento del 30,1% rispetto al 2016 registrato dal volume premi, pari a € 31,3 mld (di cui circa il 90% afferente a nuovi contratti), i cui effetti positivi sono in parte annullati dall’aumento delle uscite
(+29,4% rispetto all’anno precedente), per un importo pari a € 19,9 mld, principalmente dovute a riscatti (il 63% del totale oneri). L’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo III il 14,5% delle riserve.

Il ramo V, con un volume premi di € 2,6 mld, in diminuzione del 7,0% rispetto al 2016, e con un ammontare di pagamenti pari a € 3,6 mld, in aumento del 25,4% (dovuto ai riscatti che rappresentano il 77% dei premi e sono incrementati del 65,0%), ha visto, per il terzo anno consecutivo, una raccolta netta negativa, pari a € -1,0 mld, in sensibile peggioramento rispetto ai due anni precedenti. L’83% del totale premi è afferente a
nuovi contratti mentre l’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo V il 13,2% delle riserve.

Fonte: ANIA