AXA ha presentato l’Emerging Risk Survey 2017 in cui coinvolge un migliaio di propri collaboratori, insieme a scienziati ed esperti di tutto il mondo con background e competenze eterogenee, per tracciare un quadro dei rischi emergenti nei prossimi 5-10 anni.

I risultati di quest’anno hanno messo in luce la predominanza dei rischi ambientali (climate change, risorse naturali) e dei rischi legati alla tecnologia (Internet of Things (IoT), Intelligenza artificiale (AI) e cyber risk) oltre all’incertezza finanziaria.

RISCHIO EMERGENTE 1: CAMBIAMENTO CLIMATICO

Per il terzo anno consecutivo, i rischi ambientali sono al primo posto nella classifica dei rischi emergenti.

Questo risultato non sorprende Joaquim Pinto, titolare dell’AXA Chair dedicata ai Regional Climate and Weather Hazards al Karlsruhe Institute of Technology, che anzi vede in questo primo posto un aspetto positivo, segnalando una maggior consapevolezza dell’opinione pubblica: “i 5 anni più caldi di tutti i tempi si sono verificati a partire dal 2010. Dato che questo trend climatico non sembra destinato a interrompersi, possiamo aspettarci che la probabilità di intense ondate di calore aumenti entro i prossimi dieci anni. Lo stesso vale per i picchi di pioggia e la possibilità di inondazioni sulle coste”.

Le aree costiere saranno chiamate ad affrontare i maggiori rischi, soprattutto perché l’urbanizzazione continua a crescere drasticamente in queste regioni: “la forte concentrazione della popolazione nelle aree costiere come l’Asia sud-orientale, l’Africa occidentale o il sud-est degli Stati Uniti, è molto problematica – così come l’aumento dei valori assicurati – considerando che queste aree tendono ad essere colpite più frequentemente da monsoni, tifoni e mareggiate”, spiega Joaquim Pinto. A suo avviso è essenziale che le autorità cittadine affrontino questi problemi. Anche le aziende del settore privato possono limitare il loro impatto su questi rischi. Stando a quanto sostiene Joaquim Pinto, regolamentare la costruzione nelle zone soggette a inondazioni è uno dei migliori esempi di come aziende e autorità pubbliche possano collaborare per un cambiamento concreto: “anche se ovviamente [costruire in zone soggette ad allagamento] non è una buona idea, ciò accade puntualmente, a causa della necessità di garantire sempre nuovi alloggi vicino a grandi aree urbane: una maggiore consapevolezza delle autorità regionali e locali su questi temi potrebbe essere molto utile per limitare l’impatto di rischi correlati al cambiamento climatico”.

RISCHIO EMERGENTE 2: CYBER RISK

Il cyber risk è davvero un rischio emergente? Per Victoria Melvin, Head of Research – AXA Group Security, questa questione dipende dal proprio punto di vista. “In parole povere, i cyber risk esistono sin dalla creazione di Internet e difficilmente si possono qualificare come emergenti. Ma per quanto riguarda le definizioni del settore assicurativo, il cyber risk è un rischio emergente: è ancora poco capito e semplicemente noi non abbiamo abbastanza informazioni storiche per essere in grado di definire i prezzi con i metodi di pricing tradizionali”.

E c’è una valida ragione alla base di tale scarsità di informazioni, data la natura sempre mutevole del cyber risk, come accennato da Victoria Melvin: “abbiamo visto come può influenzare centinaia di migliaia di persone in centinaia di paesi in una manciata di secondi, quest’anno con l’attacco WannaCry ransomware”.

Si aggiungono a questa complessità l’entità dei rischi cibernetici – dalla criminalità informatica alla guerra d’informazione – e l’ampia gamma di soggetti interessati – individui, Stati e società.

Per Victoria Melvin, “aumentare la consapevolezza del rischio tra gli attori pubblici e privati è un primo grande passo. Ma questo non è abbastanza. Dobbiamo anche agire per combattere questi rischi”. In definitiva, questo primo passo dovrebbe aiutare a cambiare il modo in cui percepiamo questo rischio: “c’è ancora un equivoco sul fatto che si tratta di un rischio tecnologico, quando è davvero un rischio per l’impresa”.

RISCHIO EMERGENTE 3: INTERNET OF THINGS, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E ROBOTIZZAZIONE

Per Joanna J. Bryson, Professoressa del Dipartimento di Scienze Informatiche all’Università di Bath, alcuni progressi tecnologici negli ultimi anni hanno aperto le lacune di sicurezza che sono difficili da colmare. Questo è il motivo per cui i rischi tecnologici hanno guadagnato il terzo posto nella classifica 2017 dei rischi emergenti.

Questa sfaccettata categoria di rischi tocca diversi ambiti, dai progressi nell’intelligenza artificiale (con lo sviluppo del deep learning) allo sviluppo della robotica e al crescente numero di oggetti collegati (Internet of Things, IoT).

IoT, infatti, presenta due rischi principali per Joanna J. Bryson: “cybersecurity dei dati e cybersecurity dei device”. Inoltre, la Professoressa pensa che questa massa di oggetti collegati “potrebbe essere utilizzato sia per l’aggregazione dei dati indipendenti che per l’azione diretta. Dobbiamo stare in allerta. Le minacce possono anche venire da attori statali che vorrebbero interrompere l’attività dei sistemi informativi, da terroristi, stalker, o solo giovani delinquenti che potrebbero voler utilizzare sistemi automatici per causare distruzione, digitale o fisica, o addirittura causare guasti della rete”.

Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, i rischi stanno cambiando forma. Dal momento che la ricerca avanza e nuovi servizi in grado di prendere decisioni autonome diventano più diffusi, molti hanno sollevato perplessità riguardo l’affidabilità di questi sistemi.

Per Joanna J. Bryson, è tempo che i legislatori regolamentino queste tecnologie, lasciando spazio per ulteriori sviluppi e applicazioni: “siamo in un frangente significativo e abbiamo bisogno di determinare le politiche appropriate per il futuro”.

Allo stesso tempo, nota che “sarà più facile inquadrare legalmente l’intelligenza artificiale rispetto alle istituzioni composte di esseri umani perché possiamo esigere la trasparenza, sia che si tratti della registrazione del processo decisionale o anche con la verificabilità del codice, così come con quella delle procedure di addestramento degli algoritmi”.

RISCHIO EMERGENTE 4: RISCHIO FINANZIARIO

Un decennio dopo la Grande Recessione, la crescita è ancora in modalità di ripresa. Se la crescita dovesse rallentare prima che gli squilibri finanziari sussistenti diminuiscano completamente, gli squilibri potrebbero creare rischi che devono essere attentamente monitorati nei prossimi 5-10 anni.

Laurence Boone, Global Head of Multi Asset Client Solutions di AXA IM: “è altamente probabile che, poiché l’economia globale subirà un rallentamento ciclico nel medio termine, si concretizzeranno alcuni dei rischi legati alla volatilità del mercato. Le vulnerabilità nel sistema finanziario verranno messe alla prova quando i mercati vengono stressati”.

Gli economisti attribuiscono questa fragilità alla combinazione di bassa produttività e politiche fiscali e monetarie eccezionali che sono state messe in campo per sollevare le economie dalla più grande crisi economica degli ultimi decenni: “i tassi di interesse ultra-bassi hanno sostenuto la valutazione per la maggior parte delle attività finanziarie e degli asset reali, mentre le politiche non sono riuscite a sollevare la crescita esponenziale. Un ritiro delle politiche di allentamento della banca centrale, senza adeguate politiche fiscali e strutturali, potrebbe portare ad un crollo dei mercati finanziari”.

Per quanto riguarda gli enti pubblici, in particolare gli Stati, i Comuni e le società private, la situazione non è positiva: “i tassi di interesse storicamente bassi combinati con le politiche di bilancio che non sono state invertite nei recenti periodi economici migliori, hanno portato ad un forte aumento della leva finanziaria, in particolare per i governi e le società non finanziarie”.

I rischi finanziari in Cina, data l’importanza del paese nell’economia globale, hanno solo ulteriormente alimentato la paura dell’instabilità, secondo Laurence Boone: “La Cina è soggetta a grandi squilibri finanziari che dovranno essere smistati a medio termine”. E questo deve accadere in un momento in cui l’economia globale poggia sulle spalle di una singola economia emergente in un modo senza precedenti. “Un incidente finanziario in Cina avrebbe importanti implicazioni, se la Cina si aprisse ai mercati finanziari globali prima che gli squilibri venissero corretti”.

La regolamentazione finanziaria e le politiche macroprudenziali sono linee guida chiave per limitare i rischi nel sistema finanziario”, conclude Laurence Boone, sottolineando l’importanza di agire in quest’area in modo da respingere questi potenziali rischi.

RISCHIO EMERGENTE 5: GESTIONE DELLE RISORSE NATURALI

La gestione delle risorse naturali come quinto rischio emergente riflette la crescente consapevolezza di come l’economia mondiale stia raggiungendo un limite in termini di sostenibilità”. Per Mark New, che ha studiato le crisi idriche in Africa ed è Direttore della Cattedra di Ricerca AXA sul rischio climatico in Africa all’università di Cape Town, la situazione è chiara: “gli elementi alla base della tensione sulla domanda di risorse naturali continuerà nei prossimi 5- 10 anni. La popolazione globale continuerà a crescere, determinando una crescente domanda di cibo e fibre, acqua ed energia; l’attività economica dovrà espandersi per garantire il sostentamento di questa crescente popolazione”.

Il caso dell’acqua a suo giudizio è particolarmente rilevante. Si tratta di una risorsa, che oltre ad essere vitale, è il fulcro di tutto lo sviluppo economico (produzione di cibo, energia, industria): “ci sforziamo di scollegare la crescita economica dallo sfruttamento delle nostra dotazione di risorse naturali”, afferma Mark News.

Per questa ragione, una crisi di fornitura idrica dovuta alla mancanza di risorse o ad un eccesso di domanda paralizzerebbe intere regioni e metterebbe a rischio la vita di molte persone.

Per Mark New, le autorità pubbliche devono indirizzare la questione a livello nazionale e internazionale: “possono agire su molti fronti; rimuovendo incentivi pericolosi che incoraggiano lo sfruttamento delle risorse naturali, come i sussidi sui combustibili fossili, non pagando il pieno costo dell’acqua, sviluppando una legislazione coerente con lo sviluppo sostenibile e piani di sviluppo regionali e nazionali incentrati sulla sostenibilità”.

Il ruolo di questa indagine sui rischi emergenti va oltre la classificazione dei rischi per ordine di importanza.

Per Hélène Chauveau, Head of Emerging Risks l’indagine sui rischi emergenti mira anche ad evitare punti oscuri e ad individuare i rischi chiedendo ai rispondenti se pensano che alcuni rischi non siano presi in considerazione nel nostro radar”.

Quest’anno, il sondaggio sottolinea anche l’importanza dei rischi per la salute, anche se questi rischi non sono stati messi in cima alla classifica. Gli intervistati hanno espresso preoccupazione per le pandemie, la resistenza agli antibiotici, le nuove pratiche mediche e le recenti paure relative a malattie del sistema endocrino: “Si collocano a livelli piuttosto medio-bassi della classifica, sottolineando il fatto che potrebbero essere sottostimati rispetto agli altri”, evidenzia.

Oltre a mostrare questi rischi non segnalati, il sondaggio fornisce una base su cui costruire e identificare gli argomenti da esplorare per attuare azioni concrete. Strumenti come questo sondaggio consentono di identificare e monitorare le dinamiche e le tendenze dei rischi emergenti, dimostrando un utile strumento per stabilire strategie di anticipazione del rischio adattabili alle compagnie assicurative.