Via alle richieste di certificazione per ottenere il prestito
di Daniele Cirioli

Al via l’operazione Ape volontario. Da ieri, infatti, i cittadini possono simulare, online, sul sito l’Inps, la propria situazione e fare domanda di certificazione per il prestito ventennale che è commisurato e garantito dalla (futura) pensione di vecchiaia. Interessati sono tutti i lavoratori con almeno 63 anni e un’anzianità contributiva non inferiore a 20 anni. Qualche esempio. Un dipendente con 1.200 euro di pensione mensile, che maturi fra tre anni l’età per la pensione di vecchiaia, può ottenere un Ape d’importo variabile da 150,00 a 747,05 euro da incassare per 43 mesi. La cattiva notizia è il costo, per interessi finanziari e premi assicurativi contro rischio premorienza: varia tra l’80 e 90% dell’Ape incassato e si dimezza solo grazie all’attribuzione di un credito d’imposta. Per il presidente dell’Inps, Tito Boeri, «la platea potenziale interessata dall’Ape volontario non è piccola: la stimiamo intorno alle 300 mila persone e, dall’anno prossimo, il flusso di persone che avranno questa possibilità sarà di 115 mila».

Un finanziamento. È un vero e proprio prestito, dello stesso tipo dei prestiti al consumo, con la sola differenza di essere commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia. È erogato da una banca in quote mensili per 12 mensilità annue e ottenibile dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2019 (proroga fissata dalla legge Bilancio 2018). L’Ape volontario può essere richiesto da tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla gestione separata; sono esclusi i liberi professionisti iscritti alle casse professionali. Il prestito è erogato per un periodo minimo di sei mesi e fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia. Il suo importo varia tra un minimo, pari a 150 euro, e un massimo che non può superare: il 75% dell’importo mensile netto della pensione di vecchiaia, se la durata di erogazione dell’Ape, è superiore a 36 mesi; l’80% dell’importo mensile netto della pensione di vecchiaia, se la durata di erogazione dell’Ape è superiore a 24, è pari o inferiore a 36 mesi; l’85% dell’importo mensile netto della pensione di vecchiaia, se la durata di erogazione dell’Ape è compreso tra 12 e 24 mesi; il 90% dell’importo mensile della pensione di vecchiaia, se la durata di erogazione dell’Ape è inferiore a 12 mesi.

Il prestito ottenuto va restituito in 240 rate mensili in un periodo di 20 anni, mediante una trattenuta che viene effettuata dall’Inps all’atto del pagamento di ciascun rateo pensionistico. La restituzione del prestito inizia dal primo pagamento della futura pensione e comprende sia gli interessi di finanziamento che il premio assicurativi per la copertura del rischio di premorienza. Su tali costi è riconosciuto un credito di imposta annua in misura massima del 50% dell’importo pari a un ventesimo degli interessi e dei premi assicurativi pattuiti nei relativi contratti.

Due esempi. In tabella sono riprodotti i risultati di due simulazioni: un lavoratore dipendente e un co.co.co. che raggiungono l’età per la pensione di vecchiaia tra tre anni (nel 2021). Per entrambi, l’Ape è erogato per 43 mesi nell’importo massimo. A fronte dell’anticipo, entrambi i lavoratori devono farsi carico di un costo (interessi e premi assicurativi) del 45% dell’Ape ricevuto: la metà del costo reale (circa il 90% del finanziamento), così ridotta dal credito d’imposta che è riconosciuto direttamente dall’Inps.

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