Swiss Re ha chiuso il 2017 con un utile netto di 331 milioni di dollari (269,2 mln euro), in forte contrazione dai 3,56 miliardi dell’anno precedente. Il risultato comprende un beneficio di 93 milioni derivante dalla riforma fiscale americana. Le richieste di risarcimento derivanti dai disastri naturali come gli uragani Harvey, Irma e Maria, si sono attestate a 4,7 miliardi di dollari (3,8 mld euro). «E’ stato un anno sfidante per il settore assicurativo», ha osservato la compagnia. «Nonostante questo, crediamo che l’outlook sia ora più positivo degli ultimi quattro anni».

I premi lordi sono calati del 2,4% a 34,78 miliardi di dollari (28,29 mld euro). Il ramo proprietà e sinistri, la divisione più importante del gruppo, ha riportato una perdita netta di 413 milioni di dollari contro l’utile precedente di 2,1 miliardi. Il cda proporrà di alzare il dividendo a 5 franchi svizzeri dai 4,85 dell’anno prima e di lanciare un nuovo programma di riacquisto di azioni proprie fino a un miliardo di franchi.

Per quanto riguarda l’interesse di Softbank a entrare nel capitale, Swiss Re ha riferito che sta «attentamente valutando» le implicazioni strategiche e finanziarie.
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