di Mauro Romano

Generali abbandona il carbone per cercare nuovi investimenti nei settori dell’economia verde. In base alla nuova strategia sui cambiamenti climatici approvata ieri, il gruppo assicurativo ha deciso di non effettuare più investimenti in società legate al settore carbonifero. Gli investimenti azionari e obbligazionari legati al combustibile fossile sono circa 2 miliardi di euro. Generali ha quindi deciso di disinvestire dai primi abbandonando gradualmente i secondi, portandoli a scadenza e valutando anche l’ipotesi di dismetterli prima. Per attività carbonifere il gruppo intende società i cui ricavi o la cui produzione di energia derivino per una quota superiore al 30% dal carbone oppure quelle attività estrattive la cui produzione di combustibile fossile è superiore ai 20 milioni di tonnellate l’anno, nonché nelle realtà impegnate nella costruzione di nuovi impianti. Sono comunque previste eccezioni e riguardano quei Paesi nei quali le fonti alternative non sono ancora sviluppate, almeno nel medio periodo. In percentuale riguarderanno soltanto una quota marginale degli investimenti, pari a circa lo 0,02% .

«La tutela dell’ambiente e l’adozione di azioni per fronteggiare i cambiamenti climatici rappresentano temi centrali per Generali », ha chiarito il ceo del gruppo, Philippe Donnet. Da tempo il Leone sta cercando di rendere più sostenibile il proprio modello di business. Perciò, se da una parte si assisterà all’uscita dal carbone, dall’altra nei prossimi tre anni il colosso triestino guarderà al verde. Gli investimenti in quest’ambito saranno incrementati di 3,5 miliardi di euro, con particolare attenzione alle infrastrutture e ai green bond. Per quanto riguarda le sottoscrizioni, relativamente ai prodotti non Vita, la nuova strategia mira a sviluppare assicurazioni green. Questo vuol dire aumentare la quota del portafoglio premi per il comparto delle energie rinnovabili e l’offerta di prodotti a valenza ambientale per il mercato retail e delle piccole e medie imprese. Ad esempio si punterà su sviluppi nella mobilità sostenibile e nell’efficientamento energetico.

Parte integrante del piano d’azione, in linea con quanto stabilito nei principi della conferenza sul clima Cop 21, il gruppo cercherà di instaurare un dialogo costante con emittenti, clienti e stakeholder in quei Paesi le cui economie e l’occupazione dipendono ancora dal carbone, monitorando i piani di riduzione dell’impatto ambientali e le strategie di transizione. (riproduzione riservata)
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