Il gruppo Eurovita, nato dalla fusione delle tre compagnie Ergo Previdenza, Old Mutual Wealth Italy (la ex Skandia Italia) ed Eurovita Assicurazioni
avvenuta il 31 dicembre, parte già “da oltre 17 miliardi di euro di riserve lorde, ma non intendiamo fermarci qui”, come afferma a MF-Milano Finanza Erik Stattin, CEO di Eurovita S.p.A. e questo senza contare l’ulteriore crescita nel caso in cui il gruppo procedesse con eventuali acquisizioni. «Al momento non abbiamo allo studio acquisizioni.
Ma le aziende vanno comprate quando sono in vendita e quindi, se ci saranno opportunità di acquistare altre compagnie, certo le prenderemo in considerazione», continua Erik Stattin, confermando le posizioni del suo intervento a uno dei Caffè di BeBeez lo scorso novembre, al quale erano intervenuti anche Andrea Battista (ex amministratore delegato di Eurovita, uscito dal gruppo a valle della staffetta tra i fondi JC Flowers
e Cinven nel capitale della compagnia) e il partner del fondo Cinven, Eugenio Preve.
Stattin ha un passato come responsabile EMEA della practice assicurativa di Oliver Wyman e prima ancora è stato Chief Executive Officer di Intesa Vita (quando Corrado Passera era CEO di Banca Intesa), CEO di Poste Vita e CEO di Skandia Italia Holding. Nel consiglio di amministrazione del gruppo, presieduto da Davide Croff, siedono poi Eugenio Preve, Caspar Berendsen e Andrea Bertolini di Cinven, Mario Cuccia, che ricopre incarichi in Allfunds Bank SA, Moneyfarm Ltd e nel gruppo Allianz, e Heinz Peter Ross, CEO della tedesca Heidelberger Leben, specializzata nella gestione di portafogli assicurativi in run-off (da portare a scadenza senza nuove acquisizioni). Ma dove vuole arrivare Eurovita? Se l’obiettivo dovesse es-
sere quello di andare in Borsa, con quanti premi si dovrebbe presentare all’appuntamento dell’Ipo? Stattin commenta: «Secondo me già oggi Eurovita
ha raggiunto dimensioni adeguate per operare nel settore in maniera efficiente. Se prima, con la direttiva Solvency 1, avere 5 miliardi di euro di riserve poteva essere sostenibile, oggi con Solvency 2 e le novità normative in fase di introduzione ce ne vogliono almeno 15-20. Cifra che noi abbiamo raggiunto. Ciò detto, ripeto, abbiamo intenzione di crescere ancora, sia per via organica sia prendendo in considerazioni acquisizioni». A novembre, in occasione del Caffè di BeBeez, Stattin aveva detto: «Negli ultimi mesi abbiamo studiato almeno quattro dossier.
Poi alcuni sono stati ritirati dal mercato perché gli azionisti hanno deciso di non vendere più, mentre altre opportunità sono state colte da altri operatori (per esempio le compagnie italiane dell’austriaca Uniqa, poi acquistate da Reale Mutua, ndr). Tuttavia ci sono e ci saranno sicuramente ulteriori opportunità».
Quanto all’investimento delle riserve, Stattin ha sottolineato il fatto che la nuova normativa di vigilanza per le assicurazioni, Solvency 2, rende di fatto molto più oneroso di prima l’investimento in equity e in particolare in equity non quotato, chiedendo di accantonare livelli più elevati
di capitale di vigilanza e di fatto riducendo i rendimenti netti, mentre favorisce gli investimenti in private debt. Non a caso Eurovita è stata molto attiva in questa asset class negli ultimi anni. Per esempio nel 2016 ha investito nel fondo di direct lending di Tikehau Capital e in
quello di private debt di RiverRock.
Quanto alla strategia industriale, secondo Stattin il comparto vita in Italia oggi è attraente perché ci sarà uno spostamento delle risorse delle famiglie italiane verso forme di risparmio gestito, dove il comparto assicurazioni vita offre dei vantaggi specifici ai clienti e margini potenzialmente più interessanti.
Stattin ha precisato: «Il nostro progetto è molto chiaro, abbiamo acquisito tre compagnie in grado di presidiare ciascuna un diverso canale distributivo e su questo fronte ciascuna manterrà la sua identità, con prodotti dedicati ai nostri clienti e ai nostri partner, ma tutti con un
unico marchio, Eurovita. E il fatto di essere un’unica compagnia ci permetterà di beneficiare di economie di scala e di sinergie in grado di rendere più redditizio il business». Da un lato c’è la ex Old Mutual Wealth Italy, specializzata in polizze unit linked per il canale dei consulenti
finanziari, che a fine 2017 contava 54 mila clienti e 7 miliardi di euro di patrimonio in gestione.
La compagnia, a capo della quale è stato nominato di recente Luca Matassino, Responsabile Commerciale Reti, si avvale di diverse reti per un totale di 11 mila promotori; c’è poi l’ex Eurovita Assicurazioni, specializzata nel bancassurance, forte di 2.500 sportelli bancari partner, 120
mila clienti e oltre 5 miliardi di euro di riserve, guidata da Carlo Motta in qualità di Responsabile Commerciale Banking; e infine la ex Ergo Previdenza, che fa oggi capo a Claus Theimer, Responsabile Commerciale Agenzie, ed è focalizzata su prodotti previdenziali e soluzioni assicurative per il risparmio distribuiti da 150 agenti, con 390 mila clienti e 4,6 miliardi di riserve a fine 2017.

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