Utile 2016 in calo a 535 milioni. Il payout è all’80%
Unipol potrebbe procedere a uno scorporo tra la banca in bonis e una bad bank, in modo che l’istituto, ripulito dai crediti deteriorati, possa prendere parte a un’eventuale aggregazione. E questo anche se, al momento, non sono in corso discussioni. «Stiamo lavorando perché il settore bancario non dia problemi al gruppo: questo è il nostro obiettivo minimo», ha detto l’a.d.

Carlo Cimbri. «Quindi, per noi, se la banca fa risultati come quelli di quest’anno siamo felici perché non ci crea problemi. I flussi ormai sono stabilizzati sul fronte dei crediti deteriorati, stiamo lavorando per ridurre lo stock in tutte le forme possibili. All’interno di Unipol banca abbiamo già separato le gestioni della banca in bonis e della banca che gestisce i crediti deteriorati e non è escluso che, come ulteriore evoluzione di questo percorso, potremmo provvedere anche a uno scorporo societario, sempre sotto il controllo di Ugf».

Questa operazione si giustifica con il fatto che, ha aggiunto l’a.d., «una banca in bonis è una banca potenzialmente accorpabile nell’ambito dei processi di fusione che potranno venire nel mondo bancario. Non abbiamo ancora discussioni con nessuno, ma stiamo preparando la banca adatta per questo tipo di strategie».

Intanto il gruppo Unipol ha archiviato l’esercizio 2016 con un utile netto consolidato di 535 milioni di euro, in calo rispetto ai 579 mln dell’anno precedente, che scontavano tuttavia gli effetti straordinari derivanti da consistenti plusvalenze legate a un riposizionamento dell’asset allocation del portafoglio titoli. La raccolta diretta assicurativa è ammontata a 14,8 miliardi di euro, di cui 7,8 nel ramo danni e 7 mld nel vita. All’assemblea verrà proposta la distribuzione di un dividendo pari a 0,18 euro per azione, con un payout intorno all’80%.

Intanto, come ha precisato Cimbri, rimane aperta qualsiasi opzione sulla partnership tra UnipolSai e Banco Bpm in Popolare vita. Quest’ultima è la compagnia di bancassicurazione in joint venture fra i due gruppi: «A fine 2016 è scaduto il periodo di esercizio della put che abbiamo sulla partecipazione. Abbiamo deciso di prorogarla fino al 30 giugno perché il Banco è stato interessato da una discontinuità, e solo da gennaio è operativo il nuovo assetto della banca. Ci siamo accordati per prenderci il tempo necessario per fare tutti gli approfondimenti utili, così da vedere se ci sono le condizioni di reciproco interesse per proseguire nella partnership o fare scelte diverse».

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