di Anna Messia
Per il momento non c’è alcuna offerta di scambio sulle azioni Generali pronta sul tavolo. Intesa Sanpaolo è ancora nel bel mezzo della fase 2 dell’operazione, quella che analizza la logica industriale di una fusione con il Leone, e la prognosi resta riservata. Venerdì 3 febbraio l’amministratore delegato di Ca’ de Sass Carlo Messina presentando il bilancio 2016 ha fatto un po’ di chiarezza dopo le tante indiscrezioni che davano un’ops sulla compagnia assicurativa triestina da Philippe Donnet pronta in pochi giorni. I tempi sembrano più lunghi, visto che l’operazione è «tuttora soltanto oggetto di un case study nell’ambito di molteplici valutazioni che il management svolge regolarmente in tema di opzioni di crescita endogena ed esogena», ha scritto il vertice della banca. Affermazioni che sono suonate come una marcia indietro, soprattutto perché solo due giorni prima la banca aveva lasciato intendere che il dossier era caldo rispondendo a stretto giro di posta agli agenti Generali che sollevavano dubbi sull’operazione sottolineandone i rischi. Il presidente degli agenti Generali Vincenzo Cirasola aveva espresso preoccupazione per le voci di un possibile spezzatino della compagnia, con la cessione a gruppi esteri di alcuni asset, chiamando in causa anche il governo, che dovrebbe intervenire per evitare lo spezzatino di un gruppo che «nella sua lunga storia ha creato profitti a tanti, compreso al nostro stesso Stato e in particolare agli azionisti». Il pericolo, aveva aggiunto senza metti termini Cirasola, è che «se la nostra Generali non esisterà più, ci sarà un serio rischio di fuga di noi agenti, assieme ai nostri milioni di clienti, verso altre compagnie».

Un messaggio al quale la banca ha deciso di rispondere solo qualche ora dopo, spegnendo sul nascere gli allarmismi. I progetti di Intesa Sanpaolo riguardanti il gruppo Generali , sui quali il management della banca è al lavoro, «hanno come riferimento la valorizzazione del ruolo degli agenti nella nuova combinazione», avevano fatto filtrare da Ca’ de Sass. Aggiungendo che il gruppo Intesa ha da sempre come «tratto fondamentale della propria identità la tutela dell’occupazione e lo sviluppo professionale dei dipendenti». Quanto poi alle considerazioni sul possibile ridimensionamento della presenza internazionale del gruppo Generali aggregato in Intesa Sanpaolo , la banca aveva aggiunto che lo stesso piano di impresa del Leone, presentato lo scorso novembre a Londra, prevede una significativa riduzione della dimensione internazionale del gruppo. L’istituto ha quindi risposto punto su punto alle obiezioni sollevate dagli agenti lasciando intendere che l’interesse per le Generali è notevole e che la sua intenzione è crescere nell’asset management e nelle assicurazioni. Ma evidentemente non si tratta di un’operazione facile, visti i paletti fissati dallo stesso Messina come condizioni per dare il via libera all’operazione che potrebbe cambiare il volto della finanza italiana: mantenere alti i ratio patrimoniali e invariati i dividendi della banca. «Intesa Sanpaolo distribuirà in ogni caso almeno 3,4 miliardi di euro di dividendo per il 2017 per completare il piano che prevedeva di distribuire 10 miliardi nell’arco del business plan», ha chiarito Messina.

Secondo i calcoli degli analisti, nel caso di un’operazione carta contro carta ai prezzi attuali per mantenere la linea sul dividendo (previsto a 19 centesimi nel 2019) il nuovo aggregato dovrebbe sviluppare 1,3 miliardi di euro di sinergie. Una bella sfida, cui si aggiunge un’altra incognita di tipo regolamentare che si chiama «compromesso danese». Si tratta delle regole europee, volute dai francesi, che consentono un risparmio di capitale alle banche che controllano compagnie assicurative. Secondo Barclays, senza l’applicazione del compromesso danese con l’acquisizione di Generali Intesa vedrebbe scendere il common equity Tier 1 dal 13 all’11,2%, mentre con il metodo danese salirebbe al 13%. Ma lo stesso Messina ha chiarito che i ratio devono restare invariati indipendentemente dal compromesso. Un bel rebus. (riproduzione riservata)
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