Un assegno e più tutele e aiuti in caso di gravidanza Le garanzie estese anche a chi si sta laureando

Prima le mamme e gli anziani. I medici mettono mano al loro sistema di welfare e focalizzano due priorità. L’Enpam ha deciso di aumentare l’assegno alle dottoresse libere professioniste che diventano mamme: un minimo che sfiora i 1.200 euro mensili per cinque mesi, più un pacchetto di misure che vanno dalla protezione dei periodi per gravidanza a rischio, la copertura dei buchi previdenziali, aiuti per asili nido e baby sitter e l’estensione delle tutele anche alle studentesse di medicina e odontoiatria non ancora laureate.

Garanzie
«La professione medica è sempre più femminile ed è necessario prenderne atto anche nelle tutele offerte — dice il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti —. Da custodi di un sistema previdenziale, inoltre, dobbiamo pensare al lavoro ed è importante che una professionista possa diventare serenamente mamma, sapendo di avere a disposizione delle opzioni che le consentano di conciliare vita e professione. Per noi, infatti, le dottoresse mamme sono colleghe che hanno dei figli, non delle donne che devono essere aiutate paternalisticamente».

Le misure per cui la Cassa dei medici ha appena ricevuto il via libera dei ministeri vigilanti comprendono anche la possibilità di versare contributi volontari per colmare dei vuoti eventualmente creati a seguito di una nascita, un’interruzione di gravidanza o un’adozione. Sono inoltre previsti ulteriori indennità in denaro, per esempio nel caso in cui si abbiamo complicanze durante la gravidanza e si debba interrompere l’attività lavorativa prima del tempo oppure, dopo l’arrivo del bebè, sono previsti sussidi per pagare l’asilo nido o la baby sitter nel primo anno di vita.

Caso unico nel panorama previdenziale italiano, i sussidi per maternità sono previsti anche per le studentesse che frequentano gli ultimi anni dei corsi di laurea. La legge di stabilità 2016 ha infatti stabilito che chi frequenta il V o il VI anno di medicina e odontoiatria possa iscriversi facoltativamente all’Enpam. Chi lo farà (non appena i ministeri daranno l’ok all’apertura delle iscrizioni) avrà diritto anche all’assistenza durante la gravidanza. Una scelta, quella di puntare sui giovani, che la realtà ha reso necessaria. «Nell’ultimo decennio abbiamo visto che l’età media delle nostre libere professioniste che fanno figli si è alzata di un semestre, passando a 35 anni e sei mesi — osserva Oliveti —. Tutto questo mentre chi affrontava la maternità in giovane età si ritrovava scoperta o con tutele al minimo».

Malattie
Attenzione alle mamme ma anche ai pensionati. Oltre alla cura ricostituente per le mamme, i medici hanno pensato anche a vaccinarsi contro il rischio della non autosufficienza. Tutti i medici e i dentisti attivi fino a 70 anni di età sono stati infatti coperti da un’assicurazione «Long term care», a carico dell’Enpam, che farà scattare un assegno aggiuntivo di 1.035 euro al mese, vita natural durante ed esentasse nel caso di Alzheimer, Parkinson o di perdita di 3 attività della vita quotidiana su 6 (lavarsi, vestirsi/svestirsi, nutrirsi, andare in bagno, muoversi, spostarsi).

«Da medici purtroppo ci rendiamo conto di quanto la progressiva perdita dell’autosufficienza renda l’individuo fragile e bisognoso — dice Oliveti —. Per questo abbiamo scelto una copertura che scatti sin dai primi stadi e non solo nei casi disperati. Per questo diamo anche la possibilità agli iscritti di sottoscrivere un’estensione facoltativa, che può far aumentare l’assegno fino a oltre 1.600 euro al mese». La polizza copre attualmente 380mila medici e dentisti. «Il meccanismo messo in moto prevede un allargamento progressivo della platea degli assicurati — dice Oliveti —. Chi è entrato sotto l’ombrello della polizza non ne uscirà più e con il passare degli anni si aggiungeranno i giovani medici e dentisti neo-laureati. L’Enpam inoltre spende circa due milioni di euro all’anno per pagare l’assistenza domiciliare o le rette in case di riposo di iscritti che non erano coperti da questa nuova polizza», conclude Oliveti.

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3CorriereEconomia