di Paola Valentini

Nel quarto trimestre la raccolta netta complessiva dell’industria del risparmio gestito è stata pari a 21 miliardi di euro. Un dato che porta i flussi totali del 2015 a quota 141,7 miliardi di euro, superando quella registrata nel 2014 (+133,4 miliardi di euro). Il patrimonio dell’industria è salito a 1.835 miliardi, massimo storico.

La mappa trimestrale di Assogestioni conferma i numeri emersi nei comunicati mensili. Il 2015 è stato per la raccolta netta il miglior anno dal 2003, ovvero da quando Assogestioni pubblica ogni mese i dati di raccolta non solo dei fondi, ma anche delle gestioni di portafoglio. In dettaglio, nei 12 mesi del 2015 la raccolta netta dei fondi aperti è ammontata a 94,7 miliardi, superiore ai 91,4 miliardi di tutto il 2014 e ai 48,4 miliardi del 2013. Per trovare un dato più elevato bisogna tornare indietro al 1998 quando il settore raccolse 167 miliardi. In totale gestioni di portafoglio istituzionali e retail dal canto loro hanno segnato nel 2015 flussi per 46,2 miliardi a fronte dei 41 miliardi del 2014 e anche in questo caso è il dato più alto dal 2003. La raccolta 2015 delle gestioni di portafoglio proviene, per la maggior parte, dalle gestioni di prodotti assicurativi (+19,4 miliardi) e dalle gestioni patrimoniali in titoli retail (+10,6 miliardi). «Tra ottobre e dicembre si registra un equilibrio tra le gestioni collettive (+10,1 miliardi) e le gestioni di portafoglio (+10,7miliardi). Tuttavia, nel corso dell’intero anno, la raccolta dei fondi aperti (+94,7 miliardi) pesa più del doppio rispetto ai mandati (+46,2 miliardi)», spiega l’associazione presieduta da Giordano Lombardo. Ma è innegabile che negli ultimi mesi del 2015 si sia assistito a un rallentamento della raccolta dei fondi dopo un periodo di boom sostenuto dalla spinta commerciale delle banche che hanno trovato nel risparmio gestito una miniera d’oro per compensare il calo delle commissioni nell’attività creditizia tradizionale. A influire sul calo della raccolta è stata soprattutto la volatilità dei mercati. Nel quarto trimestre, infatti, la raccolta dei fondi aperti è stata di 9,5 miliardi a fronte dei 15,5 miliardi del terzo trimestre. Mentre i flussi nelle gestioni di portafoglio hanno registrato soltanto un leggero calo: dai 10,7 miliardi del periodo giugno-settembre sono passati ai 9,1 miliardi del trimestre ottobre-dicembre. Quanto alle categorie dei singoli fondi aperti, la mappa trimestrale ha confermato la prevalenza dei flussi nei flessibili (51,5 miliardi nell’anno), seguiti dai bilanciati (12,9 miliardi), dagli obbligazionari (10,9 miliardi) a seguire gli azionari (9,1 miliardi). A questo proposito c’è da segnalare che i fondi azionari Italia hanno attirato nel 2015 flussi per 1,68 miliardi, un quinto circa della raccolta totale degli azionari, al quarto posto tra tutte e 18 le categorie equity dopo gli azionari Europa (6 miliardi), gli azionari internazionali (2,6 miliardi) e gli azionari altre specializzazioni (1,7 miliardi). Sul fronte della nazionalità dei fondi, i comparti di diritto estero hanno continuato a raccogliere più degli italiani. L’anno si è chiuso con flussi pari a 68,4 miliardi per i primi (2,5 miliardi a dicembre) e 26,2 miliardi per i secondi. I bilanciati hanno invece raccolto 12,6 miliardi, gli obbligazionari 14,8 miliardi e i monetari 6,8 miliardi. (riproduzione riservata)

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