L’attenzione degli operatori ora è puntata sui titoli delle banche tedesche, arrivati a un passo dai minimi storici. A Piazza Affari soltanto il ritorno a 18 mila punti darebbe un segnale di inversione di tendenza

di Gianluca Defendi e Fausto Tenini

La bufera che sta imperversando sui mercati ha già portato molti indici europei su livelli di ipervenduto di breve periodo, ma il peggio non è ancora definitivamente alle spalle. A livello di mercato in generale i fattori di rischio sono numerosi e noti, ma anche sotto il profilo grafico c’è da tenere le cinture allacciate.

Se Wall Street vacilla in modo pericoloso, l’Europa si è portata avanti sotto la spinta di bancari e petroliferi, annullando in pochi mesi due anni di faticosa risalita.L’indice S&P500 si è mosso nei canoni dell’analisi grafica, andando a ritestare i supporti, a effettuare un successivo pull back che non ha superato le resistenze di breve periodo e poi a riprendere la corsa al ribasso. Gli indicatori continuano a evidenziare un bias al ribasso e il nuovo test a 1.820 punti (il minimo relativo del veloce sell-off dell’ottobre 2014) non sembra portare nulla di buono. Un nuovo rimbalzo verso 1.880 punti aprirebbe così di nuovo le danze dei ribassisti, che hanno le cartucce per tentare un affondo sino a 1.750 punti prima e a 1.600 in seguito. Basta guardare il massimo arrotondato che l’indice ha costruito durante tutto il 2015 e i primi due tuffi già effettuati per comprendere che gli spazi di discesa sono ancora ampi. A sua volta l’Rsi a 14 settimane non è ancora entrato in ipervenduto ed è ben più affidabile del gemello su base giornaliera che raschia i 30 punti.

Di divergenze rialziste sul settimanale (le più affidabili) per ora non si vedono tracce, mentre il Vix fa la sua parte stazionando in area 20-30 e confermando che qualcosa è cambiato rispetto a periodi di relativa serenità.Per quanto riguarda la situazione tecnica della borsa italiana, il mood rimane precario. L’indice FtseMib ha subito una nuova ondata ribassista, innescata dal cedimento del sostegno situato a ridosso di 17.850, ed è sceso sui minimi degli ultimi mesi (15.900 punti circa). La tendenza di breve periodo rimane pertanto negativa ed è confermata dall’analisi dei principali indicatori direzionali (Macd, Parabolic Sar e Cci si trovano in posizione short). Solo il forte ipervenduto di brevissimo termine può impedire un ulteriore cedimento, che avrà un primo target in area 15.650-15.620 e un secondo attorno a 15.350 punti. Una prima dimostrazione di forza arriverà con il ritorno sopra 17.500 punti, ma da un punto di vista grafico solo il breakout della resistenza, sia statica sia dinamica, posta a 18.000 potrebbe fornire un segnale d’inversione rialzista. Prima di poter iniziare un movimento rialzista di una certa consistenza sarà comunque necessaria un’adeguata fase laterale di riaccumulazione.

Non molto differente l’impostazione dell’Eurostoxx50, che rimane negativa. Le quotazioni si trovano all’interno di una solida tendenza ribassista di medio termine, individuabile osservando la sequenza di massimi e di minimi decrescenti disegnati a partire da fine novembre-inizio dicembre 2015. L’analisi dei principali indicatori quantitativi conferma la presenza di un solido trend negativo, con l’Macd e il Parabolic Sar che si trovano in posizione short. Nel corso delle ultime sedute c’è stato un ulteriore peggioramento della situazione, con i prezzi che, dopo aver ceduto il supporto a 2.860 punti, sono scesi sotto 2.800. Solo il forte ipervenduto di brevissimo termine può impedire un ulteriore cedimento, che avrà un primo target in area 2.760-2.755 punti e un secondo a ridosso di 2.730. Un eventuale rimbalzo dovrà affrontare la barriera in area 2.935-2.950 punti. Una prima dimostrazione di forza arriverà con il ritorno sopra quest’ultimo livello, ma da un punto di vista grafico solo il breakout di quota 3.050 potrebbe fornire un segnale rialzista.

La situazione è seria, come conferma il miglioramento del quadro tecnico dell’oro. Le quotazioni, dopo un veloce pullback verso 1.110 dollari, hanno compiuto un veloce balzo in avanti e si sono spinte fino a 1.200 dollari. L’analisi dei principali indicatori quantitativi evidenzia un interessante rafforzamento della pressione rialzista, con l’Macd e il Parabolic Sar che si sono girati in posizione long. Prima di un nuovo allungo è comunque probabile una fase laterale di consolidamento.

La debolezza dei listini europei, e di quello italiano in particolare, rispetto a Wall Street è legata alla dinamica dei titoli bancari. La rottura dei minimi del 2009 da parte di Deutsche Bank  apre tecnicamente nuovi scenari negativi per il titolo, che potrebbe avvitarsi e alimentare il panic selling su altri istituti, sui quali le posizioni short stanno diventando particolarmente profittevoli. Anche Commerzbank si trova a un soffio dai minimi storici, sotto i quali le vendite potrebbero prendere il sopravvento. Chissà che stavolta non tocchi ai tedeschi abbassare la cresta, chiedendo all’Europa una revisione della direttiva che regola le crisi bancarie. Nel frattempo l’indice Eurostoxx Banks ha perso in pochi mesi il 45%. E sembra voler puntare ai minimi del 2009 e del 2011-2012. Dove, per chi non ha fretta, le opportunità di entrata sui titoli più robusti sarebbero ghiotte. (riproduzione riservata)

Fonte:2logo_mf