di Anna Messia

La ricerca del nuovo amministratore delegato di Generali , dopo l’uscita di Mario Greco, è ufficialmente partita. Ieri insieme al consiglio di amministrazione già in calendario da tempo, che aveva all’ordine del giorno la gestione ordinaria della compagnia in vista della chiusura del bilancio 2015, è stato convocato anche il comitato nomine composto da Gabriele Galateri, Francesco Gaetano Caltagirone e Lorenzo Pellicioli. E da quest’ultimo, come anticipato ieri da MF-Milano Finanza, è arrivata la firma al mandato per l’head hunter che sarà chiamato ad individuare profili adeguati a guidare il gruppo assicurativo, muovendosi a 360 gradi. Secondo fonti vicine al dossier si tratterebbe di Russell Reynolds, che potrà valutare sia candidature di mercato sia eventuali promozioni interne che vedono in pole position l’ad di Generali Italia, Philippe Donnet, e il cfo, Alberto Minali. Dopo il mandato firmato ieri il cacciatore di teste potrà aprire quindi la selezione con l’obiettivo di arrivare alla scelta del nuovo ceo, a questo punto, probabilmente entro inizio o metà marzo. Intanto, nei giorni in cui il premier Matteo Renzi era in Argentina, la compagnia ha archiviato un importante riassetto nel Paese sudamericano dove ha una posizione di leadership da tempo, occupando la seconda posizione nel mercato assicurativo. Generali ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie (manca ormai solo un ultimo passaggio formale) per chiude l’operazione annunciata alla fine dello scorso anno. Una riorganizzazione che ha previsto la cessione del 100% del capitale azionario della società Generali Argentina a un compratore locale, il gruppo Indalo. Ma una buona parte del portafoglio premi di Generali Argentina è confluito nel gruppo Caja de Ahorro y Seguros, di fatto il gruppo postale del Paese privatizzato nel 1994, di cui il Leone è arrivato a detenere negli anni il 90% del capitale dopo aver raggiunto accordi con la famiglia Werthein. Si tratta del partner con cui le Generali avevano scelto di operare in Argentina, che aveva però fatto crescere negli anni le sua esposizioni debitoria nei confronti del Leone. Con gli accordi raggiunti a fine 2014Generali ha allentato i rapporti con Werthein, riuscendo nel contempo ad arrivare a ridosso del 90% della Caja, quota ulteriormente arrotondata con l’operazione decisa alla fine dello scorso anno. (riproduzione riservata)

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