di Nicola Mondelli

 

Ulteriore tentativo per incentivare i dipendenti pubblici, ivi compresi i docenti e il personale educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario, ad aderire ai fondi pensione negoziali per la costituzione di una pensione integrativa. Adesioni ritenute a tutt’oggi assolutamente deludenti

Lo scorso 15 gennaio, l’Aran e dieci confederazioni sindacali, tra le quali la Cgil,la Cisl, la Uil, l’Ugl, la Confsal, la Cida e la Cisal hanno infatti convenuto – sottoscrivendo un’ipotesi di contratto collettivo nazionale quadro – sulla opportunità di differire al 31 dicembre 2020 il termine previsto dall’articolo 2, comma 3, dell’accordo quadro nazionale 29 luglio 1999 in materia appunto di trattamento di fine rapporto e di previdenza complementare per i dipendenti pubblici, termine più volte prorogato e per ultimo scaduto il 31 dicembre 2015.

Pertanto i dipendenti pubblici e il personale della scuola, in servizio alla data del 31 dicembre 1995 o assunti dal 1 gennaio 1996 e fino al giorno successivo alla data di entrata in vigore del predetto accordo quadro, in regime di trattamento di fine servizio (Tfs) – buonuscita per il personale scolastico -, avranno tempo fino al 31 dicembre 2020 per esercitare l’opzione per il passaggio al trattamento di fine rapporto (Tfr), passaggio necessario per l’adesione ad un fondo pensione di previdenza complementare.

Fondo Espero

Per il personale scolastico il fondo pensione integrativo attivo è il Fondo Espero istituito a seguito dell’accordo stipulato il 14 marzo 2001 tra le organizzazioni sindacali del settore(Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams, Cida) e l’amministrazione statale.

L’accordo, come opportunamente ricorda la nota ministeriale prot. 40234 del 16 dicembre 2015, ha consentito la creazione di un sistema di contribuzione pensionistica integrativa che determina l’obbligo per il datore di lavoro di versare un contributo aggiuntivo pari all’1 per cento della retribuzione utile ai fini del calcolo del Tfr.

Si tratta di uno dei pochi fondi pensione complementare di natura contrattuale attivi, tenuto conto che a tutt’oggi può contare su circa centoventimila iscritti. Un numero certamente importante, ma che rappresenta appena il 12 per cento di oltre un milione di dipendenti scolastici.

Iniziative per incentivare l’adesione ai fondi pensione integrativi

Sempre con l’obiettivo di incentivare le adesioni ai fondi pensione contrattuali, le parti che hanno sottoscritto il differimento hanno anche convenuto sulla necessità di adottare ogni utile iniziativa, nell’ambito dei rispettivi ruolo, finalizzata ad accrescere la cultura previdenziale nonché la conoscenza, da parte dei dipendenti pubblici, delle forme di previdenza complementare regolate contrattualmente, ivi comprese specifiche attività di comunicazione istituzionale delle amministrazioni pubbliche rivolte al personale neoassunto e, più in generale, a tutto il personale destinatario dell’accordo.

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Fonte:italiaoggi-300x111