di Francesco Ninfole

Il quadro normativo per le banche «è in gran parte introdotto, ma alcune importanti iniziative devono ancora essere completate». Lo ha scritto la Bce in risposta a una consultazione della Commissione Europea sulla regolamentazione dei servizi finanziari. Il documento, inviato per conto dell’Eurosistema e approvato dal consiglio direttivo di Francoforte, ha indicato l’agenda dei prossimi mesi per i legislatori Ue in materia di banche. «Elementi chiave della regolamentazione post-crisi, come il leverage ratio, le revisioni al metodo standardizzato per il rischio di credito e la riduzione della variabilità eccessiva delle attività ponderate per il rischio (Rwa), devono essere finalizzati e attuati in Europa», in seguito agli accordi globali su queste materie che saranno ultimati entro fine 2016.

Inoltre la Bce ha osservato che «altre misure già concordate a livello internazionale devono essere incorporate nella legislazione europea, come quelle sul net stable funding ratio (Nsfr), sulla capacità di assorbimento delle perdite (Tlac) per le banche di rilevanza sistemica e sulla revisione delle regole sul portafoglio di negoziazione».

Il completamento di queste normative «dovrebbe contribuire in modo significativo a ridurre l’incertezza regolamentare, che il settore considera un elemento-chiave per sbloccare i finanziamenti ed evitare un ulteriore rinvio delle decisioni di investimento». Anche il presidente Bce Mario Draghi il 15 febbraio al Parlamento Europeo ha evidenziato la necessità di dare maggiore certezza normativa alle banche, in modo da consentire agli istituti una migliore programmazione dei livelli di capitale a lungo termine. Il documento Bce ha espresso cautela su misure a favore delle banche per rilanciare i prestiti nell’Eurozona, per esempio alle pmi: «Iniziative a supporto del finanziamento dell’economia non dovrebbero intaccare la solidità della regolamentazione». Le misure «sono benvenute per il potenziale sostegno alla crescita. Va notato però che la stabilità finanziaria è una condizione importante per assicurare la crescita», ha rilevato il documento (alcuni osservatori in passato al contrario avevano sottolineato maggiormente l’importanza della crescita per la stabilità finanziaria). Inoltre la Bce ha invitato a distinguere l’impatto delle regole nel periodo di transizione e a regime: «Ci vuole cautela nell’arrivare a conclusioni nei primi anni di introduzione delle norme, non solo perché i costi si riducono nel tempo ma anche perché i benefici aumentano negli anni». In sostanza, secondo il testo Bce, le strette sulle banche possono avere effetti di breve termine, ma nel tempo i vantaggi sono superiori. Francoforte ha evidenziato anche alcuni possibili miglioramenti della regolamentazione, per esempio in termini di riduzione di procedure e costi. Altri rilievi sono stati fatti sull’armonizzazione delle discrezionalità nazionali (i lavori sono già in corso), sul potenziamento degli strumenti macroprudenziali e sul necessario chiarimento della relazione tra requisiti di capitale e quelli in arrivo sulle passività ammissibili in caso di bail-in (Mrel). (riproduzione riservata)

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