Pagina a cura di Gabriele Ventura

Ordini in campo per rendere più competitive le polizze dei professionisti. Attraverso nuove convenzioni con le compagnie di assicurazione che assicurino coperture adeguate all’attività professionale a prezzi calmierati. Sì, perché a ormai due anni e mezzo dall’entrata in vigore della Rc professionale obbligatoria, prevista dal dpr 137/2012, la principale problematica che stanno riscontrando gli ordini è la segnalazione, da parte degli iscritti, di contratti poco competitivi proposti dalle compagnie di assicurazione. Così, da ultimo, il Consiglio nazionale degli ingegneri ha rilevato, tramite un’indagine del proprio Centro studi, che un terzo dei professionisti iscritti all’albo è sprovvisto di copertura assicurativa sulla propria attività, proprio in ragione dei prezzi troppo elevati. Mentre una eventuale polizza collettiva contratta dal Cni ovvierebbe a questo tipo di problema. Allo stesso modo, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili sta stipulando una nuova convenzione in sostituzione di quella sottoscritta dal Consiglio precedente, attivata da circa 30 mila commercialisti. Entro questo mese saranno emanati sia il bando per il broker sia quello per l’assicurazione. «La vecchia convenzione è stata stipulata prima dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà», spiega Antonio Repaci, consigliere Cndcec, «per cui copre l’attività di base del professionista, cioè la contabilità e la consulenza del lavoro. A queste, il commercialista può aggiungere altre attività quali la curatela o il collegio sindacale. Il nostro obiettivo è stipulare una polizza che comprenda invece tutte le attività tipiche della professione. Dal momento in cui è entrato in vigore l’obbligo, infatti, vogliamo evitare che il collega che ha stipulato la polizza e non si sia reso conto che un certo tipo di attività è rimasta scoperta, resti involontariamente sprovvisto di assicurazione». «Entro questo mese verrà avviata una gara europea», continua Repaci, «stiamo lavorando sui massimali e sulle franchigie ampliando la spaccatura dovuta alle differenze di fatturato. Per esempio, il commercialista che fattura 30 mila euro non può avere un massimale minimo di 500 mila euro perché per rischiare sanzioni di quell’importo bisogna avere clienti ben diversi». «Detto ciò», conclude Repaci, «abbiamo rilevato diverse difficoltà dall’entrata in vigore dell’obbligo, a partire dalla vicenda legata al visto di conformità. Inoltre, sono diverse le segnalazioni da parte degli iscritti di proposte di polizze non competitive». L’ordine dei consulenti del lavoro ha invece siglato un accordo con il broker assicurativo Marsh, cui ha affidato l’incarico di reperire sul mercato, oltre alla polizza responsabilità civile professionale per la compensazione del credito Iva, anche la polizza responsabilità civile professionale in forma completa. In particolare, il consulente può scegliere tra la polizza Rc professionale, che garantisce anche esigenze specifiche come l’attività compensazione dei crediti da imposte e credito Iva, l’assistenza fiscale con eventuale estensione ai 730, il visto pesante, il vincolo di solidarietà e così via. Stando al tariffario Marsh, si parte da un premio pari a 199 euro con fatturato fino a 20 mila euro e massimale a 250 mila euro, a 1.525 euro con fatturato compreso tra 200 e 250 mila euro e massimale a 1,5 milioni, fino a un premio di 3.450 euro con fatturato tra 450 e 500 mila euro e massimale a 2,5 milioni di euro. Il Consiglio nazionale degli ingegneri, come detto, sta lavorando a una polizza di tipo collettivo, destinata specificatamente agli ingegneri iscritti all’albo. «L’indagine del nostro Centro studi», dichiara Armando Zambrano, presidente Cni, «dimostra come persista un diffuso atteggiamento di resistenza all’assicurazione. Gli ingegneri lamentano soprattutto gli alti costi delle polizze e l’obbligo alla loro sottoscrizione è percepito come l’ennesimo balzello che grava sui liberi professionisti, già alle prese con una situazione di mercato senza precedenti. Preoccupa che circa un terzo degli interpellati abbia dichiarato di essere privo di polizza».

Quanto al Notariato, infine, come è noto l’assicurazione è obbligatoria dal 2006 e la polizza collettiva stipulata dal Consiglio nazionale è stata recentemente rinnovata per il triennio 2015-2018. Tutti i notai devono essere assicurati per legge con un massimale pari ad almeno 3 milioni di euro, 1.750 notai hanno esteso l’assicurazione oltre i tre milioni e tra questi 1.100 hanno aumentato il massimale fino a 7,5 milioni di euro e 650 hanno optato per fasce di importo superiore, fino a 50 milioni di euro. La copertura comprende, oltre i danni patrimoniali provocati a terzi, anche i danni non patrimoniali.

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