di Anna Messia

«Nell’operazione di salvataggio di Fondiaria-Sai abbiamo chiesto al mercato 1,7 miliardi e in un biennio ne abbiamo già restituito uno. Sfido chiunque ad aver fatto una previsione così positiva due anni fa». Così l’amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, ha commentato i risultati del bilancio preconsuntivo 2014 del gruppo assicurativo di Bologna, chiuso per Unipol Sai Assicurazioni con un utile netto di 783 milioni (+12,9% sul 2013) e una proposta di dividendo di 0,175 euro per le ordinarie (6,5 per le risparmio A e 0,204 per le risparmio B). 
Mentre la holding Unipol Gruppo Finanziario, presieduta da Pierluigi Stefanini, ha chiuso il 2014 con un utile netto consolidato di 505 milioni (+168,8%) ed è pronta a staccare un dividendo di 17 centesimi per le ordinarie e 19 centesimi per le privilegiate. «Il progetto sta dando frutti, con risultati superiori al piano industriale», ha aggiunto l’amministratore delegato «e i soldi stanno tornando agli azionisti che ci hanno creduto», ha puntualizzato Cimbri, rispondendo così indirettamente agli analisti che ieri hanno commentato la cedola annunciata come inferiore alle attese, mentre il titolo Unipol gruppo finanziario, in una giornata piuttosto negativa per i mercati, ha chiuso in flessione del 6,86% a 4,264 euro. «Abbiamo scelto la via della prudenza», ha spiegato ancora il numero uno del gruppo, «aumentando le riserve in un’ottica di lungo termine». 
Oltre a questo c’è da aggiungere che sul risultato diUnipol Gruppo Finanziario ha pesato anche la revisione dei crediti effettuata su UnipolBanca, controllata al 100%. L’istituto, in conseguenza dell’ispezione della Banca d’Italia partita a fine 2014 e conclusa alla fine di gennaio, ha dovuto contabilizzare svalutazioni e rettifiche complessive per circa 450 milioni, dopo l’intervento di oltre 600 milioni già effettuato nel 2013. «A questo punto pensiamo di avere ampi livelli di copertura del rischio e non ci aspettiamo di dover ancora intervenire in futuro», ha puntualizzato Cimbri. Che riferendosi a possibili operazioni straordinarie sulla banca ha detto di guardare con interesse a eventuali processi di consolidamento del comparto, valutando le condizioni per poter in qualche modo farne parte, ricordando però che Unipol è un gruppo assicurativo, che non investirà nel comparto bancario in cerca di sinergie strategiche. Qualsiasi eventuale ipotesi sarà presa in considerazione da Unipol solo se il gruppo potrà essere un azionista finanziario, quindi non operativo, di minoranza. Riguardo poi a possibili interventi sui crediti deteriorati, Cimbri è al lavoro, «evitando però svendite in blocco a favore degli speculatori», ha puntualizzato. La stessa strategia che Unipol segue anche nel settore immobiliare. (riproduzione riservata)