Il colosso statunitense delle assicurazioni Prudential rifinanzia con 30 milioni di euro il gruppo Ama di San Martino in Rio (Reggio Emilia), specializzato nella produzione di componentistica per macchinari agricoli. Nel dettaglio, venerdì 13 febbraio Prudential ha sottoscritto un prestito obbligazionario in private placement con il quale il gruppo andrà a rimborsare il debito bancario sulla base di un piano asseverato come indicato dall’articolo 67 della Legge Fallimentare. Tuttavia, come spiegato nella nota inegrativa al bilancio 2013, a seguito del terremoto che nel maggio 2012 colpì l’Emilia, le banche avevano concesso la sospensione delle rate del piano in scadenza il 30 giugno e il 30 settembre, determinando l’allungamento del piano di ammortamento fino a giugno 2018. Il prestito di Prudential è stato strutturato attraverso l’emissione di un bond senior a scadenza 2020 e di un bond di tipo mezzanino con scadenza 2022. Grazie alla migliore modulazione delle scadenze dell’indebitamento finanziario il gruppo Ama potrà quindi accelerare l’esecuzione del piano di investimenti e il percorso di sviluppo sui mercati internazionali. Alessandro Malavolti, chief executive officer di Ama (che è controllata dalla stessa famiglia Malavolti), ha sottolineato che per la società «questa operazione rappresenta un punto di svolta nel processo di risanamento dopo la crisi del 2009-2010; sono particolarmente onorato di accogliere Prudential tra gli stakeholder del gruppo Ama; ritengo quest’operazione una grande dimostrazione di fiducia da parte di un investitore di elevato standing nei confronti del nostro gruppo, della capacità imprenditoriale italiana e del nostro sistema di piccole e medie imprese, ancora vitale nonostante i lunghi anni di crisi». Il gruppo Ama è stato assistito da Jci Capital e da Mazars in qualità di advisor finanziari dell’operazione e dallo studio Barbieri Sutich Barbieri nel ruolo di consulente legale. Ama ha chiuso l’esercizio 2014 con un fatturato stimato di 145 milioni di euro (dai 135,1 milioni del 2013) e con un ebitda di 17 milioni (da 14,3) a fronte di un debito finanziario netto di 64 milioni di euro (in calo dai 65,5 milioni di un anno prima). (riproduzione riservata)