di Beatrice Migliorini 

Veicolare gli investimenti delle casse di previdenza su beni materiali e immateriali. In particolare, sulle infrastrutture che permettano anche la messa in sicurezza del territorio e sulla banda larga. Il tutto, al fine di diminuire la percentuale degli investimenti all’estero, circa il 70%, su cui si concentra l’attività delle casse di previdenza. Questa la linea di condotta da seguire secondo la vicepresidente della Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori, Titti Di Salvo (Pd), intervenuta ieri a Reggio Emilia nel corso del convegno nazionale della casse di previdenza private organizzato da Profess@re, (Coordinamento degli ordini e collegi professionali della provincia di Reggio Emilia). Nel corso dell’incontro, la vicepresidente ha sottolineato la necessità di eliminare l’attuale anomalia in base alla quale «il 70% degli investimenti delle casse di previdenza private sono all’estero e solo il restante 30% è in Italia. È necessario ripristinare un rapporto diretto tra l’economia reale e il risparmio previdenziale». Per raggiungere determinati obiettivi, è però, è necessario portare avanti un percorso condiviso. E, proprio sul punto, la Di Salvo, a seguito delle osservazioni inoltrate in prima battuta da Fausto Amadasi (Presidente della Cassa geometri) e Mario Braga (Commissione cassa periti agrari), ma condivise da tutti i partecipanti all’incontro presieduto da Alberto Bergianti (Consigliere i indirizzo dell’Ente di assistenza pluricategoriale), si è detta disponibile «a lavorare affinché il confronto tra la Commissione, che non ha più un mero ruolo di controllo ma bensì ha il compito di mediare i rapporti tra le casse e il governo, sia costante e proficuo anche attraverso l’instaurazione di un tavolo di confronto permanente e non più limitato alle sole audizioni di settore».