L’iniziativa del presidente del Gruppo agenti Toro, Roberto Salvi, per una soluzione che permetta di risanare i conti del Fondo Pensione degli agenti di assicurazione, evitando il rischio di un commissariamento, trova larghi consensi e sostegno nella categoria. A Roma, al termine di un incontro, moderato dall’avvocato Rudi Floreani, che ha visto la partecipazione attiva dei Gruppi Agenti di un gran numero di compagnie di assicurazione, è stato deciso di affidare allo studio Crenca & Associati un ulteriore incarico per la ricerca di soluzioni da proporre al Consiglio di amministrazione del Fondo Pensione Agenti e a tutti i soggetti interessati. Erano presenti molti presidenti di gruppo o loro delegati aderenti alle diverse sigle sindacali, oltre al gruppo agenti Unipolsai AAU che non aderisce ad alcun sindacato.

Lo studio Crenca & Associati ha già condotto, per incarico ricevuto dal GAAT ancora nello scorso novembre, una prima analisi tecnico-attuariale sulla situazione del Fondo, lavoro che ha permesso di prospettare un disavanzo di proporzioni inferiori ai 700 milioni, frutto di altre stime, che avevano suscitato forte allarme nella categoria facendo temere per le pensioni future.

Nel corso della riunione, rispondendo alle numerose domande dei rappresentanti dei diversi Gruppi Agenti, i professionisti dello studio Crenca & Associati hanno fornito chiarimenti e spiegazioni sulla situazione del Fondo, con particolare riferimento al disavanzo prospettico. Ringraziando Roberto Salvi per l’iniziativa, i presidenti di Gruppo, nel prendere atto con rammarico del fallimento delle iniziative fino ad oggi messe in atto per il salvataggio del fondo, hanno voluto fornire un loro contributo costruttivo facendo propria l’iniziativa del GAAT.

Dopo la riunione del consiglio di amministrazione del Fondo Pensione Agenti convocato dalla Covip per il 24 febbraio, seguiranno altri incontri tra i Presidenti di Gruppo per decidere tutti insieme il da farsi. “Il fondo che gestisce la pensione di 15 mila agenti e 900 milioni di patrimonio – è stato ribadito con determinazione da molti degli intervenuti – non può finire commissariato”.