Sono sei i principali spettri che aleggiano sull’economia mondiale. Almeno secondo gli esperti di AdviseOnly che hanno tracciato una mappa dei rischi più imminenti. Alcuni con bassa probabilità e scarso impatto sull’economia. Altri, al contrario, dotati di una forza d’urto piuttosto dirompente e di un’alta possibilità di realizzazione. Ecco i fattori di rischio maggiori:

– La Fed aumenta i tassi d’interesse prima del previsto. I mercati si aspettano un primo aumento dei tassi per settembre 2015. L’economia americana sembra in salute e prima o poi la Fed alzerà il costo del denaro. Ma se lo facesse prima del previsto, si potrebbe ripresentare uno scenario di volatilità come quello vissuto nel mese di maggio del 2013.

– Fragilità politica in Europa. Un’economia per crescere ha bisogno di un apparato istituzionale credibile e funzionante. Le difficoltà economiche della zona euro sono aggravate dalle divisioni politiche tra Paesi membri che non hanno una visione comune sui passi (dove e come) da fare in Europa. Si è votato in Grecia e si voterà nel Regno Unito (maggio 2015) e in Spagna (dicembre 2015), ma sia in Italia che in Francia i governi dovranno fare i conti con una situazione tutt’altro che stabile. La confusione politica potrà facilmente bloccare i timidi segnali di ripresa che il consensus si aspetta.

– Crescita dei paesi emergenti. L’apprezzamento del dollaro e il calo del prezzo del petrolio costituiscono fattori di forte instabilità per i Paesi Emergenti perché allo stesso tempo possono mettere sotto pressione l’economia del Paese e la stabilità finanziaria delle imprese (ne sa qualcosa la Russia).

– Bilanci aziende Usa deludenti. C’è grande aspettativa sull’economia americana e i listini continuano ad aggirarsi intorno ai massimi storici. Ma le valutazioni hanno bisogno di essere sostenute da buoni risultati aziendali che in aggregato potrebbero essere messi sotto pressione dall’apprezzamento del dollaro (che penalizza le esportazioni) e dal calo del prezzo del petrolio (la crescita degli eps attesa per il quarto trimestre 2014 è crollata da +8,1% a -17,0%).

– Rallentamento dell’economia mondiale. Nel 2015 il Fondo Monetario Internazionale si aspetta un’economia globale in crescita (+4,0% contro 3,4% nel 2014). Tuttavia, visto l’attuale panorama di incognite (riuscita dell’Abenomics, solidità della crescita di Usa o Cina, stagnazione della zona euro) potremmo avere delusioni anche se non si verificassero forti shock. Semplicemente avremmo sovrastimato una volta di più la solidità dell’economia mondiale.

– Instabilità in Medio oriente. La situazione in Medio oriente rimane delicata e di difficile analisi, ma l’avvento dell’Isis e i legami sempre più incerti tra l’Arabia Saudita, Iran, Iraq e Libia non permetteranno di trascurare eventuali ripercussioni sui mercati finanziari, anche se limitati.