di Anna Messia

L’utile netto 2014 di Mediolanum è sceso un po’, del 5% a 321 milioni, a causa in particolare dei progetti di investimento che il gruppo ha deciso di lanciare puntando su sviluppo tecnologico e potenziamento della rete di promotori finanziari. Investimenti che hanno pesato per 68 milioni di euro sui conti 2014 e che incideranno ancora per circa 60 milioni sul bilancio di quest’anno, per poi iniziare a dare frutti dal 2016. 
Ma nonostante il rallentamento dell’utile netto la banca guidata da Massimo Doris ha deciso di aumentare la remunerazione degli azionisti proponendo un dividendo di 27 centesimi rispetto ai 25 centesimi pagati lo scorso anno. «Possiamo permetterci di pagare un dividendo più alto grazie alla solidità patrimoniale del gruppo», ha spiegato Doris a MF-MilanoFinanza. «Il common equity tier 1 della banca a dicembre scorso era infatti pari al 18,42%, dato decisamente elevato rispetto alla media del sistema». Gli azionisti di Mediolanumhanno già ricevuto un anticipo della cedola di 15 centesimi e a saldo riceveranno quindi presumibilmente altri 12 centesimi (payout è in crescita dal 55 al 62% per un monte-dividendi di 199 milioni di euro). Per quanto riguarda l’andamento industriale del gruppo finanziario milanese, il totale delle masse gestite e amministrate a fine 2014 era circa 64,5 miliardi, in aumento dell’11% rispetto a un anno prima, con una raccolta netta che si è attestata a 5,24 miliardi. «I risultati del 2014 confermano la tendenza in continuo aumento dei ricavi ricorrenti più importati, ovvero le commissioni di gestione, grazie soprattutto alla forte crescita della raccolta netta dei fondi comuni che hanno fatto registrare il massimo storico per il terzo anno consecutivo», hanno puntualizzato dalla società, aggiungendo che «l’ottimo andamento delle commissioni di gestione ha più che compensato l’atteso calo del margine da interessi». 
Anche il 2015 è partito bene, «quasi raddoppiando la raccolta di gennaio 2014, che però non era stata brillante», aggiunge Doris. Per quanto riguarda il resto del gruppo il manager ha sottolineato l’andamento positivo di Banca Esperia, che ha chiuso con un utile di 8,2 milioni, di cui 4,1 di pertinenza di Mediolanum  rispetto agli 1,5 milioni del 2013, e con masse amministrate in crescita del 4% a 15,9 miliardi di euro. Bene anche l’attività in Spagna, dove il gruppo amministra masse per circa 3 miliardi di euro chiudendo il 2014 con un utile di 21 milioni, in flessione del 20% rispetto al 2013, che aveva però beneficiato di capital gain straordinari. Senza tale componente l’utile sarebbe risultato in linea con l’anno precedente. In Germania, doveMediolanum ha asset per 485 milioni, è invece partito un programma di investimenti sulla rete di vendita (passata da 46 a 60 persone) e sull’infrastruttura tecnologica che ha inciso sull’utile 2014, negativo per 8,4 milioni. Resta aperto infine anche il contenzioso fiscale che vede contrapposte le autorità fiscali irlandesi e italiane per l’attività di Mediolanum in Irlanda. L’arbitrato internazionale chiesto dalla banca dovrebbe chiudersi nel primo trimestre di quest’anno e intanto Mediolanum a scopo prudenziale ha accantonato altri 40 milioni sul bilancio 2014 altri 40 milioni dopo i 53 milioni già messi da parte nel 2013. «Speriamo che la questione si chiuda presto», ha concluso Doris, «intanto la banca su suggerimento dei consulenti internazionali ha scelto la via della prudenza con nuovi accantonamenti». (riproduzione riservata)