da Berlino Roberto Giardina  

 

È un bel romanzo breve di Arthur Schnitzler, Il Dottor Gräsler, medico termale, che si svolge tra isole del Mediterraneo e le terme della Mitteleuropa. Una storia triste da cui Roberto Faenza trasse un film nel 1990 ricreando l’atmosfera dell’epoca. Schnitzler, che era medico a sua volta, scrisse il racconto nel 1917.

Ci sono centinaia di luoghi tra Germania, Austria, Svizzera il cui nome è preceduto da un Bad, terme per l’appunto, alcune celebri, altre di provincia ma non meno efficienti.

 

Quasi cent’anni fa, per i turisti di lingua tedesca, o quelli britannici descritti da Agata Christie, era indispensabile, e scontato, trovare sul luogo di vacanza, non solo alle terme, un medico di cui fidarsi e che parlasse la loro lingua. Al Cairo o alle Canarie. Oggi il Doktor di Schnitzler non passerebbe la sua vita solitaria per intere stagioni in una località. Per difendere il mercato, conquistare nuovi clienti e mantenere i vecchi, le agenzie di viaggi in Germania puntano sull’assistenza medica. Già adesso tutti offrono un’assicurazione sanitaria, ma è un’altra cosa. E i viaggi con il dottore al seguito non sono riservati ai malati, o a chi ha prenotato un soggiorno in una località di cura.

 

«Dobbiamo ancora combattere contro qualche pregiudizio», ammette Ralf Baumbach, della Mediplus. Offrire la presenza di un medico nel gruppo può essere controproducente: chi parte per le vacanze non vuole pensare di ammalarsi. E sorge il dubbio: allora il posto dove ci vogliono condurre è pericoloso? «In realtà i nostri programmi non differiscono dalle normali offerte», dice Jens Hulvershorn, della Gebeco.

Con un supplemento da 50 a 250 euro rispetto alle normali tariffe, medicine a parte, si prenota un tour in cui, oltre la presenza di una guida che parli la nostra lingua, si assicura la presenza costante, 24 ore su 24, di un Herr Doktor. I tedeschi amano i viaggi avventurosi, anche se spesso l’avventura significa solo scomodità, e il pericolo viene solo da cibi pesanti a cui gli stomaci teutonici non sono abituati. O, meglio, a un’altra pesantezza culinaria. Fino a pochi anni fa, e nessuno se lo ricorda, per loro l’olio d’oliva era ancora qualcosa di esotico.

 

Inoltre i clienti più redditizi sono quelli di una età diciamo «matura». Sulla sessantina e oltre, hanno più soldi e tempo libero e più curiosità. Il dottor Gläser si sente invecchiare perché ha 48 anni; oggi ovviamente è diverso, però un settantenne non è un trentenne, e spesso lo dimentica, ed esagera. Se sorge qualche malessere, ecco il medico del tour pronto a dare un consiglio e prestare le prime cure. È un trend in espansione: alla Tour Vital i viaggi con il Doktor rappresentano già il 40 per cento del fatturato; alla Mediplus il fatturato dei viaggi assistiti ha raggiunto i 16 milioni di euro, il 10 per cento del totale. Ma il settore è ancora una nicchia.

 

Ci sono problemi. In molti paesi non è consentito a un medico straniero esercitare la professione. Può prestare un primo soccorso, ma non curare. Bisogna chiamare un collega locale. Ma anche in questo caso il dottore del tour può consigliare a quale specialista rivolgersi e presenziare alla visita, e spiegare nella sua lingua al paziente che cosa deve fare.

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