di Roberta Castellarin e Paola Valentini

Lo staff di Matteo Renzi rassicura il mercato che la patrimoniale non è nei programmi del premier. Ma il tema del risparmio resta centrale per l’Italia, Paese che può vantare un’elevata ricchezza finanziaria privata che però è poco investita nell’economia reale.

Conti correnti e titoli di Stato continuano ad avere un ruolo centrale nei portafogli delle famiglie a discapito delle azioni e anche del risparmio gestito. Ecco perché, se ci fosse maggiore fiducia nel sistema Italia, potrebbe verificarsi un progressivo spostamento dagli strumenti più liquidi ai fondi di investimento. Che potrebbero aiutare i rispamiatori ad avvicinarsi alle azioni. D’altronde, lo scenario dei rendimenti appare propizio. In Europa la banca centrale dovrà tenere i tassi ancora bassi per consentire ai Paesi di recuperare competitività, e questo comporterà rendimenti molto bassi per i titoli esenti da rischio. Finora questo non era stato vero per gli investitori italiani, che potevano ottenere sui conti di deposito o dai Btp alti rendimenti dovuti a un elevato rischio-Italia. Ora nel momento in cui perfino le agenzie di rating si mostrano più positive sul debito sovrano dell’Italia, e con i Btp tornati a rendere come nel 2006, può partire la caccia alle alternative più generose. Le azioni in questo senso possono contare su un biglietto da visita notevole, avendo dato nell’ultimo anno grandi soddisfazioni agli investitori più disposti a correre rischi.

Ma vista la resistenza da sempre mostrata dai risparmiatori tricolore a puntare su Piazza Affari, è più ragionevole pensare che possano essere i fondi a traghettare il risparmio. Già nel 2013 gli asset manager hanno dimostrato di essere di nuovo attraenti per gli investitori. Non a caso sono ancora rilevanti le potenzialità delle società italiane quotate di raccolta e gestione del risparmio, nonostante il rally dei titoli nel 2013. Lo affermano gli analisti di Citi, che ha ribadito la visione positiva sul settore, sottolineando che è in crescita strutturale, e rivedendo al rialzo il target price di Banca Generali a 27 euro (da 21,5), di Azimut (a 26 da 21 euro) e di Mediolanum (target a 7,6 euro, inizio di copertura). Concorda Deutsche Bank, che in un nuovo report dedicato agli asset manager italiani analizza Mediolanum e Azimut. «Nel 2014 grazie a tassi bassi e al miglioramento sul fronte macroeconomico, la raccolta resterà solida, specialmente per quei prodotti con alti margini, come i fondi azionari e i flessibili.

Di conseguenza restiamo costruttivi sull’industria del risparmio gestito in generale. In questo contesto rinforziamo la nostra visione positiva su Mediolanum», spiegano gli analisti della banca tedesca.

Che attribuiscono alla società guidata da Ennio Doris un nuovo target price a 8 euro, dal precedente 7,4 euro, con giudizio buy. «Nonostante il titolo sia cresciuto del 60% nel 2013, vediamo ancora potenziale di rialzo per tre ragioni», prosegue Deutsche bank. Il primo motivo riguarda la combinazione tra tassi ai minimi e aumento della fiducia dei consumatori «che supporterà la strategia di Mediolanum nel trasferire i patrimoni dal risparmio amministrato ai fondi comuni. Inoltre prevediamo che il gruppo rafforzerà la politica di reclutamento. In terzo luogo, la riduzione della redditività dei titoli di Stato sarà compensata dall’espansione dei margini nell’attività tradizionale», spiega Deutsche Bank, che si mostra ottimista anche su Azimut, per la quale il target price è stato portato a 23,2 euro dai precedenti 17,6. Secondo gli analisti della banca tedesca quest’anno il gruppo guidato da Pietro Giuliani si assicurerà una raccolta di 3,2 miliardi e potrà arrivare a gestire masse superiori a 28 miliardi a fine 2014. Senza contare l’effetto di una possibile acquisizione in Italia. Chi a 28 miliardi di masse gestite sul mercato italiano è già arrivato è il gruppo americano Franklin Templeton, che dopo aver puntato per anni sui fondi obbligazionari a cedola oggi comincia a consigliare una maggiore diversificazione. «Chiaro il messaggio che Franklin Templeton da inizio 2013 invia agli investitori italiani, e che continuerà nel 2014: da una parte l’esposizione obbligazionaria deve favorire prodotti flessibili e in grado di offrire una maggiore selezione delle opportunità di investimento ancora presenti in questo scenario di tassi bassi, dall’altra è importante cominciare a introdurre nei propri portafogli una componente azionaria e valutare soluzioni quali i fondi flessibili bilanciati», dice Sergio Albarelli, senior director Sud Europa e Benelux di Franklin Templeton. (riproduzione riservata)