di Anna Messia

La convenzione con la Cassa Depositi e Prestiti per la distribuzione di libretti e buoni negli uffici postali è in via di definizione e avrà una durata di cinque anni, mentre il contratto di programma per la fornitura del servizio universale sta per essere messa a punto. Non solo.

Anche i clienti allo sportello hanno iniziato a chiedere informazioni per sottoscrivere azioni del gruppo. I cantieri per la privatizzazione del 40% di Poste Italiane, da realizzare entro l’anno, sono insomma in piena attività, come ha fatto sapere ieri l’amministratore delegato del gruppo, Massimo Sarmi, chiamato in audizione sia alla Camera sia al Senato. E anche gli investitori istituzionali sono pronti a intervenire. Sull’apertura del capitale di Poste «c’è grande attesa. In questi giorni ho avuto modo di parlare con diversi esponenti del mondo finanziario internazionale. Tutti hanno manifestato grande interesse per questo evento, un’operazione non si vedeva da qualche tempo», ha detto. Anche da parte dei clienti «c’è una certa curiosità» per la quotazione del gruppo. «Già oggi stiamo raccogliendo le richieste». Sarmi ha ricordato il successo riscosso dall’azienda quando a luglio scorso ha emesso un bond che ha suscitato l’interesse di oltre 200 investitori internazionali dalla Germania all’Estonia. In una sola ora la richiesta aveva superato di cinque volte l’offerta con un tasso di rendimento di 15 punti base sopra il Btp a cinque anni.

Già da dieci anni le Poste hanno un rating e «l’azienda è apprezzata su tutti i mercati internazionali perché viene percepita come sicura», ha dichiarato Sarmi aggiungendo che l’ingresso dei privati nel capitale del gruppo e la quotazione consentiranno a Poste di crescere ancora, guardando ai mercato internazionali e possibili acquisizione che possono essere utili per sviluppare la crescita dei suoi asset. Con un’azienda quotata, valutata dal mercato, sarebbe per esempio più facile concludere operazioni di acquisizione o alleanze internazionali. Del resto Poste Italiane ha già firmato diverse partnership l’ultima delle quali, ancora in fase di definizione, riguarda il Brasile dove insieme all’operatore locale, il gruppo punta realizzare un progetto simile a quanto fatto in Italia con la telefonia mobile (Poste Mobile), mentre con le poste di Mosca si lavora a piani di sviluppo sulla posta ibrida e al commercio elettronico. «Più si cresce» ha spiegato il manager, «più sappiamo che le attività regolamentate e di sviluppo richiedono capitali e flessibilità». È successo per esempio di recente con la controllata Poste Vita, la compagnia assicurativa, leader del mercato e fonte della maggioranza dei profitti del gruppo, che, come anticipato da MF-Milano Finanza, ha avuto bisogno di un aumento di capitale di 150 milioni che si sono aggiunti all’iniezione di 200 milioni già completata la scorsa estate.

Per quanto riguarda invece il rinnovo del contratto sul risparmio postale fra Poste e Cassa Sarmi ha affermato che è nella fase conclusiva e «presumibilmente avrà una durata più ampia con convenienza di entrambe le parti. Si dovrebbe passare a cinque anni dai tre anni del contratto scaduto a dicembre. Mentre sul contratto di programma per il servizio universale, scaduto nel 2012, Sarmi ha auspicato che si trovi un maggior equilibrio tra costi e risorse prevedendo per esempio «l’introduzione di materie che sono più consone ai tempi, come ad esempio l’inclusione del digital divide».

L’ad di Poste Italiane ha poi accennato all’investimento di 75 milioni per l’aumento di capitale di Alitalia. I contratti commerciali sottoscritti dalla compagnia di bandiera in sinergia con Mistral Air (la compagnia aerea di Poste) porteranno a «margini complessivi di oltre 30 milioni di euro l’anno per tre anni», ha puntualizzato Sarmi allontanando l’ipotesi che l’intervento dei gruppo postale in Alitalia possa essere configurato come un aiuto di Stato. (riproduzione riservata)