Fino a quando non si arriverà a prendere delle decisioni di lungo periodo, chiare e sostenibili, e ad assumersi le responsabilità, sarà difficile fare un ragionamento pertinente sul Paese. Lo ha detto chiaro Massimo Doris, vicepresidente di Mediolanum e amministratore delegato di Banca Mediolanum a margine della conferenza stampa di presentazione del nuovo sito. Una considerazione che ben si accompagna alla ritrosia che si continua a riscontrare sul fronte del sistema previdenziale in Italia. Commenta Edoardo Fontana Rava, responsabile prodotti previdenziali di Banca Mediolanum: «Sulla questione il contesto resta asfittico per la crisi economica in corso che non consente di assumere una visione di lungo periodo e per i diversi cambiamenti politici e fiscali del Governo, che hanno fortemente minato la fiducia dei risparmiatori. Stiamo cercando di lavorare sul tempo. Nell’ambito della previdenza conta di più il fatto di iniziare prima che con una cifra consistente. Intanto cerchiamo di stimolare il dibattito sul tema previdenziale». Per il gruppo, sul fronte dei prodotti per la pensione, il 2013 è stato un anno di continuità rispetto agli altri due. Mediolanum è attiva sul mercato della previdenza complementare con un Pip lanciato nel 2007 denominato TaxBenefit New. A oggi la quota di Mediolanum (Pip nuovi e vecchi) in termini di adesioni è dell’11%. In termini di masse, invece, la percentuale sale al 25%. «Il problema è la dimensione del mercato, dopo il 2007 continua a essere piuttosto ridotto. Eseguita la manutenzione del lavoro, non corrisponde la ripartenza del settore», continua. Il numero degli iscritti alla previdenza complementare in Italia è di poco più di 6 milioni di cittadini, che rapportato alla forza lavoro (circa 24 milioni) rappresenta circa il 25%. Il tasso di crescita delle adesioni alla previdenza complementare negli ultimi anni si è attestato intorno al 5%. Anche Mediolanum si aspetta un aumento delle adesioni di questa dimensione. «Nei prossimi anni, salvo prese di coscienza da parte dei lavoratori, nonché un aiuto dal contesto macroeconomico, non ci aspettiamo tassi di crescita a due cifre», precisa Fontana Rava. E conclude: «Noi che lavoriamo sulla relazione, facciamo molta formazione a promotori finanziari e private banker. Il modello che si è configurato dopo il 2007 è interessante per i clienti ma vede un forte impegno per le reti. Quelli previdenziali sono prodotti fondamentali dal punto di vista strategico ma i numeri non corrispondono a quello che riteniamo essere rilevante. Tra le reti di consulenza, comunque, siamo tra quelle di riferimento. Il prodotto previdenziale è molto limitato in termini di creatività ma noi abbiamo già pronti alcuni prodotti nel cassetto». (riproduzione riservata)