L’auspicato mercato unico delle assicurazioni in Europa resta ancora un miraggio, irto di ostacoli, costi e differenze normative che di fatto impediscono ai consumatori di sottoscrivere contratti in paesi diversi da quello di residenza.
A denunciarlo è il gruppo di esperti incaricato dalla Commissione europea di analizzare gli impedimenti al commercio transfrontaliero in materia di diritto dei contratti di assicurazione tra Stati membri.
Il gruppo ha presentato ieri la sua relazione finale completa, secondo quanto riporta un comunicato della Commissione, dove si conclude che le differenze esistenti tra le diverse normative in materia di contratti di assicurazione ostacolano il commercio transfrontaliero di prodotti assicurativi, a causa dei costi elevati e della mancanza di certezza giuridica, con la conseguenza che per i consumatori e le imprese risulta svantaggioso sottoscrivere contratti assicurativi in altri Stati membri.
Attualmente, un cittadino che si trasferisce in un altro paese dell’Ue per motivi di lavoro potrebbe essere costretto a stipulare una nuova assicurazione auto o potrebbe avere difficoltà a far riconoscere i diritti acquisiti nel quadro di un piano pensionistico privato sottoscritto nel proprio paese d’origine.
Analogamente, è possibile che le imprese con succursali in diversi paesi dell’Ue debbano sottoscrivere polizze distinte a condizioni diverse in ogni paese, invece di una polizza unica valida per tutta l’Unione. La Commissione europea darà un seguito alla relazione, consultando i consumatori, le imprese e il settore assicurativo alla ricerca di possibili soluzioni.
“Sebbene siano trascorsi più di venti anni dal completamento del nostro Mercato unico, il commercio transfrontaliero nel settore delle assicurazioni è tutt’altro che agevole”, ha dichiarato Viviane Reding, vicepresidente e Commissario responsabile della Giustizia. “I dati parlano chiaro. Soltanto pochissimi clienti possono comprare prodotti assicurativi in altri paesi: nell’Ue appena lo 0,6 per cento dei premi delle assicurazioni sugli autoveicoli e il 2,8 per cento dei premi delle assicurazioni sui beni vengono pagati oltrefrontiera”.
Secondo lo studio per molti prodotti assicurativi nei rami vita, autoveicoli e responsabilità civile, le compagnie di assicurazioni devono adeguare i propri contratti alle discipline nazionali del paese in cui risiede il detentore della polizza. Ciò significa che, ad esempio, per rispettare gli obblighi in materia di informazioni precontrattuali, esse devono redigere nuovi contratti.
Le differenze tra le normative contrattuali ostacolano il commercio transfrontaliero di prodotti assicurativi. A causa di tali differenze, si legge, aumentano i costi del commercio transfrontaliero di polizze assicurative, si crea una situazione di incertezza giuridica e per i consumatori e le imprese risulta difficile sottoscrivere polizze in altri Stati membri.
Gli ostacoli relativi al diritto contrattuale si rilevano soprattutto nel settore delle assicurazioni sulla vita, ma anche nei rami della responsabilità civile e degli autoveicoli. Al contrario, secondo le conclusioni del rapporto, i problemi sono minori nei mercati delle assicurazioni grandi rischi collegati a un’attività commerciale o nel caso di certe assicurazioni per imprese di grandi dimensioni, ad esempio nel settore dei trasporti.