L’Agricoltura rimane in Italia uno dei settori produttivi a maggior rischio d’infortunio.

Le cause vanno ricercate nella peculiarità del lavoro agricolo (silvicoltura, allevamento, coltivazione di fondi, ecc.), caratterizzato dall’impiego di macchine sofisticate, potenti e pesanti e dall’utilizzo di prodotti non sempre innocui alla salute.

Delle quasi 43mila denunce del 2012, circa il 98% ha interessato eventi occorsi in occasione di lavoro, segnando una contrazione prossima al 20% rispetto al 2008.

La diminuzione non è stata uniforme, ma più accentuata per le donne (-26,9%) rispetto agli uomini (-17,8%), diversamente da quanto si è verificato nelle altre realtà produttive.

Oltre il 40% degli eventi mortali (104 casi nel 2012) ha interessato lavoratori in età compresa tra i 50 ed i 64 anni, con un incremento del 27,3% rispetto all’ultimo quinquennio e in controtendenza al dato complessivo (-17,5%).

La categoria di lavoratori più esposti al rischio è costituita dai titolari e soci delle imprese agricole, data l’elevata presenza di aziende di medio-piccole dimensioni a conduzione prevalentemente familiare. Sono infatti gli autonomi a registrare un’alta percentuale di infortuni (76%), più di un terzo dei quali nella classe d’età intermedia (35-49).

Dati INAIL