di Anna Messia

È una situazione complicata, e per certi versi politicamente imbarazzante, quella che si è venuta a creare sul rinnovo del vertice della Covip, autorità che controlla il settore previdenziale. L’attuale presidente, Antonio Finocchiaro, già oggi in regime di prorogatio, terminerà infatti il suo mandato tra poco più di due settimane, per la precisione il 25 febbraio, e questa volta non sono possibili ulteriori dilazioni.

Nel frattempo però la nomina della professoressa Fiorella Kostoris, designata con un decreto del Consiglio dei ministri alla vigilia di Natale, non è stata ancora formalizzata. Tanto che a questo punto l’ipotesi di una vacatio alle presidenza dell’associazione comincia a farsi sempre più concreta, con il conseguente passaggio a un regime di amministrazione ordinaria affidata ai due commissari rimasti in carica. Ovvero Rino Tarelli e Giuseppe Stanghini. Quest’ultimo scade tra l’altro a marzo e potrà essere prorogato al massimo fino a inizio maggio.

Tra l’altro, se pure il prossimo Consiglio dei ministri emanasse prontamente il decreto di nomina del nuovo presidente, ci sarebbe comunque bisogno della firma dell’atto da parte della presidenza della Repubblica prima dell’insediamento della Kostoris. Passaggio che ovviamente richiederebbe ancora qualche giorno. Ma a ostacolare la staffetta ai vertici dell’istituzione che vigila su casse e fondi previdenziali è soprattutto l’aspetto politico.

La commissione Lavoro della Camera dei deputati ha infatti deciso di non esprimersi sulla proposta di nomina avanzata dal governo, facendo mancare il suo sostegno. Non certo per ragioni legate al ricco curriculum professionale della Kostoris, quanto piuttosto perché la scelta sarebbe avvenuta senza condivisione con il parlamento e con un governo in scadenza. Un parere, quello del parlamento, che non è vincolante per il governo (che potrebbe quindi decidere di emanare ugualmente il decreto di nomina) ma che ha ovviamente un peso politico importante.

E se la nomina della Kostoris andasse in porto, la professoressa, come previsto dalla legge, dovrebbe rinunciare a diverse poltrone che occupa oggi. Tra le altre cose è membro del cda dell’Inpgi, la cassa previdenziale dei giornalisti, vigilata da Covip, oltre che del consiglio direttivo dell’Anvur, l’agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. (riproduzione riservata)